I segnali di allerta nelle pmi
Le PMI. Criticità. Report Cerved 2018
. Conclusioni
. Conclusioni
PMI: cosa sono
Si definiscono piccole e medie imprese quelle che per due esercizi consecutivi non abbiano superato i parametri dimensionali per redigere il bilancio in forma abbreviata che al momento sono:
- totali ricavi vendite o prestazioni 8,8 mln €
- totale attivo bilancio 4,4 mln €
- numero occupati annuo inferiore a 50 unità
Le piccole e medie imprese: punti critici
a) le piccole e medie imprese molto spesso risultano essere sottocapitalizzate.
b) le piccole e medie imprese non risultano essere obbligate a sottoporre la loro gestione al controllo contabile di alcun organo di controllo, e alla revisione contabile. Ciò statisticamente ha dimostrato la debolezza di tali soggetti, e la maggiore probabilità di insolvenza.
c) vi sono numerosi problemi di governance dovuti al fatto che il capitale è detenuto in genere integralmente dalla famiglia che gestisce anche l'organo amministrativo
d) non vi è mai o quasi mai specie nelle società particolarmente piccole una efficace politica della tesoreria e un controllo della liquidità, anche in forma particolarmente semplice: tipo analisi del cash flow.
e) in realtà meno strutturate la gestione del magazzino avviene senza porre in essere una contabilità di magazzino, (perchè non vi è l'obbligo di tenerla), dunque spesso esso viene quantificato solo in sede di bilancio (e a volte ciò favorisce politiche di bilancio).
f) le aziende che non hanno strumenti di misurazione del valore, anche semplici, in grado di misurare la liquidità disponibile, e la redditività generata (ma anche il rischio delle scelte strategiche assunte) tenderanno a porre in essere azioni a breve termine e a non porre in essere invece quelle azioni che garantirebbero la sopravvivenza dell'azienda in un mercato ipercompetitvo come quello in cui ogni azienda oggi è destinata a competere.
La recente analisi del Cerved
A tale proposito va citato il recente report del Cerved "Up and down - Come cambia il rischio delle imprese" che ha sudduivide le imprese in base al livello di rischio in base a 4 parametri (sicurezza - solvibilità - vulnerabilità - rischio) mostrando come le imprese di medie e grandi dimensioni stanno lentamente uscendo dalla zona di rischio collocandosi stabilmente nelle prime due classi, mentre le PMI e le microimprese si collocano sempre di piu nelle classi di rischio maggiore con conseguenti effetti di credit crunch da parte degli istituti finanziari che tendono sempre di più a penalizzare quelle imprese che sono giudicate rischiose dal mercato.
Conclusioni
Ma allora cosa deve fare un amministratore avveduto di una PMI?
Tenuto conto che siamo in un contesto ipercompetitivo dove le banche tendono a concedere credito solo se il rischio è contenuto il bravo amministratore deve cercare di tendere a diminuire il profilo di rischio della propria PMI portandolo da rischiosa a sicura, senza dimenticare di fare innovazione.
E il primo passo per diminuire il rischio è rispondere alle richieste di informative della banche in modo esauriente e con la documentazione nel formato e nel linguaggio in cui gli Istituti finanziari li richiedono, se del caso rivolgendosi anche a professionisti specializzati e riconosciuti.
Egli deve creare un sistema che preveda il piu possibile le difficoltà e anzi le anticipi con ottica strategica.
Ma quando arriva la crisi deve avere un sistema in grado di riconoscerla e avere gli anticorpi per combatterla...
Occorre cioè una logica che consenta di affrontare l'evento avverso che nell'impresa è sempre possibile riaffermando una programmazione pluriennale che sia articolata nelle seguenti fasi
- costruzione di un budget basato su ipotesi ragionevoli
- costruzione di un piano pluriennale basato su analisi per scenari e stress test
- costruzione cash flow
- monitoraggio dei risultati
- individuazione degli indici da tenere sotto controllo
Molti diranno che tutto questo è troppo PMI o addiritttura per una microimpresa?
Ma probabilmente l'alternativa di quella impresa è tra crescere o morire e dunque in questa ottica l'imprenditore che la guida dovrebbe sforzarsi di trovare il vestito giusto da cucirgli addosso per entrare nel futuro!
Si definiscono piccole e medie imprese quelle che per due esercizi consecutivi non abbiano superato i parametri dimensionali per redigere il bilancio in forma abbreviata che al momento sono:
- totali ricavi vendite o prestazioni 8,8 mln €
- totale attivo bilancio 4,4 mln €
- numero occupati annuo inferiore a 50 unità
Le piccole e medie imprese: punti critici
a) le piccole e medie imprese molto spesso risultano essere sottocapitalizzate.
b) le piccole e medie imprese non risultano essere obbligate a sottoporre la loro gestione al controllo contabile di alcun organo di controllo, e alla revisione contabile. Ciò statisticamente ha dimostrato la debolezza di tali soggetti, e la maggiore probabilità di insolvenza.
c) vi sono numerosi problemi di governance dovuti al fatto che il capitale è detenuto in genere integralmente dalla famiglia che gestisce anche l'organo amministrativo
d) non vi è mai o quasi mai specie nelle società particolarmente piccole una efficace politica della tesoreria e un controllo della liquidità, anche in forma particolarmente semplice: tipo analisi del cash flow.
e) in realtà meno strutturate la gestione del magazzino avviene senza porre in essere una contabilità di magazzino, (perchè non vi è l'obbligo di tenerla), dunque spesso esso viene quantificato solo in sede di bilancio (e a volte ciò favorisce politiche di bilancio).
f) le aziende che non hanno strumenti di misurazione del valore, anche semplici, in grado di misurare la liquidità disponibile, e la redditività generata (ma anche il rischio delle scelte strategiche assunte) tenderanno a porre in essere azioni a breve termine e a non porre in essere invece quelle azioni che garantirebbero la sopravvivenza dell'azienda in un mercato ipercompetitvo come quello in cui ogni azienda oggi è destinata a competere.
La recente analisi del Cerved
A tale proposito va citato il recente report del Cerved "Up and down - Come cambia il rischio delle imprese" che ha sudduivide le imprese in base al livello di rischio in base a 4 parametri (sicurezza - solvibilità - vulnerabilità - rischio) mostrando come le imprese di medie e grandi dimensioni stanno lentamente uscendo dalla zona di rischio collocandosi stabilmente nelle prime due classi, mentre le PMI e le microimprese si collocano sempre di piu nelle classi di rischio maggiore con conseguenti effetti di credit crunch da parte degli istituti finanziari che tendono sempre di più a penalizzare quelle imprese che sono giudicate rischiose dal mercato.
Conclusioni
Ma allora cosa deve fare un amministratore avveduto di una PMI?
Tenuto conto che siamo in un contesto ipercompetitivo dove le banche tendono a concedere credito solo se il rischio è contenuto il bravo amministratore deve cercare di tendere a diminuire il profilo di rischio della propria PMI portandolo da rischiosa a sicura, senza dimenticare di fare innovazione.
E il primo passo per diminuire il rischio è rispondere alle richieste di informative della banche in modo esauriente e con la documentazione nel formato e nel linguaggio in cui gli Istituti finanziari li richiedono, se del caso rivolgendosi anche a professionisti specializzati e riconosciuti.
Egli deve creare un sistema che preveda il piu possibile le difficoltà e anzi le anticipi con ottica strategica.
Ma quando arriva la crisi deve avere un sistema in grado di riconoscerla e avere gli anticorpi per combatterla...
Occorre cioè una logica che consenta di affrontare l'evento avverso che nell'impresa è sempre possibile riaffermando una programmazione pluriennale che sia articolata nelle seguenti fasi
- costruzione di un budget basato su ipotesi ragionevoli
- costruzione di un piano pluriennale basato su analisi per scenari e stress test
- costruzione cash flow
- monitoraggio dei risultati
- individuazione degli indici da tenere sotto controllo
Molti diranno che tutto questo è troppo PMI o addiritttura per una microimpresa?
Ma probabilmente l'alternativa di quella impresa è tra crescere o morire e dunque in questa ottica l'imprenditore che la guida dovrebbe sforzarsi di trovare il vestito giusto da cucirgli addosso per entrare nel futuro!
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