Il bilancio: civile, fiscale o gestionale?


Dal bilancio civile al bilancio fiscale, i limiti informativi per le scelte strategiche
Il bilancio: civile, fiscale o gestionale?
Il bilancio è uno strumento di comunicazione con il quale l’azienda presenta i valori economico-finanziari, derivanti dalla gestione, ad una pluralità di stakeholder: investitori, finanziatori, dipendenti, clienti, governi e loro istituzioni, fornitori e altri creditori. Questi soggetti sono informati delle operazioni di gestione, interna ed esterna, che hanno portato all’utile o alla perdita d’esercizio. La gestione, infatti, si compone in diverse fasi:
 il finanziamento cioè il reperimento delle risorse utili per l’esercizio dell’attività;
 l’acquisizione di fattori reddituali e patrimoniali che ripartiranno la loro utilità in uno o più esercizi;
 l’impiego dei fattori per la realizzazione dei prodotti, generando i costi di competenza; la realizzazione e la vendita dei beni e servizi. Le finalità del bilancio sono contenute sia nel Framework degli IAS/IFRS sia nelle norme del codice civile, ma, data la loro caratteristica sinteticità, devono essere integrate con le prassi operative stabilite nei principi contabili nazionali emanati dall’Organismo Italiano di Contabilità (OIC). Se il codice civile non mette esplicitamente il bilancio a servizio degli utilizzatori, invece il Framework degli IAS/IFRS individua gli investitori come i destinatari sovraordinati rispetto all’ampia gamma degli utilizzatori.

Nel redigere il bilancio di esercizio le imprese adotteranno alternativamente le norme contenute nel codice civile, agli artt. 2423 e ss, oppure i principi contabili internazionali (IAS/IFRS).
L’onere di redigere il bilancio è affidato agli amministratori che devono rappresentare l’esercizio, nel conto economico, e la continuità aziendale, nello stato patrimoniale, in modo chiaro, veritiero e corretto, postulati che traducono il true and fair view contenuto nella IV direttiva CEE. L’esposizione dettagliata dei soli dati rilevanti (chiarezza produttiva) porta alla chiarezza espositiva che permette di giungere alla chiarezza dimostrativa con la quale l’utente, procedendo ad un autonomo processo di revisione, può formulare un giudizio e una propria verità speculare a quella suggerita dai dati espressi nel bilancio. La rappresentazione corretta, come parte integrante del principio di veridicità, si riferisce all’obbligo di adottare criteri tecnicamente corretti nella determinazione dei valori e accurati nel comunicare le informazioni; contrariamente il bilancio può mascherare la non veridicità dei dati. Il requisito della veridicità è il presupposto perché il bilancio sia utile, ‘leggibile’ e comprensibile per gli operatori esterni che lo utilizzano come base informativa e neutrale. All’impresa potrebbero essere richiesti ‘rendiconti e documenti quali bilanci ambientali e sociali’ in merito sia al rapporto ambientale sia al rapporto sociale che permettano di contestualizzarla.

Nelle aziende la rappresentazione corretta è minata dalla prassi aziendale di quantificare alcuni valori di bilancio che necessitano di valutazioni soggettive, cioè di stime che approssimano la realtà come ammortamenti o quote di competenza annua dei fondi rischi e oneri, sulla base non di valori civilistici, ma di valori tributari. Infatti, alcune imprese integrano le norme sintetiche del codice civile e dei principi dell’OIC con le norme tributarie del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), determinando quelle che sono definite ‘interferenze fiscali nel bilancio d’esercizio’.Le due normative sono però contraddistinte da obiettivi profondamente diversi: la determinazione del reddito civilistico da una parte e del reddito imponibile dall’altra. È, infatti, dall’utile o dalla perdita di conto economico civilistico che sono apportate le variazioni in aumento o in diminuzione per giungere al reddito complessivo inteso come base imponibile fiscale. Le variazioni hanno l’obiettivo principale proprio di limitare le discrezionalità nella determinazione del reddito imponibile per giungere ad una base di calcolo delle imposte circoscritta. Se l’inquinamento della fiscalità in alcune poste di bilancio comporta una distorsione dei postulati civilistici nella determinazione del risultato d’esercizio, ma anche una difficoltà dimostrativa esterna all’azienda, internamente i soggetti preposti alle decisioni devono essere consapevoli di queste distorsioni nel momento in cui i dati sono utilizzati per scelte strategiche.

Nel prossimo contributo sarà approfondito il bilancio gestionale per il controllo e le scelte strategiche.

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di Dott. Tommaso Cuzzolin

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