Ho davvero bisogno dell'architetto?
Di chi fidarsi e a chi affidarsi
Architetto di fiducia e fiducia nell'architetto. Cosa differenzia queste due espressioni?
La prima indica una persona che conosciamo o che ci e' stata raccomandata.
La seconda sta piu' a riassumere un percorso, ovvero: io cliente ho bisogno di un professionista (dall'architetto, al dentista, all'avvocato, ecc.), cerco questa figura professionale tramite conoscenze, internet, annunci, giornali.
Vaglio diverse candidature a seconda delle proposte e dei preventivi che mi vengono fatti e poi decido qual e' il professionista che fa al caso mio.
A questo punto si innesca un rapporto che necessariamente deve essere fiduciario per diversi punti che andiamo ad analizzare.
C'e' un detto che recita "se pensi che un professionista ti costi troppo, e' perche' non hai idea di quanto ti costerebbe un incompetente". Questa frase significa semplicemente che se ho ingaggiato e mi sono affidato ad un architetto e' perche' mi serve la sua preparazione e professionalita'. Quello che in principio potrebbe sembrarmi un costo, in realta' e' un risparmio non solo economico, ma di tempo e fatica.
Si fatica a fidarsi di professionisti che "vendono" un servizio, come gli architetti, perche' non e' un prodotto che posso provare, testare, guardare, ma e' qualcosa di intangibile, un'idea che finche' non viene realizzata materialmente, rimane impalpabile e astratta.
Questo suscita emozioni contrastanti: da un lato la paura di rimanere delusi , dall'altro la voglia di essere sorpresi.
E' come navigare verso un'isola sconosciuta, ci immaginiamo come potrebbe essere e quando arriviamo potrebbe essere proprio come ce l'aspettavamo oppure meglio, ma il punto e' che lo sappiamo solo all'approdo.
Per questo, a volte, si tende a voler intervenire sulla rotta, ma se continuo a virare, all'isola non arrivero' mai, ho assunto apposta un timoniere perche' mi guidi.
L'architetto e' il timoniere che deve guidarmi verso la realizzazione di un progetto che racchiuda le mie aspettative, le mie emozioni e anche qualcosa di inaspettato.
La sintonia con l'architetto, quindi, deve essere massima, dobbiamo creare una relazione di rispetto e fiducia per entrambi. Come professionista lui ha il dovere di ascoltare le mie esigenze e comprenderle; come cliente io ho il dovere di spiegare in modo chiaro le mie intenzioni, i miei bisogni e i miei desideri.
Una volta che abbiamo instaurato un rapporto di fiducia reciproca, il percorso sara' facilitato e lineare per entrambi, ma soprattutto soddisfacente per me, perche' vedro' realizzato qualcosa che rispecchia i miei desideri e bisogni, il mio modo d'essere e di presentarmi, perche' la casa, o anche un singolo ambiente di essa, deve assolvere a tutte le funzioni sia pratiche che d'immagine.
La prima indica una persona che conosciamo o che ci e' stata raccomandata.
La seconda sta piu' a riassumere un percorso, ovvero: io cliente ho bisogno di un professionista (dall'architetto, al dentista, all'avvocato, ecc.), cerco questa figura professionale tramite conoscenze, internet, annunci, giornali.
Vaglio diverse candidature a seconda delle proposte e dei preventivi che mi vengono fatti e poi decido qual e' il professionista che fa al caso mio.
A questo punto si innesca un rapporto che necessariamente deve essere fiduciario per diversi punti che andiamo ad analizzare.
C'e' un detto che recita "se pensi che un professionista ti costi troppo, e' perche' non hai idea di quanto ti costerebbe un incompetente". Questa frase significa semplicemente che se ho ingaggiato e mi sono affidato ad un architetto e' perche' mi serve la sua preparazione e professionalita'. Quello che in principio potrebbe sembrarmi un costo, in realta' e' un risparmio non solo economico, ma di tempo e fatica.
Si fatica a fidarsi di professionisti che "vendono" un servizio, come gli architetti, perche' non e' un prodotto che posso provare, testare, guardare, ma e' qualcosa di intangibile, un'idea che finche' non viene realizzata materialmente, rimane impalpabile e astratta.
Questo suscita emozioni contrastanti: da un lato la paura di rimanere delusi , dall'altro la voglia di essere sorpresi.
E' come navigare verso un'isola sconosciuta, ci immaginiamo come potrebbe essere e quando arriviamo potrebbe essere proprio come ce l'aspettavamo oppure meglio, ma il punto e' che lo sappiamo solo all'approdo.
Per questo, a volte, si tende a voler intervenire sulla rotta, ma se continuo a virare, all'isola non arrivero' mai, ho assunto apposta un timoniere perche' mi guidi.
L'architetto e' il timoniere che deve guidarmi verso la realizzazione di un progetto che racchiuda le mie aspettative, le mie emozioni e anche qualcosa di inaspettato.
La sintonia con l'architetto, quindi, deve essere massima, dobbiamo creare una relazione di rispetto e fiducia per entrambi. Come professionista lui ha il dovere di ascoltare le mie esigenze e comprenderle; come cliente io ho il dovere di spiegare in modo chiaro le mie intenzioni, i miei bisogni e i miei desideri.
Una volta che abbiamo instaurato un rapporto di fiducia reciproca, il percorso sara' facilitato e lineare per entrambi, ma soprattutto soddisfacente per me, perche' vedro' realizzato qualcosa che rispecchia i miei desideri e bisogni, il mio modo d'essere e di presentarmi, perche' la casa, o anche un singolo ambiente di essa, deve assolvere a tutte le funzioni sia pratiche che d'immagine.
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