I diritti dei figli dopo la separazione
Spesso nelle controversie di separazione e divorzio assistiamo `all'utilizzo` dei figli quale strumento per colpire l’altro coniuge
I figli non sono trofei da conquistare ed esibire.
Spesso, nelle controversie di separazione e divorzio, assistiamo "all'utilizzo" dei figli quale strumento per colpire l’altro coniuge; la coppia piuttosto che salvaguardare gli interessi del figlio, i suoi bisogni, le sue aspettative tende a conferirgli il ruolo di alleato ed il minore, già provato da una crisi familiare che lo ha segnato, si sente responsabile, in parte, del fallimento della propria famiglia. A tale stato di cose si aggiunge il conflitto tra il genitore presso cui è collocato il figlio che ostacolerà i rapporti con l’ex coniuge e il genitore che "ha perso" e che, pertanto, vuole recuperare. Il figlio viene posto dai genitori, come "strumento" per denigrare il coniuge, per diradare i rapporti da un lato ed enfatizzarne altri, si apre una guerra anche a chi tra i due genitori appare migliore agli occhi del figlio, a chi concede maggiormente contro chi, è costretto ad essere più duro, più severo, si perde quella complicità tra genitori volta a crescere e ad educare nel migliore dei modi il figlio, probabilmente perché nella crisi di coppia i coniugi dimenticano il ruolo di genitori, ruolo che permarrà per tutta la vita, a prescindere dalla disgregazione o dall’unità della famiglia.
Ci si dimentica che la legge ha riconosciuto al minore il diritto alla propria famiglia, e che la Convenzione sui diritti dell’infanzia dell’Onu prevede il diritto del bambino a conservare le sue relazioni familiari con entrambi i genitori. Conseguentemente esiste un diritto del bambino a conservare la genitorialità, diritto in virtù del quale dovrebbe essere sempre favorito il mantenimento di un rapporto continuo e costante tra il minore ed il genitore da cui vive separato.
Il nostro ordinamento prevede solo una sanzione per il genitore che si sottrae ai doveri economici, non è previsto alcunché per il genitore non collocatario che non visiti mai il figlio, che non mantenga rapporti con lo stesso, che non scriva o non dia notizia di sé.
Probabilmente il vuoto del nostro ordinamento è dato dal disinteresse verso doveri che non siano di natura economica, come se nell’ambito di un procedimento di separazione e /o divorzio, a primeggiare sia soltanto l’aspetto economico e non anche quello legato a relazioni familiari e affettive.Forse, tale stato di cose, è dato anche (e soprattutto) dall’interesse che manifesta il genitore convivente con il minore; un interesse nient’altro che monetario; il genitore spesso dimentica di curare la sfera affettiva del figlio, come se un genitore potesse essere sufficiente a colmare quel vuoto lasciato dalla latitanza dell’altro che in seguito alla separazione, ha dimenticato di essere tale.
Visto e considerato che è previsto un diritto alla famiglia e alla genitorialità ma non sono predisposti, ad oggi, gli strumenti opportuni affinché questi diritti dei minori trovino concreta applicazione, sarebbe opportuno che ogni genitore, convivente e non, tutelasse il proprio figlio, la sfera affettiva di questo e tutto quanto sia indispensabile e fondamentale per la crescita e la formazione della persona. Responsabilizziamoci quindi come genitori, tralasciamo le inutili guerre tra ex coniugi, un giorno i nostri figli potranno solo ringraziarci ed essere fieri di come, anche da una separazione, possa permanere sempre e comunque l’amore per i propri figli.
Perché l’amore tra coniugi può anche finire, ma quello per i propri figli mai, ed il miglior regalo che possiamo loro fare è quello di tutelare i loro diritti, in particolare il diritto a mantenere rapporti con entrambi i genitori, in maniera del tutto equa, civile e responsabile.
Spesso, nelle controversie di separazione e divorzio, assistiamo "all'utilizzo" dei figli quale strumento per colpire l’altro coniuge; la coppia piuttosto che salvaguardare gli interessi del figlio, i suoi bisogni, le sue aspettative tende a conferirgli il ruolo di alleato ed il minore, già provato da una crisi familiare che lo ha segnato, si sente responsabile, in parte, del fallimento della propria famiglia. A tale stato di cose si aggiunge il conflitto tra il genitore presso cui è collocato il figlio che ostacolerà i rapporti con l’ex coniuge e il genitore che "ha perso" e che, pertanto, vuole recuperare. Il figlio viene posto dai genitori, come "strumento" per denigrare il coniuge, per diradare i rapporti da un lato ed enfatizzarne altri, si apre una guerra anche a chi tra i due genitori appare migliore agli occhi del figlio, a chi concede maggiormente contro chi, è costretto ad essere più duro, più severo, si perde quella complicità tra genitori volta a crescere e ad educare nel migliore dei modi il figlio, probabilmente perché nella crisi di coppia i coniugi dimenticano il ruolo di genitori, ruolo che permarrà per tutta la vita, a prescindere dalla disgregazione o dall’unità della famiglia.
Ci si dimentica che la legge ha riconosciuto al minore il diritto alla propria famiglia, e che la Convenzione sui diritti dell’infanzia dell’Onu prevede il diritto del bambino a conservare le sue relazioni familiari con entrambi i genitori. Conseguentemente esiste un diritto del bambino a conservare la genitorialità, diritto in virtù del quale dovrebbe essere sempre favorito il mantenimento di un rapporto continuo e costante tra il minore ed il genitore da cui vive separato.
Il nostro ordinamento prevede solo una sanzione per il genitore che si sottrae ai doveri economici, non è previsto alcunché per il genitore non collocatario che non visiti mai il figlio, che non mantenga rapporti con lo stesso, che non scriva o non dia notizia di sé.
Probabilmente il vuoto del nostro ordinamento è dato dal disinteresse verso doveri che non siano di natura economica, come se nell’ambito di un procedimento di separazione e /o divorzio, a primeggiare sia soltanto l’aspetto economico e non anche quello legato a relazioni familiari e affettive.Forse, tale stato di cose, è dato anche (e soprattutto) dall’interesse che manifesta il genitore convivente con il minore; un interesse nient’altro che monetario; il genitore spesso dimentica di curare la sfera affettiva del figlio, come se un genitore potesse essere sufficiente a colmare quel vuoto lasciato dalla latitanza dell’altro che in seguito alla separazione, ha dimenticato di essere tale.
Visto e considerato che è previsto un diritto alla famiglia e alla genitorialità ma non sono predisposti, ad oggi, gli strumenti opportuni affinché questi diritti dei minori trovino concreta applicazione, sarebbe opportuno che ogni genitore, convivente e non, tutelasse il proprio figlio, la sfera affettiva di questo e tutto quanto sia indispensabile e fondamentale per la crescita e la formazione della persona. Responsabilizziamoci quindi come genitori, tralasciamo le inutili guerre tra ex coniugi, un giorno i nostri figli potranno solo ringraziarci ed essere fieri di come, anche da una separazione, possa permanere sempre e comunque l’amore per i propri figli.
Perché l’amore tra coniugi può anche finire, ma quello per i propri figli mai, ed il miglior regalo che possiamo loro fare è quello di tutelare i loro diritti, in particolare il diritto a mantenere rapporti con entrambi i genitori, in maniera del tutto equa, civile e responsabile.
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