I Piani Individuali di Risparmio - P.I.R.
Cosa sono, come funzionano e quali sono i vantaggi del nuovo strumento finanziario
I Piani Individuali di Risparmio a lungo termine o P.I.R., sono stati introdotti con l’ultima legge di Bilancio, la 232 dell’11 dicembre 2016 (legge di stabilità 2017, art. 1 commi 100-114, sezione relativa alle misure per la crescita economica), e seguono lo schema già collaudato in Francia (PEA) e in Gran Bretagna (ISAS), dove sono attivi già dagli anni ‘90.
Sono "contenitori fiscali" dedicati principalmente ai piccoli investitori, persone fisiche che effettuano investimenti al di fuori dell’esercizio di impresa, capaci di veicolare i risparmi verso le aziende italiane e in particolare verso le piccole e medie imprese permettendo alcuni interessanti vantaggi di natura fiscale.
L’investimento è di medio/lungo termine, deve essere intrapreso con una quota minima di 500€ fino ad un importo massimo, per ciascun anno solare, di 30.000€, con un limite complessivo di 150.000€; è individuale e quindi non cointestabile e non è possibile sottoscriverne due contemporaneamente.
Le risorse raccolte in un P.I.R. potranno essere investite in diversi strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni o quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR), con alcuni vincoli. Il comma 102 prevede infatti che tali somme debbano essere investite per almeno il 70% del loro valore complessivo in strumenti finanziari emessi da imprese italiane o da imprese europee purché abbiano una stabile organizzazione in Italia. Almeno il 30% del 70% precedente, ovvero almeno il 21% del totale patrimonio deve essere destinato a strumenti emessi da imprese diverse rispetto a quelle incluse nel FTSE Mib, prendendo in considerazione, quindi, aziende di dimensioni minori (PMI) come quelle quotate nei segmenti MidCap (titoli a media capitalizzazione), Star (Segmento Titoli con alti requisiti) o AIM (Alternative Investment Market, gestito da Borsa Italiana che comprende Aziende con alto potenziale di crescita).
Tale vincolo ha la finalità di canalizzare il risparmio delle famiglie verso investimenti produttivi e, in particolare, verso imprese per le quali è maggiore il fabbisogno finanziario avendo difficoltà a reperire risorse tramite il canale bancario tradizionale, al fine di favorire il processo di crescita e di sviluppo del sistema imprenditoriale italiano e dell’economia reale del Paese attraverso, quindi, canali di finanziamento alternativi.
Altro vincolo è previsto dal comma 103, un limite alla concentrazione, ossia il patrimonio del P.I.R. non può essere investito per una quota superiore al 10% del suo valore in strumenti finanziari emessi da uno stesso emittente o da società appartenenti al medesimo gruppo al fine di garantire un adeguato livello di diversificazione per il cliente.
Il principale beneficio derivante dalla sottoscrizione di un P.I.R. è sicuramente di natura fiscale (comma 100); infatti, è prevista la completa esenzione dalle imposte sul capital gain, a condizione che l’investimento sia mantenuto per almeno cinque anni dalla data di acquisto (comma 106), e sui rendimenti (cedole/dividendi) percepiti. Questo significa risparmiare il 26% di tassazione sulle plusvalenze maturate e i guadagni realizzati sono da considerarsi netti. Questi importi, capitalizzati nel lungo periodo, possono diventare davvero considerevoli.
In caso di cessione prima dei cinque anni, i redditi realizzati attraverso la vendita e quelli percepiti durante il periodo minimo sono soggetti a imposizione secondo le regole ordinarie con l’obbligo di corrispondere le imposte non pagate più gli interessi, senza però l’applicazione di sanzioni (comma 107). E’ prevista anche l’esenzione dall’imposta di successione in caso di trasferimento mortis causa degli strumenti detenuti nel piano di risparmio (comma 114). Rimane a carico dell’investitore, invece, l’imposta di bollo.
Come tutti gli strumenti finanziari, anche i Piani Individuali di Risparmio devono essere attentamente valutati nell’implementazione della propria pianificazione finanziaria. Bisogna comprenderne in modo chiaro i vantaggi e i possibili rischi che ci si assume sottoscrivendoli e verificarne il giusto orizzonte temporale, ma se inseriti in modo coerente con i propri bisogni finanziari e progetti di vita, i P.I.R. sono senza ombra di dubbio una ottima soluzione di diversificazione.
Sono "contenitori fiscali" dedicati principalmente ai piccoli investitori, persone fisiche che effettuano investimenti al di fuori dell’esercizio di impresa, capaci di veicolare i risparmi verso le aziende italiane e in particolare verso le piccole e medie imprese permettendo alcuni interessanti vantaggi di natura fiscale.
L’investimento è di medio/lungo termine, deve essere intrapreso con una quota minima di 500€ fino ad un importo massimo, per ciascun anno solare, di 30.000€, con un limite complessivo di 150.000€; è individuale e quindi non cointestabile e non è possibile sottoscriverne due contemporaneamente.
Le risorse raccolte in un P.I.R. potranno essere investite in diversi strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni o quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR), con alcuni vincoli. Il comma 102 prevede infatti che tali somme debbano essere investite per almeno il 70% del loro valore complessivo in strumenti finanziari emessi da imprese italiane o da imprese europee purché abbiano una stabile organizzazione in Italia. Almeno il 30% del 70% precedente, ovvero almeno il 21% del totale patrimonio deve essere destinato a strumenti emessi da imprese diverse rispetto a quelle incluse nel FTSE Mib, prendendo in considerazione, quindi, aziende di dimensioni minori (PMI) come quelle quotate nei segmenti MidCap (titoli a media capitalizzazione), Star (Segmento Titoli con alti requisiti) o AIM (Alternative Investment Market, gestito da Borsa Italiana che comprende Aziende con alto potenziale di crescita).
Tale vincolo ha la finalità di canalizzare il risparmio delle famiglie verso investimenti produttivi e, in particolare, verso imprese per le quali è maggiore il fabbisogno finanziario avendo difficoltà a reperire risorse tramite il canale bancario tradizionale, al fine di favorire il processo di crescita e di sviluppo del sistema imprenditoriale italiano e dell’economia reale del Paese attraverso, quindi, canali di finanziamento alternativi.
Altro vincolo è previsto dal comma 103, un limite alla concentrazione, ossia il patrimonio del P.I.R. non può essere investito per una quota superiore al 10% del suo valore in strumenti finanziari emessi da uno stesso emittente o da società appartenenti al medesimo gruppo al fine di garantire un adeguato livello di diversificazione per il cliente.
Il principale beneficio derivante dalla sottoscrizione di un P.I.R. è sicuramente di natura fiscale (comma 100); infatti, è prevista la completa esenzione dalle imposte sul capital gain, a condizione che l’investimento sia mantenuto per almeno cinque anni dalla data di acquisto (comma 106), e sui rendimenti (cedole/dividendi) percepiti. Questo significa risparmiare il 26% di tassazione sulle plusvalenze maturate e i guadagni realizzati sono da considerarsi netti. Questi importi, capitalizzati nel lungo periodo, possono diventare davvero considerevoli.
In caso di cessione prima dei cinque anni, i redditi realizzati attraverso la vendita e quelli percepiti durante il periodo minimo sono soggetti a imposizione secondo le regole ordinarie con l’obbligo di corrispondere le imposte non pagate più gli interessi, senza però l’applicazione di sanzioni (comma 107). E’ prevista anche l’esenzione dall’imposta di successione in caso di trasferimento mortis causa degli strumenti detenuti nel piano di risparmio (comma 114). Rimane a carico dell’investitore, invece, l’imposta di bollo.
Come tutti gli strumenti finanziari, anche i Piani Individuali di Risparmio devono essere attentamente valutati nell’implementazione della propria pianificazione finanziaria. Bisogna comprenderne in modo chiaro i vantaggi e i possibili rischi che ci si assume sottoscrivendoli e verificarne il giusto orizzonte temporale, ma se inseriti in modo coerente con i propri bisogni finanziari e progetti di vita, i P.I.R. sono senza ombra di dubbio una ottima soluzione di diversificazione.
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