I dialoghi tra le nostre "parti" interne
Noi ci mettiamo in gioco con le diverse nostre parti: il nostro senso di responsabilità, la nostra morale e il divertimento si intrecciano
Dalle osservazioni cliniche degli anni ’50, lo psichiatra americano Eric Berne (vedi mio articolo in data 12/10) individua delle elaborazioni differenti del pensiero, comportamento e reazioni emotive in una stessa persona che la portano ad avere comportamenti osservabili e differenziabili: il pensiero intuitivo, il pensiero logico, l’accettazione di comportamenti e stili incorporati dall’esterno e la loro coesistenza. Nel corso dei suoi studi, Berne teorizza dunque l’Io come formato da tre strutture ricomprese in una sola personalità, ovvero i tre Stati dell’Io, ognuno con le proprie funzioni. E’ importante sottolineare come in ogni struttura sia presente sia una componente di pensiero che di emozione, dalle quali originano comportamenti correlati e propri di quello Stato dell’Io. E’ durante gli anni delle osservazioni che Berne identifica la differenza tra una parte della personalità più intuitiva - che chiama Bambino - ed un’altra più logica - che chiama Adulto. Secondo lo sviluppo della personalità se ne mostrano diversi stadi fino ad arrivare alla presenza di entrambe nella persona adulta. Successivamente riconosce anche la parte che deriva dall’introiezione di pensieri, emozioni e stili comportamentali ricevuti dall’esterno, che chiama Genitore.
Berne li descrive così:
Lo stato dell’Io Bambino è un insieme di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento che risalgono alla nostra infanzia individuale. Il Bambino può manifestarsi sotto due forme: il Bambino Adattato, che esibisce un comportamento che si può dedurre essere sotto l’influenza Genitoriale, e il Bambino Naturale, che esibisce forme autonome di comportamento. Il Bambino Adattato e il Bambino Libero sono le due funzioni operative del Bambino.
Lo Stato dell’Io Adulto è caratterizzato da un insieme autonomo di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento che risultano appropriati (struttura fenomenologica): la funzione operativa dell’Adulto è l’elaborazione logica dei dati.
Lo Stato dell’Io Genitore è un insieme di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento incorporati dall’esterno. Anche per il Genitore Berne descrive due funzioni operative: il Genitore Normativo, che si manifesta con un insieme di atteggiamenti o messaggi di natura proibitiva o imperativa, i quali possono essere sintonici o distonici con i bisogni del Bambino, e il Genitore Affettivo, che si manifesta con un insieme di atteggiamenti e messaggi di natura permissiva che possono o no essere necessari e utili al Bambino.
Non si deve cadere nel facile errore di schematizzare i tre Stati dell’Io con tre comportamenti: il Bambino (B) non è solo emozioni, l’Adulto (A) non è solo pensiero logico e il Genitore (G) non è solo norme. I tre Stati sono un diverso modo di elaborazione di tutto quanto detto sopra.
Vediamo nella pratica che cosa significa nei diversi Stati dell’Io. E’ lunedì mattina e suona la sveglia. Mi giro nel letto dall’altra parte, ignorandola. Non posso pensare di lasciare il caldo accogliente del letto per andare in un gelido bagno. L’ufficio aspetterà (Bambino). Passano 5 minuti e tutto sommato riconsidero la mia situazione: prima o poi mi dovrò alzare, prima o poi dovrò passare dal caldo al freddo e tutto sommato il poi non è così lontano. In effetti mi conviene alzarmi e lavarmi ora, ed essere puntuale al lavoro (Adulto). Certo che se l’ufficio considerasse maggiormente i risultati e meno la puntualità. Ma al giorno d’oggi non c’è fiducia tra la gente e gli uffici sono ormai spersonalizzati, tanto impostati più sulla tecnologia che sui rapporti umani. Intanto mi alzo scuotendo la testa (Genitore).
Siamo dunque di fronte a comportamenti che abbiamo sperimentato od imparato nella nostra infanzia e reiterato nell’età adulta oppure frutto di considerazioni ed esperienze dell’adulto.
E' utile conoscerci di più, utile sapere come funzioniamo, per capirci e capire le nostre reazioni e per apprendere anche da quello che facciamo.
Berne li descrive così:
Lo stato dell’Io Bambino è un insieme di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento che risalgono alla nostra infanzia individuale. Il Bambino può manifestarsi sotto due forme: il Bambino Adattato, che esibisce un comportamento che si può dedurre essere sotto l’influenza Genitoriale, e il Bambino Naturale, che esibisce forme autonome di comportamento. Il Bambino Adattato e il Bambino Libero sono le due funzioni operative del Bambino.
Lo Stato dell’Io Adulto è caratterizzato da un insieme autonomo di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento che risultano appropriati (struttura fenomenologica): la funzione operativa dell’Adulto è l’elaborazione logica dei dati.
Lo Stato dell’Io Genitore è un insieme di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento incorporati dall’esterno. Anche per il Genitore Berne descrive due funzioni operative: il Genitore Normativo, che si manifesta con un insieme di atteggiamenti o messaggi di natura proibitiva o imperativa, i quali possono essere sintonici o distonici con i bisogni del Bambino, e il Genitore Affettivo, che si manifesta con un insieme di atteggiamenti e messaggi di natura permissiva che possono o no essere necessari e utili al Bambino.
Non si deve cadere nel facile errore di schematizzare i tre Stati dell’Io con tre comportamenti: il Bambino (B) non è solo emozioni, l’Adulto (A) non è solo pensiero logico e il Genitore (G) non è solo norme. I tre Stati sono un diverso modo di elaborazione di tutto quanto detto sopra.
Vediamo nella pratica che cosa significa nei diversi Stati dell’Io. E’ lunedì mattina e suona la sveglia. Mi giro nel letto dall’altra parte, ignorandola. Non posso pensare di lasciare il caldo accogliente del letto per andare in un gelido bagno. L’ufficio aspetterà (Bambino). Passano 5 minuti e tutto sommato riconsidero la mia situazione: prima o poi mi dovrò alzare, prima o poi dovrò passare dal caldo al freddo e tutto sommato il poi non è così lontano. In effetti mi conviene alzarmi e lavarmi ora, ed essere puntuale al lavoro (Adulto). Certo che se l’ufficio considerasse maggiormente i risultati e meno la puntualità. Ma al giorno d’oggi non c’è fiducia tra la gente e gli uffici sono ormai spersonalizzati, tanto impostati più sulla tecnologia che sui rapporti umani. Intanto mi alzo scuotendo la testa (Genitore).
Siamo dunque di fronte a comportamenti che abbiamo sperimentato od imparato nella nostra infanzia e reiterato nell’età adulta oppure frutto di considerazioni ed esperienze dell’adulto.
E' utile conoscerci di più, utile sapere come funzioniamo, per capirci e capire le nostre reazioni e per apprendere anche da quello che facciamo.
Articolo del: