HOME BIAS: uno tra gli errori più comuni degli investitori.
Perchè la maggior parte degli investitori italiani tendono perlopiù ad acquistare azioni, obbligazioni o titoli di stato italiani, invece che investire in titoli di società o Stati del resto del mondo?
Per effetti di un “pregiudizio cognitivo” che prende il nome di "#HomeBias".
Esso consiste nell’evidenza secondo la quale gli investitori preferiscono investire in titoli di aziende che sentono come più vicine, sia da un punto di vista della loro localizzazione (imprese nazionali o addirittura locali), sia per motivazioni affettive (senso di appartenenza) che derivano dall’illusione di conoscenza.
Il cervello preferisce investire in titoli di società di prodotti o servizi che quotidianamente vede o utilizza, illudendosi di conoscerne anche i dettagli economici e finanziari.
Errore, questo, che porta ad un altro grave errore: la mancanza di #diversificazione geografica. Mancanza che aumenta notevolmente il rischio di insuccesso.
Purtroppo agli italiani affetti da tale pregiudizio cognitivo è andata anche male.
Infatti, chi ha investito sul principale mercato azionario italiano (FTSE MIB), piuttosto che su quelli mondiali, dal 2004 ad oggi, ha perso il 20% del suo controvalore a fronte di un +110% dell'indice MSCI WORLD.
Ciò non vuol dire che non bisogna investire nelle azioni o nei mercati del proprio Paese, ma che semmai il rapporto con quelli esteri deve al massimo essere 80%-20% a favore di quest'ultimi, ed è già troppo. Nella realtà, spesso, avviene il contrario. L'80% del patrimonio suddiviso tra ENI, Telecom, Intesa, Enel e simili (titoli buttati qui a caso) ed il 20% investito sui mercati internazionali.
Un controsenso anche solo se si pensa che il mercato azionario italiano, in rapporto a quello mondiale, pesa per meno dell’1%!
Il progresso economico, il progresso tecnologico, l’evoluzione demografica nel mondo vanno avanti, ma non è detto che il proprio Paese, o tutte le aziende del proprio Paese, guidino o seguano di pari passo il progresso in atto.
Attenzione quindi all'effetto "Home Bias" e diversificare gli investimenti anche per area geografica.
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