I mercati finanziari...ci emozioniamo?
L”hard landing”, la “new normal” e l”inflation target” fanno parte del nostro linguaggio corrente?

Siamo alle solite, l’inglese ci affascina, ci perseguita e ci apre al mondo della finanza mondiale. Questa apertura cosa ci porta? Tutto ciò che non riusciamo a ben definire ci porta a pensare ed a volte ad agire nel modo non sempre opportuno.
Negli ultimi 18/24 mesi abbiamo assistito ad una serie di eventi che hanno fatto tremare i polsi anche agli addetti ai lavori:
- la sostenibilità dei conti pubblici Greci; Il timore del rallentamento dello sviluppo cinese; Brexit; La crisi petrolifera; Le banche possono fallire; Le obbligazioni emesse dalle banche non sono più garantite; I titoli di stato stessi dal 2013 non lo sono più; Il "mattone" non rende più.... Anzi; E le pensioni?
La tempesta dei mercati finanziari non sembra aver fine e gli eventi descritti hanno un diretto impatto sui mercati finanziari.
Tutto questo ci lascia indifferenti? Non credo. Quando parliamo di denaro ci vengono in mente tutti i sacrifici fatti per ottenerlo, per accumularlo per la serenità nostra e della nostra famiglia.
Proprio per questo quando il "cuore" nell’agire supera il "cervello" siamo portati a commettere degli errori. Quali sono gli atteggiamenti più frequenti?
Molto spesso siamo portati a crearci degli appigli mentali nei momenti d’incertezza, punti di riferimento. Nel caso degli investimenti il tipico "ancoraggio" è il prezzo di acquisto di un titolo o di un fondo, portandoci a ragionare al passato e non alle prospettive future.
Nel caso dell’informazione, molto spesso ce ne è troppa e portata ad un approccio superficiale basandoci su elementi disponibili ma non sempre rilevanti.
Infine, siamo portati a ragionare per analogie, similitudini e stereotipi che portano ad un ragionamento comune ma spesso sbagliato, come nel caso: se un titolo è più sicuro, ha solide basi non può essere anche quello che offre un rendimento più elevato (perché dovrebbe farlo?).
Il nostro atteggiamento non è esclusivo, ma facilmente replicabile sui mercati finanziari che innalzano la loro volatilità alla più piccola folata di vento.
Ma la volatilità dei mercati non l’ha sicuramente inventata l’era moderna, anzi, qualsiasi periodo, di qualsiasi indice finanziario vogliamo prendere in considerazione la troveremo. Provate a prendere il grafico di un qualsiasi indice azionario negli ultimi 30/50/100 anni, ha sempre un andamento costante o vi sembra di stare sulle montagne russe? Lo stesso vale per un indice obbligazionario a lunga gittata.
Questo significa che la volatilità c’è, c’è sempre stata e ci sarà. La volatilità "is normal" tornando all’inglesismo iniziale.
Pertanto il rendimento del "nostro portafoglio" lo facciamo noi non i "mercati".
Cosa fare? Continuiamo a farci influenzare da tutto ciò che ci circonda o diventiamo protagonisti del "Nostro Denaro"?
Non è così difficile.
Cominciamo a focalizzare i nostri obiettivi, diamo un nome ai nostri soldi, come li vogliamo spendere? Tutti e subito o gli diamo un nome affiancandoli a degli obiettivi ben precisi?
Questo approccio ci aiuta a pianificare il nostro futuro. E come? Utilizzando tre semplici regole:
- Diversificando utilizzando strumenti di tecnologia adeguati e lasciamo stare il fai da te
- Canalizziamo il denaro nel tempo (un po’ alla volta)
- Mantenere la giusta liquidità per sfruttare la volatilità che si potrà presentare
Praticamente il "tempo", la "costanza" e l’"adeguata rischiosità" ci permetteranno di raggiungere i nostri obiettivi senza farci influenzare da ciò che ci circonda.
Negli ultimi 18/24 mesi abbiamo assistito ad una serie di eventi che hanno fatto tremare i polsi anche agli addetti ai lavori:
- la sostenibilità dei conti pubblici Greci; Il timore del rallentamento dello sviluppo cinese; Brexit; La crisi petrolifera; Le banche possono fallire; Le obbligazioni emesse dalle banche non sono più garantite; I titoli di stato stessi dal 2013 non lo sono più; Il "mattone" non rende più.... Anzi; E le pensioni?
La tempesta dei mercati finanziari non sembra aver fine e gli eventi descritti hanno un diretto impatto sui mercati finanziari.
Tutto questo ci lascia indifferenti? Non credo. Quando parliamo di denaro ci vengono in mente tutti i sacrifici fatti per ottenerlo, per accumularlo per la serenità nostra e della nostra famiglia.
Proprio per questo quando il "cuore" nell’agire supera il "cervello" siamo portati a commettere degli errori. Quali sono gli atteggiamenti più frequenti?
Molto spesso siamo portati a crearci degli appigli mentali nei momenti d’incertezza, punti di riferimento. Nel caso degli investimenti il tipico "ancoraggio" è il prezzo di acquisto di un titolo o di un fondo, portandoci a ragionare al passato e non alle prospettive future.
Nel caso dell’informazione, molto spesso ce ne è troppa e portata ad un approccio superficiale basandoci su elementi disponibili ma non sempre rilevanti.
Infine, siamo portati a ragionare per analogie, similitudini e stereotipi che portano ad un ragionamento comune ma spesso sbagliato, come nel caso: se un titolo è più sicuro, ha solide basi non può essere anche quello che offre un rendimento più elevato (perché dovrebbe farlo?).
Il nostro atteggiamento non è esclusivo, ma facilmente replicabile sui mercati finanziari che innalzano la loro volatilità alla più piccola folata di vento.
Ma la volatilità dei mercati non l’ha sicuramente inventata l’era moderna, anzi, qualsiasi periodo, di qualsiasi indice finanziario vogliamo prendere in considerazione la troveremo. Provate a prendere il grafico di un qualsiasi indice azionario negli ultimi 30/50/100 anni, ha sempre un andamento costante o vi sembra di stare sulle montagne russe? Lo stesso vale per un indice obbligazionario a lunga gittata.
Questo significa che la volatilità c’è, c’è sempre stata e ci sarà. La volatilità "is normal" tornando all’inglesismo iniziale.
Pertanto il rendimento del "nostro portafoglio" lo facciamo noi non i "mercati".
Cosa fare? Continuiamo a farci influenzare da tutto ciò che ci circonda o diventiamo protagonisti del "Nostro Denaro"?
Non è così difficile.
Cominciamo a focalizzare i nostri obiettivi, diamo un nome ai nostri soldi, come li vogliamo spendere? Tutti e subito o gli diamo un nome affiancandoli a degli obiettivi ben precisi?
Questo approccio ci aiuta a pianificare il nostro futuro. E come? Utilizzando tre semplici regole:
- Diversificando utilizzando strumenti di tecnologia adeguati e lasciamo stare il fai da te
- Canalizziamo il denaro nel tempo (un po’ alla volta)
- Mantenere la giusta liquidità per sfruttare la volatilità che si potrà presentare
Praticamente il "tempo", la "costanza" e l’"adeguata rischiosità" ci permetteranno di raggiungere i nostri obiettivi senza farci influenzare da ciò che ci circonda.
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