I piani individuali di risparmio
Cosa sono e quali agevolazioni hanno i piani individuali di risparmio
La novità del 2017 nel panorama finanziario italiano: arrivano i PIR
Arrivano in Italia i Piani individuali di risparmio (da ora in poi Pir), ossia veri e propri piani di risparmio a lungo termine che prevedono l’azzeramento dell’imposta sui redditi generati dall’investimento (l’aliquota attuale è del 26%) e l’esenzione delle imposte di successione e donazione.
Stando infatti a quanto contenuto nella legge di Bilancio 2017, i risparmiatori italiani potranno contare su importanti benefici fiscali relativi agli investimenti, a patto di puntare sulle PMI (piccole e medie imprese) e di avere un’ottica di lungo termine; novità quindi importante in questo 2017 per l'Italia (dopo che già Francia e Gran Bretagna hanno sperimentato questa forma di investimento negli anni passati) che con il debutto dei PIR, come contenitori fiscali all’interno dei quali i risparmiatori potranno collocare qualsiasi tipologia di strumento finanziario siano essi azioni, bond, quote di fondi o ETF, da una nuova possibilità di investimento per favorire l’accesso di capitale verso le aziende italiane di ridotte dimensioni.
Si hanno solo due vincoli da seguire per poter aderire all'iniziativa dei Pir:
investire almeno il 70% in strumenti finanziari di aziende italiane quotate ed il 30% di questa quota, quindi il 21% dell’investimento complessivo, deve essere composto da società non presenti nel Ftse Mib, in modo da far affluire il denaro su aziende anche medio-piccole ossia quelle quotate sui listini alternativi come Aim, per esempio (l'AIM è il mercato delle pmi creato da Piazza Affari che oggi ospita 79 aziende quotate, poche rispetto al gemello della borsa di Londra che ne conta oltre 3 mila. Per questo motivo un rilancio dell’Aim potrebbe essere ottenuto attraverso maggiori incentivi fiscali per investire in pmi).Il secondo paletto è di ordine temporale: se si mantiene l’investimento per almeno cinque anni, al termine di questo periodo non è dovuto il pagamento dell’aliquota sui guadagni eventualmente generati. La prospettiva è interessante, se si considera che oggi sui guadagni finanziari è previsto un prelievo fiscale del 26%, con l’eccezione del 12,5% per i titoli di Stato.
Si tratta, quindi, di strumenti che danno diritto alla detassazione a patto di tenerli per almeno cinque anni e fino al tetto di 150 mila euro (al massimo 30 mila euro l’anno). In caso di estinzione anticipata, invece, le tasse sono dovute (con interessi).
Ricordiamo che le famiglie hanno una ricchezza mobiliare che la Banca d’Italia valuta in circa 3.800 miliardi, un importo che con effetto immediato fa capire quanto può essere il potenziale di questo strumento innovativo nel panorama italiano!
Arrivano in Italia i Piani individuali di risparmio (da ora in poi Pir), ossia veri e propri piani di risparmio a lungo termine che prevedono l’azzeramento dell’imposta sui redditi generati dall’investimento (l’aliquota attuale è del 26%) e l’esenzione delle imposte di successione e donazione.
Stando infatti a quanto contenuto nella legge di Bilancio 2017, i risparmiatori italiani potranno contare su importanti benefici fiscali relativi agli investimenti, a patto di puntare sulle PMI (piccole e medie imprese) e di avere un’ottica di lungo termine; novità quindi importante in questo 2017 per l'Italia (dopo che già Francia e Gran Bretagna hanno sperimentato questa forma di investimento negli anni passati) che con il debutto dei PIR, come contenitori fiscali all’interno dei quali i risparmiatori potranno collocare qualsiasi tipologia di strumento finanziario siano essi azioni, bond, quote di fondi o ETF, da una nuova possibilità di investimento per favorire l’accesso di capitale verso le aziende italiane di ridotte dimensioni.
Si hanno solo due vincoli da seguire per poter aderire all'iniziativa dei Pir:
investire almeno il 70% in strumenti finanziari di aziende italiane quotate ed il 30% di questa quota, quindi il 21% dell’investimento complessivo, deve essere composto da società non presenti nel Ftse Mib, in modo da far affluire il denaro su aziende anche medio-piccole ossia quelle quotate sui listini alternativi come Aim, per esempio (l'AIM è il mercato delle pmi creato da Piazza Affari che oggi ospita 79 aziende quotate, poche rispetto al gemello della borsa di Londra che ne conta oltre 3 mila. Per questo motivo un rilancio dell’Aim potrebbe essere ottenuto attraverso maggiori incentivi fiscali per investire in pmi).Il secondo paletto è di ordine temporale: se si mantiene l’investimento per almeno cinque anni, al termine di questo periodo non è dovuto il pagamento dell’aliquota sui guadagni eventualmente generati. La prospettiva è interessante, se si considera che oggi sui guadagni finanziari è previsto un prelievo fiscale del 26%, con l’eccezione del 12,5% per i titoli di Stato.
Si tratta, quindi, di strumenti che danno diritto alla detassazione a patto di tenerli per almeno cinque anni e fino al tetto di 150 mila euro (al massimo 30 mila euro l’anno). In caso di estinzione anticipata, invece, le tasse sono dovute (con interessi).
Ricordiamo che le famiglie hanno una ricchezza mobiliare che la Banca d’Italia valuta in circa 3.800 miliardi, un importo che con effetto immediato fa capire quanto può essere il potenziale di questo strumento innovativo nel panorama italiano!
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