Goldilocks, riccioli d'oro
Cosa fare per gestire al meglio i frutti del nostro lavoro in modo da raggiungere i nostri obiettivi di serenità e sicurezza per la nostra famiglia?
Come ad ogni inizio anno fioccano le analisi economiche con le relative previsioni astrologiche sul futuro andamento dei mercati finanziari. Anche quest’anno ci sono degli elementi che spingono all’ottimismo e ci sono degli altri fatti che spingono alla cautela. Come sarà quest’anno, come ogni anno, lo vedremo alla fine.
Partiamo dalla considerazione che dopo le temutissime elezioni a presidente americano di Trump siamo in piena luna di miele tra i mercati e l’economia reale. I dati economici nel 2017 sono stati superiori alle aspettative: crescita sincrona al di sopra del potenziale; diminuzione della disoccupazione, utili aziendali in forte crescita, assenza di spinte inflazionistiche.
Tale situazione da più parti è stata battezzata "Goldilocks".
Le banche centrali continuano ad essere i grandi attori di questo contesto. Gli interventi effettuati hanno continuato a rassicurare i mercati rispecchiando posizioni diverse nel ciclo di politica monetaria. La banca centrale USA ha prima annunciato e poi attivato un programma di normalizzazione del bilancio con una comunicazione in merito alle strategie e agli approcci. La Bank of England ha aumentato dello 0,25% il proprio tasso ufficiale mantenendo invariato il programma di acquisto di obbligazioni (Quantitative Easing). La BCE ha prolungato il suo programma di acquisti almeno fino a settembre 2018 dimezzandone però la quantità da gennaio confermando, altresì, la sua disponibilità ad aumentarlo nuovamente in risposta ad eventuali deterioramenti della situazione economica. La Bank of Japan ha mantenuto invariato il proprio orientamento di politica economica.
I risultati di questi programmi di acquisto nei mercati sono stati la comparsa dei tassi negativi per molti titoli di stato e una crescita del mercato azionario americano sino ai suoi massimi storici.
Il clima esuberante è coinciso con: nuovi cali delle oscillazioni/volatilità implicita delle azioni, delle obbligazioni e dei tassi di cambio; da nuovi massimi nella fiducia dei consumatori e dalla crescita del commercio, consumi e spesa per investimenti.
Sulla base delle tradizionali misure di valutazione di lungo termine alcuni mercati azionari sembrano cari; i dividendi delle società statunitensi, dalla grande crisi finanziaria, sono aumentati ad un ritmo molto più rapido e destano perplessità sulla loro sostenibilità nel lungo periodo; il potenziale rialzo della loro crescita potrebbe essere limitato.
Confrontando le quotazioni con i mercati obbligazionari l’esuberanza è meno evidente mentre una certa esuberanza è presente nelle obbligazioni societarie specie nel segmento high yield.
Con i rendimenti obbligazionari ai minimi, chi nei mercati finanziari cerca un’integrazione al suo reddito è costretto, per far fronte alle sue necessità, a rischiare di più a livello di capitale. Eppure, in questa continua caccia al rendimento non fanno altro che ciò che speravano di evitare con le obbligazioni: assumere un grado di rischio più alto.
Cosa potrebbe andare storto? Cosa non fa dormire la notte? Le crisi esogene possibili sono molteplici, la Corea del Nord o un conflitto in Medio Oriente non sono sotto il nostro controllo ...
Il primo fattore di rischio sono le politiche delle banche centrali. Se, per esempio, le previsioni di inflazione continuassero negli USA ad essere disattese, ma le politiche monetarie portassero ad un inasprimento troppo consistente e rapido tanto da provocare una recessione?
Le recessioni mediamente registrano una flessione dello S&P 500 di quasi il 28%.
Le azioni e le obbligazioni high yield registrano rendimenti positivi superiori al tasso di crescita economica nel lungo termine, ma non sempre gli investitori comuni riescono a intercettare questi rendimenti a causa dell’emotività che gli spingono a liquidare i loro investimenti solo dopo il loro crollo e vi fanno ritorno con molta calma e lentezza solo molto tempo dopo che i mercati abbiano iniziato a riprendersi.
La convalescenza psicologica del risparmiatore è molto più lunga di quanto ci mettano i mercati a riprendere la loro crescita.
Capire quando ci sarà una recessione è molto difficile, ma guardando ai mercati finanziari la curva dei tassi americana è stata spesso una efficace premonitrice.
Perché prestare il proprio capitale per due anni dovrebbe rendere di più che prestarlo per 10 se non ci fosse in previsione una diminuzione dei tassi che stimoli l’economia?
La curva dei tassi oggi si sta "appiattendo". Questo non significa che ci sia una recessione nel nostro futuro, ma sarà sicuramente un indicatore importante da prendere in considerazione.
Cosa possiamo fare per gestire al meglio i frutti del nostro lavoro che ci permetteranno di raggiungere i nostri obiettivi di serenità e sicurezza per la nostra famiglia?
Guardando al passato bisogna ricordare che le flessioni dei mercati sono continue e non dovrebbero più sorprenderci e farci modificare il nostro progetto basato su una completa diversificazione che segue, ma non abbocca alle mode del momento o alle spinte emotive anche esterne che spesso ci penalizzano nella scelta degli investimenti e ci spingono a fare l’opposto di quanto bisognerebbe fare.
Per approfondire l’argomento e leggere l’intero articolo cliccare sul seguente link: http://www.supportoinfinanza.com/goldilocks/
Partiamo dalla considerazione che dopo le temutissime elezioni a presidente americano di Trump siamo in piena luna di miele tra i mercati e l’economia reale. I dati economici nel 2017 sono stati superiori alle aspettative: crescita sincrona al di sopra del potenziale; diminuzione della disoccupazione, utili aziendali in forte crescita, assenza di spinte inflazionistiche.
Tale situazione da più parti è stata battezzata "Goldilocks".
Le banche centrali continuano ad essere i grandi attori di questo contesto. Gli interventi effettuati hanno continuato a rassicurare i mercati rispecchiando posizioni diverse nel ciclo di politica monetaria. La banca centrale USA ha prima annunciato e poi attivato un programma di normalizzazione del bilancio con una comunicazione in merito alle strategie e agli approcci. La Bank of England ha aumentato dello 0,25% il proprio tasso ufficiale mantenendo invariato il programma di acquisto di obbligazioni (Quantitative Easing). La BCE ha prolungato il suo programma di acquisti almeno fino a settembre 2018 dimezzandone però la quantità da gennaio confermando, altresì, la sua disponibilità ad aumentarlo nuovamente in risposta ad eventuali deterioramenti della situazione economica. La Bank of Japan ha mantenuto invariato il proprio orientamento di politica economica.
I risultati di questi programmi di acquisto nei mercati sono stati la comparsa dei tassi negativi per molti titoli di stato e una crescita del mercato azionario americano sino ai suoi massimi storici.
Il clima esuberante è coinciso con: nuovi cali delle oscillazioni/volatilità implicita delle azioni, delle obbligazioni e dei tassi di cambio; da nuovi massimi nella fiducia dei consumatori e dalla crescita del commercio, consumi e spesa per investimenti.
Sulla base delle tradizionali misure di valutazione di lungo termine alcuni mercati azionari sembrano cari; i dividendi delle società statunitensi, dalla grande crisi finanziaria, sono aumentati ad un ritmo molto più rapido e destano perplessità sulla loro sostenibilità nel lungo periodo; il potenziale rialzo della loro crescita potrebbe essere limitato.
Confrontando le quotazioni con i mercati obbligazionari l’esuberanza è meno evidente mentre una certa esuberanza è presente nelle obbligazioni societarie specie nel segmento high yield.
Con i rendimenti obbligazionari ai minimi, chi nei mercati finanziari cerca un’integrazione al suo reddito è costretto, per far fronte alle sue necessità, a rischiare di più a livello di capitale. Eppure, in questa continua caccia al rendimento non fanno altro che ciò che speravano di evitare con le obbligazioni: assumere un grado di rischio più alto.
Cosa potrebbe andare storto? Cosa non fa dormire la notte? Le crisi esogene possibili sono molteplici, la Corea del Nord o un conflitto in Medio Oriente non sono sotto il nostro controllo ...
Il primo fattore di rischio sono le politiche delle banche centrali. Se, per esempio, le previsioni di inflazione continuassero negli USA ad essere disattese, ma le politiche monetarie portassero ad un inasprimento troppo consistente e rapido tanto da provocare una recessione?
Le recessioni mediamente registrano una flessione dello S&P 500 di quasi il 28%.
Le azioni e le obbligazioni high yield registrano rendimenti positivi superiori al tasso di crescita economica nel lungo termine, ma non sempre gli investitori comuni riescono a intercettare questi rendimenti a causa dell’emotività che gli spingono a liquidare i loro investimenti solo dopo il loro crollo e vi fanno ritorno con molta calma e lentezza solo molto tempo dopo che i mercati abbiano iniziato a riprendersi.
La convalescenza psicologica del risparmiatore è molto più lunga di quanto ci mettano i mercati a riprendere la loro crescita.
Capire quando ci sarà una recessione è molto difficile, ma guardando ai mercati finanziari la curva dei tassi americana è stata spesso una efficace premonitrice.
Perché prestare il proprio capitale per due anni dovrebbe rendere di più che prestarlo per 10 se non ci fosse in previsione una diminuzione dei tassi che stimoli l’economia?
La curva dei tassi oggi si sta "appiattendo". Questo non significa che ci sia una recessione nel nostro futuro, ma sarà sicuramente un indicatore importante da prendere in considerazione.
Cosa possiamo fare per gestire al meglio i frutti del nostro lavoro che ci permetteranno di raggiungere i nostri obiettivi di serenità e sicurezza per la nostra famiglia?
Guardando al passato bisogna ricordare che le flessioni dei mercati sono continue e non dovrebbero più sorprenderci e farci modificare il nostro progetto basato su una completa diversificazione che segue, ma non abbocca alle mode del momento o alle spinte emotive anche esterne che spesso ci penalizzano nella scelta degli investimenti e ci spingono a fare l’opposto di quanto bisognerebbe fare.
Per approfondire l’argomento e leggere l’intero articolo cliccare sul seguente link: http://www.supportoinfinanza.com/goldilocks/
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