Il Bail in e le sue prospettive
Elementi che caratterizzano il nuovo meccanismo salva banche
"Bail in" e sue prospettive
Dal primo gennaio 2016 è operativo nel nostro ordinamento interno la discussa Direttiva Europea 2014/59/UE BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) ovverosia il c.d. "bail in" che trova la sua ratio in una imposizione delle perdite bancarie ad azionisti e creditori non assicurati sino ad un limite massimo dell’8% delle passività della banca nell’eventualità di un dissesto finanziario in capo agli istituti di credito.
Detta procedura di salvataggio delle banche nazionali non avrà più alcun sostegno ovvero finanziamento da parte dello Stato, bensì saranno gli istituti di credito medesimi che dovranno assumersi tutte le gravose incombenze del caso seguendo un specifico ordine gerarchico: azioni e strumenti di capitale, titoli subordinati, obbligazioni e altre passività ammissibili e depositi superiori a 100.000 euro. Sono, invece, esclusi dalle perdite depositi fino a 100.000 euro, passività garantite (covered bond) e debiti di dipendenti, fisco, enti previdenziali e fornitori.
In via residuale, oltre ai predetti utenti è prevista la possibilità di intervento di investitori nella misura del limite massimo dell’8% sulle occorse passività della banca ed in ultimo un ulteriore 5% riconducibile ad un Fondo Europeo.
Tale normativa, da un lato dovrebbe responsabilizzare in maniera più marcata il mondo bancario in riferimento alle gestione delle risorse finanziarie dall’altro, tuttavia, in attesa di ulteriori novità ovvero sviluppi, riversa sulle predette categorie di risparmiatori delle prospettive poco rassicuranti collegate, evidentemente, alle performances di un management bancario che sino ad oggi ha mostrato delle forti anomalie. Senza contare che, ancora una volta, le norme europee in materia hanno, de facto, in virtù di un loro rango gerarchicamente superiore rispetto all’ordinamento legislativo interno, imposto una procedura di "salvataggio" che stride, in modo evidente, con gli eventi ultimi che hanno interessato i risparmiatori italiani.
Avv. Gianluigi Mucciaccio
Dal primo gennaio 2016 è operativo nel nostro ordinamento interno la discussa Direttiva Europea 2014/59/UE BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) ovverosia il c.d. "bail in" che trova la sua ratio in una imposizione delle perdite bancarie ad azionisti e creditori non assicurati sino ad un limite massimo dell’8% delle passività della banca nell’eventualità di un dissesto finanziario in capo agli istituti di credito.
Detta procedura di salvataggio delle banche nazionali non avrà più alcun sostegno ovvero finanziamento da parte dello Stato, bensì saranno gli istituti di credito medesimi che dovranno assumersi tutte le gravose incombenze del caso seguendo un specifico ordine gerarchico: azioni e strumenti di capitale, titoli subordinati, obbligazioni e altre passività ammissibili e depositi superiori a 100.000 euro. Sono, invece, esclusi dalle perdite depositi fino a 100.000 euro, passività garantite (covered bond) e debiti di dipendenti, fisco, enti previdenziali e fornitori.
In via residuale, oltre ai predetti utenti è prevista la possibilità di intervento di investitori nella misura del limite massimo dell’8% sulle occorse passività della banca ed in ultimo un ulteriore 5% riconducibile ad un Fondo Europeo.
Tale normativa, da un lato dovrebbe responsabilizzare in maniera più marcata il mondo bancario in riferimento alle gestione delle risorse finanziarie dall’altro, tuttavia, in attesa di ulteriori novità ovvero sviluppi, riversa sulle predette categorie di risparmiatori delle prospettive poco rassicuranti collegate, evidentemente, alle performances di un management bancario che sino ad oggi ha mostrato delle forti anomalie. Senza contare che, ancora una volta, le norme europee in materia hanno, de facto, in virtù di un loro rango gerarchicamente superiore rispetto all’ordinamento legislativo interno, imposto una procedura di "salvataggio" che stride, in modo evidente, con gli eventi ultimi che hanno interessato i risparmiatori italiani.
Avv. Gianluigi Mucciaccio
Articolo del: