Grafologia Forense, Giudiziaria o Peritale?


Grafologia forense, giudiziaria o peritale? Cosa si cela dietro a questa pluralità di nomi, che fanno riferimento alla medesima disciplina?
Grafologia Forense, Giudiziaria o Peritale?
Perito grafologo Grafologo peritale, Grafologo forense... le definizioni si sprecano, ma la professione è sempre la stessa. Per capirci qualcosa, è bene chiarire con quale disciplina abbiamo a che fare.
La Grafologia Peritale (altresì detta Grafologia Giudiziaria o Grafologia Forense) rappresenta uno dei settori della scienza grafologica.
E’ bene precisare che, mentre gli altri ambiti specialistici (grafologia professionale, di coppia, famigliare, clinica ed evolutiva), seppur in modo diverso, hanno come fine quello di svolgere un’analisi di personalità (completa o mirata), la grafologia peritale si prefigge obiettivi diversi: l’indagine oggetto delle perizie grafologiche è infatti, a seconda dei casi, un’analisi di compatibilità/incompatibilità fra grafismi (casi di sospetta imitazione e dissimulazione), un accertamento di natura tecnica (casi di sospetta manomissione, datazione di documenti, cronologia appositiva dei tratti ecc.), o uno studio volto a indagare problemi particolari, spesso molto delicati: mano inerte, mano coatta e mano guidata, capacità d’intendere e di volere e... chi più ne ha più ne metta.
L’ambito di indagine della grafologia peritale comprende principalmente testamenti, firme, sigle e lettere anonime.
In passato, l’indagine veniva condotta principalmente su manoscritture e, in taluni casi, su dattiloscritti; di recente essa ha guadagnato nuove, importanti, "fette di mercato", gli scritti generati da stampanti, fax, e fotocopiatrici.
L’analisi di un documento manoscritto richiede innanzitutto nozioni di ordine grafologico: fondamentali sono infatti le conoscenze relative a semiologia grafica, movimento, ritmo e velocità del grafismo.
Altrettanto importante risulta la conoscenza e la corretta valutazione dei cosiddetti "segni fuggitivi", elementi istintivi e ineludibili del grafismo, altamente idiografici.
Ancora, il grafologo peritale deve tenere nel debito conto le leggi che regolano l’estrinsecarsi del tracciato grafico. Una per tutte, quella che stabilisce che all’aumento della velocità corrisponde sempre un aumento del grado di inclinazione.
Infine, non vanno dimenticate le nozioni relative alla neurofisiologia del gesto grafico e alle ripercussioni sul gesto di alcune sostanze d’abuso (sostanze alcoliche o psicoattive), patologie (Parkinson, Alzheimer, ma anche artrite, ictus ecc.) e fenomenologie legate all’invecchiamento.
L’analisi di un documento elettronico presuppone conoscenze relative al funzionamento delle macchine e ai loro difetti (ciò ai fini di stabilire l’attribuibilità di uno scritto ad una macchina piuttosto che ad un’altra), in particolare alle possibilità e modalità di operare delle interpolazioni (fra le più comuni, l’aggiunta o rimozione di testo).
L’analisi di un documento cartaceo, sia esso manoscritto o riprodotto mediante stampante, fax o altro dispositivo, è in ogni caso un’indagine documentale a 360° che presuppone, oltre alle conoscenze già illustrate, anche nozioni relative a materiali cartacei, strumenti scrittori e inchiostri.
Analisi grafologico-peritali possono essere condotte anche su scritti realizzati con materiali insoliti (bombolette spray, sangue, rossetto ecc.): piuttosto rari, questi casi rappresentano per il perito un’autentica sfida per la deperibilità del grafismo e l’atipicità dello strumento scrittorio impiegato.
L’ausilio di un’adeguata strumentazione è in ogni caso imprescindibile nella fase di indagine, fase in cui la corretta acquisizione del reperto assume un’importanza fondamentale in vista delle future conclusioni.

Articolo del:


di Laura De Biasi

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse