I sintomi del disturbo d'ansia
Come riconoscere i disturbi d'ansia dai sintomi
I disturbi d’ansia comprendono tutti quei disturbi in cui sono presenti emozioni di paura e angoscia eccessive e non coerenti con il contesto, e, di conseguenza, comportamenti limitanti la propria vita sociale e lavorativa. Vi sono vari tipi di disturbi, che variano in base a ciò che scatena l’ansia, tuttavia i sintomi sono abbastanza simili. Vi sono anche dei casi, come per esempio il disturbo da attacco di panico e il disturbo d’ansia generalizzata, in cui l’ansia insorge senza un apparente motivo. Chi presenta questi sintomi è bene che si rivolga a uno psicologo o psicoterapeuta, per un percorso che lo aiuti al più presto a liberarsene.
Chi soffre di questi disturbi spesso si sottopone a numerosi esami medici e manifesta preoccupazione per la propria salute, perchè molte delle manifestazioni ansiogene sono riconducibili a sintomi fisici. Tra questi, i più comuni sono:
- palpitazioni e tachicardia;
- sudorazione eccessiva;
- nausea;
- tremori;
- senso di soffocamento;
- fastidio o dolore al petto;
- tensioni muscolari;
- sensazioni di vertigine o di svenimento;
- brividi o, al contrario, vampate di calore;
- sensazione di torpore o formicolio;
- paura di star per impazzire o di morire (soprattutto nell’attacco di panico).
Oltre a questi sintomi fisici, chi soffre di disturbi d’ansia presenta una serie di specifici sintomi cognitivi e comportamentali. Per quanto riguarda i sintomi comportamentali, questi individui spesso mettono in atto tentativi attivi di evitare la situazione temuta, limitando molto la libertà della propria vita quotidiana. Ad esempio, una persona che soffre di ansia sociale può evitare situazioni in cui deve parlare in pubblico o in cui può fare nuove conoscenze, con conseguenze pesanti sulla propria vita lavorativa e sociale. Oppure una persona con una fobia specifica per gli aghi o gli ospedali può rifiutarsi di sottoporsi a esami medici, mettendo a repentaglio la propria salute. Inoltre, quando lo stimolo ansiogeno non può essere evitato, si possono avere reazioni eccessive, che vanno dal ritiro completo (es. uno studente universitario con fobia sociale che fa scena muta a un esame) a reazioni di agitazione e collera, fino a un attacco di panico vero e proprio. Altri sintomi comportamentali riguardano il tentativo di controllare lo stimolo fobico, mediante accorgimenti laboriosi o limitanti: ad esempio, un individuo che soffre di agorafobia può rifiutarsi di uscire di casa se non accompagnato, oppure una persona con una fobia specifica relativa agli insetti può passare molto tempo ad accertarsi che la propria casa sia libera da ragni e cimici. Soprattutto nel caso di bambini, questi comportamenti possono avere la forma di rituali, per esempio disporre i pupazzi intorno al letto per "difendersi" dal buio, oppure chiedere alla mamma una particolare formula di rassicurazione.
Chi soffre di disturbi d’ansia presenta anche dei sintomi cognitivi, cioè delle modalità di pensiero erronee e distorte. Le convinzioni principali sono le seguanti:
- la credenza di non avere il controllo, quindi di essere in balia degli eventi e di non aver nessun potere nè sulla situazione esterna, nè sulla propria reazione;
- una distorsione della pericolosità dello stimolo fobico, cioè lo stimolo di cui si ha paura non viene percepito in modo realistico ma come più pericoloso di come è nella realtà;
- un’anticipazione catastrofica degli eventi, cioè la tendenza a immaginare quello che potrebbe succedere, esagerando gli esiti negativi (per es. chi soffre di ansia sociale potrebbe immaginarsi mentre fa una figuraccia davanti a molte persone che lo deridono);
- una sovrastima delle conseguenze negative, per cui la paura è sproporzionata alla situazione perchè la situazione stessa è vista come più minacciosa del reale (per es. la persona dell’esempio precedente potrebbe attribuire un’importanza eccessiva per la propria autostima al fatto che delle persone possano deriderlo).
Spesso, inoltre, chi soffre di questi disturbi si critica per non essere in grado di superare da solo la propria paura. È bene ricordarsi, invece, che ogni fobia o disturbo d’ansia ha un senso e nasconde difficoltà, paure e traumi più profondi, molto spesso inconsapevoli. Rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta è quindi un passo fondamentale per superare queste difficoltà. Volerle affrontare da soli, perchè non sembrano abbastanza importanti per chiedere aiuto o per paura di venire etichettato come malato, al contrario, porta alla cronicizzazione del disturbo, con conseguente limitazione per la propria vita.
Chi soffre di questi disturbi spesso si sottopone a numerosi esami medici e manifesta preoccupazione per la propria salute, perchè molte delle manifestazioni ansiogene sono riconducibili a sintomi fisici. Tra questi, i più comuni sono:
- palpitazioni e tachicardia;
- sudorazione eccessiva;
- nausea;
- tremori;
- senso di soffocamento;
- fastidio o dolore al petto;
- tensioni muscolari;
- sensazioni di vertigine o di svenimento;
- brividi o, al contrario, vampate di calore;
- sensazione di torpore o formicolio;
- paura di star per impazzire o di morire (soprattutto nell’attacco di panico).
Oltre a questi sintomi fisici, chi soffre di disturbi d’ansia presenta una serie di specifici sintomi cognitivi e comportamentali. Per quanto riguarda i sintomi comportamentali, questi individui spesso mettono in atto tentativi attivi di evitare la situazione temuta, limitando molto la libertà della propria vita quotidiana. Ad esempio, una persona che soffre di ansia sociale può evitare situazioni in cui deve parlare in pubblico o in cui può fare nuove conoscenze, con conseguenze pesanti sulla propria vita lavorativa e sociale. Oppure una persona con una fobia specifica per gli aghi o gli ospedali può rifiutarsi di sottoporsi a esami medici, mettendo a repentaglio la propria salute. Inoltre, quando lo stimolo ansiogeno non può essere evitato, si possono avere reazioni eccessive, che vanno dal ritiro completo (es. uno studente universitario con fobia sociale che fa scena muta a un esame) a reazioni di agitazione e collera, fino a un attacco di panico vero e proprio. Altri sintomi comportamentali riguardano il tentativo di controllare lo stimolo fobico, mediante accorgimenti laboriosi o limitanti: ad esempio, un individuo che soffre di agorafobia può rifiutarsi di uscire di casa se non accompagnato, oppure una persona con una fobia specifica relativa agli insetti può passare molto tempo ad accertarsi che la propria casa sia libera da ragni e cimici. Soprattutto nel caso di bambini, questi comportamenti possono avere la forma di rituali, per esempio disporre i pupazzi intorno al letto per "difendersi" dal buio, oppure chiedere alla mamma una particolare formula di rassicurazione.
Chi soffre di disturbi d’ansia presenta anche dei sintomi cognitivi, cioè delle modalità di pensiero erronee e distorte. Le convinzioni principali sono le seguanti:
- la credenza di non avere il controllo, quindi di essere in balia degli eventi e di non aver nessun potere nè sulla situazione esterna, nè sulla propria reazione;
- una distorsione della pericolosità dello stimolo fobico, cioè lo stimolo di cui si ha paura non viene percepito in modo realistico ma come più pericoloso di come è nella realtà;
- un’anticipazione catastrofica degli eventi, cioè la tendenza a immaginare quello che potrebbe succedere, esagerando gli esiti negativi (per es. chi soffre di ansia sociale potrebbe immaginarsi mentre fa una figuraccia davanti a molte persone che lo deridono);
- una sovrastima delle conseguenze negative, per cui la paura è sproporzionata alla situazione perchè la situazione stessa è vista come più minacciosa del reale (per es. la persona dell’esempio precedente potrebbe attribuire un’importanza eccessiva per la propria autostima al fatto che delle persone possano deriderlo).
Spesso, inoltre, chi soffre di questi disturbi si critica per non essere in grado di superare da solo la propria paura. È bene ricordarsi, invece, che ogni fobia o disturbo d’ansia ha un senso e nasconde difficoltà, paure e traumi più profondi, molto spesso inconsapevoli. Rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta è quindi un passo fondamentale per superare queste difficoltà. Volerle affrontare da soli, perchè non sembrano abbastanza importanti per chiedere aiuto o per paura di venire etichettato come malato, al contrario, porta alla cronicizzazione del disturbo, con conseguente limitazione per la propria vita.
Articolo del: