I vantaggi del testamento olografo


Il testamento olografo: che cosa è, requisiti, operazioni preliminari
I vantaggi del testamento olografo
IL TESTAMENTO
Il testamento è uno scritto con il quale ciascuno può disporre delle proprie sostanze per il tempo in cui avrà cessato di vivere. Di solito c'è resistenza al pensiero della propria dipartita ma, considerando che è una certezza, conviene valutare il modo per ottenere un risparmio per sé e per i propri eredi.
Il testamento olografo rappresenta un’accortezza per più motivi:
- non è necessaria la presenza di un notaio durante la stesura: si può scrivere in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo;
- i beni che spetteranno in proprietà a ciascun erede (chiamato "Legato") sono già assegnati dallo scrivente ("Testatore") in vita; quindi non vi sarà necessità, dopo la successione, che gli eredi procedano ad un rogito notarile per la divisione dei beni, con conseguente assenza di ulteriori spese e tassazione sui medesimi;
- la reazione psicologica degli eredi sarà più favorevole: è meno doloroso accettare la decisione del testatore, di solito il genitore, che intavolare spiacevoli discussioni in merito alla divisione con i coeredi.

CHE COSA E'
Il testamento olografo è la forma più semplice di testamento e la più riservata: esso deve essere scritto per intero, datato e firmato di pugno dal testatore. È la forma più economica e pratica per esprimere le proprie volontà, non richiedendo la presenza ne’ del notaio ne’ dei testimoni.

La legge, tuttavia, a tutela del testatore e degli eredi, impone determinate formalità e requisiti:

AUTOGRAFIA
Deve essere integralmente scritto a mano dal testatore, a garanzia della autenticità dell’espressione di volontà.
Anche una lettera può valere come testamento, se esclude con chiarezza che si tratti solo di una manifestazione di una volontà futura.
Questo tipo di testamento può essere scritto su qualsiasi pezzo di carta, di qualsiasi qualità, dimensione e colore.
Possono essere usati più fogli di carta purchè risulti che l'uno è la continuazione dell'altro (numerati).

DATA
Consiste nell’indicazione del giorno, del mese e dell’anno in cui l’atto è stato scritto e può essere inserita all’inizio o alla fine delle disposizioni.
Può essere sostituita anche da equivalenti (Capodanno 2000 o Natale 2010).
La finalità della data sta nell’esigenza di accertare se il testatore era capace nel giorno in cui ha formato il testamento e, nel caso in cui vi siano due o più testamenti successivi della stessa persona, quale sia l’ultimo cronologicamente valido.

SOTTOSCRIZIONE
La firma, ultimo requisito, individua il testatore: di solito comprende nome e cognome ma può essere costituita da qualsiasi indicazione (pseudonimo) che designi con certezza la persona del testatore.
La sottoscrizione deve essere, come dice la parola stessa, posta in calce alle disposizioni.

CUSTODIA DEL TESTAMENTO
Chi redige un testamento olografo non è tenuto a comunicare agli eredi di averlo fatto e può conservarlo dove ritiene opportuno (cassetta di sicurezza, nascosto in casa o depositato presso un professionista). Può chiuderlo in una busta, che firmerà sui lembi per accertarsi che non venga aperta prima del tempo.
Tuttavia, dal momento che il testamento può non essere rinvenuto o il depositario non avere notizia della dipartita del testatore, è preferibile comunicarne l’esistenza ad un’altra persona di fiducia.
Dopo la morte del testatore chiunque ne abbia il possesso è tenuto a presentarlo ad un notaio per pubblicarlo.

OPERAZIONI PRELIMINARI
Prima di redigere il proprio testamento, se vi fossero dubbi, ci si può rivolgere ad un tecnico per la stesura di una bozza di testamento valido, che il testatore dovrà poi copiare scrivendola completamente di suo pugno, datare e firmare.
Sarebbe consigliabile far eseguire una stima preliminare dei beni, se si volesse dividerli equamente tra gli eredi, senza ledere le quote legittime.
Si può allegare una documentazione integrativa (planimetrie, mappe....), che possa servire all’esatta individuazione dei beni assegnati ad ogni erede; "il bosco di rocca appuntita" o "il prato delle lepri" possono essere, infatti, soprannomi di località non da tutti individuabili con certezza.

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di Geom. Gabriella Marengo

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