I PIR (Piani Individuali di Risparmio) convengono?
I PIR (acronimo di Piani Individuali di Risparmio) sono nuovi strumenti finanziari che stanno avendo molto successo tra i risparmiatori
CHE COSA SONO I PIR
Sono strumenti finanziari che godono di agevolazioni fiscali a fronte di qualche vincolo:
- Investono sia in azioni, sia in obbligazioni, privilegiando le piccole e medie imprese italiane;
- Permettono l’esenzione totale da imposte se mantenuti per almeno 5 anni;
- Ogni risparmiatore potrà investire al massimo 30.000 Euro l’anno per non più di 5 anni.
SONO CONVENIENTI?
I PIR possono essere offerti dagli intermediari sotto tre forme: Fondo comune d’investimento, polizza, ETF.
Abbiamo analizzato queste tre forme prendendo il prodotto più caro per ciascuna categoria, ipotizzando l’investimento di 30.000 euro e un rendimento annuo del 5% per 5 anni. Nella tabella seguente sono esposti i risultati dell’analisi:
Strumenti Controvalore Plusvalenza Costi totali % Guadagno % Guadagno
al 5° anno netta intermediario Cliente
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
INDICE 38.288,45 8.288,45 0,00 0,00% 100%
FONDO 33.101,02 3.101,02 4.659,40 60,04% 40%
POLIZZA 29.557,99 -442,01 7.754,70 106,04% -6%
ETF 37.564,68 7.564,68 688,06 8,34% 92%
L’indice non è uno strumento, ma rappresenta il mercato o il benchmark. E’ con l’indice che è stato effettuato il confronto di ciascuno strumento.
L’indice ci dice che, se non ci fossero costi, investendo 30.000 Euro il primo anno, questi diventerebbero 38.288,45 dopo 5 anni con una plusvalenza netta di 8.288,45 Euro. Tale plusvalenza, non essendoci costi va tutto a costituire guadagno per il Cliente. E’ in questo modo che si legge la tabella anche per i tre strumenti indicati.
Il più caro è la polizza: dopo 5 anni il Cliente non ha ancora recuperato quanto investito e ha una perdita del 6%, in compenso, tramite i costi, tutta la plusvalenza e oltre è andata all’intermediario.
Con il fondo va un po’ meglio: il Cliente guadagna il 40% del totale delle plusvalenze.
L’ETF infine remunera correttamente il Cliente trattenendo dei costi adeguati.
QUINDI?
Quindi, come al solito, se il risparmiatore non è attento a ciò che acquista, a beneficiare maggiormente dei PIR saranno gli intermediari (banche, assicurazioni, promotori) e il vantaggio fiscale sarà solo un’illusione.
Sono strumenti finanziari che godono di agevolazioni fiscali a fronte di qualche vincolo:
- Investono sia in azioni, sia in obbligazioni, privilegiando le piccole e medie imprese italiane;
- Permettono l’esenzione totale da imposte se mantenuti per almeno 5 anni;
- Ogni risparmiatore potrà investire al massimo 30.000 Euro l’anno per non più di 5 anni.
SONO CONVENIENTI?
I PIR possono essere offerti dagli intermediari sotto tre forme: Fondo comune d’investimento, polizza, ETF.
Abbiamo analizzato queste tre forme prendendo il prodotto più caro per ciascuna categoria, ipotizzando l’investimento di 30.000 euro e un rendimento annuo del 5% per 5 anni. Nella tabella seguente sono esposti i risultati dell’analisi:
Strumenti Controvalore Plusvalenza Costi totali % Guadagno % Guadagno
al 5° anno netta intermediario Cliente
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INDICE 38.288,45 8.288,45 0,00 0,00% 100%
FONDO 33.101,02 3.101,02 4.659,40 60,04% 40%
POLIZZA 29.557,99 -442,01 7.754,70 106,04% -6%
ETF 37.564,68 7.564,68 688,06 8,34% 92%
L’indice non è uno strumento, ma rappresenta il mercato o il benchmark. E’ con l’indice che è stato effettuato il confronto di ciascuno strumento.
L’indice ci dice che, se non ci fossero costi, investendo 30.000 Euro il primo anno, questi diventerebbero 38.288,45 dopo 5 anni con una plusvalenza netta di 8.288,45 Euro. Tale plusvalenza, non essendoci costi va tutto a costituire guadagno per il Cliente. E’ in questo modo che si legge la tabella anche per i tre strumenti indicati.
Il più caro è la polizza: dopo 5 anni il Cliente non ha ancora recuperato quanto investito e ha una perdita del 6%, in compenso, tramite i costi, tutta la plusvalenza e oltre è andata all’intermediario.
Con il fondo va un po’ meglio: il Cliente guadagna il 40% del totale delle plusvalenze.
L’ETF infine remunera correttamente il Cliente trattenendo dei costi adeguati.
QUINDI?
Quindi, come al solito, se il risparmiatore non è attento a ciò che acquista, a beneficiare maggiormente dei PIR saranno gli intermediari (banche, assicurazioni, promotori) e il vantaggio fiscale sarà solo un’illusione.
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