Il BIM e la fine del CAD
Importanza di un un supporto specialistico nella transizione dal CAD al BIM
Molti studi tecnici ed imprese si stanno confrontando con il BIM in quanto l’introduzione nella normativa sugli appalti in Italia é ormai certa, e questo avverrà tra il 2019 ed 2025.
Dopo anni di utilizzo del CAD, sopratutto in 2D, per creare la documentazione di progetto e la gestione dei computi matrici in excel o software dedicati ma senza modelli BIM di riferimento, abbandonare strumenti e procedure consolidate genera un comprensibile senso di inquietudine anche perché nella documentazione per le gare in cui il BIM é richiesto si richiede, oltre ai modelli IFC, la stessa documentazione di progetto in formati conosciuti (DWG, PDF, STR, Primus, ecc...).
Queste richieste spesso generano delle incomprensioni e, in particolare modo durante l’ultimo anno, le richieste di supporto in questo senso alla nostra azienda su queste tematiche sono aumentate considerevolmente.
Spesso la domanda che ci viene posta é: "se mi viene richiesto un elaborato in DWG perché non posso farlo in autocad?"
La risposta a questa domanda procedurale contiene un aspetto sostanziale del BIM, cioè che il BIM non é un software ma un processo collaborativo. Se devo presentare della documentazione vettoriale (dwg, dxf, pdf...) nell’ottica di un processo BIM non conta tanto il formato il cui la salvo ma la provenienza di tale documentazione.
La documentazione come piante, sezioni, prospetti ecc. non deve essere "disegnata", ma "estratta" da un modello di riferimento. Nel momento in cui consegno un modello e relativa documentazione, quindi, risulta ovvia la relazione tra modello e tavole.
Da questo concetto deriva la "morte" del CAD 2D come strumento di rappresentazione delle geometrie nel settore delle costruzioni escluso il caso in cui si abbia la necessità di sviluppare un particolare costruttivo in scala 1:20 o ancora inferiore dove, per esigenze di progetto, non ha senso sviluppare un Modello BIM con un LOD (Livello di Sviluppo) così alto.
Il nostro consiglio rimane quello di informarsi e prepararsi per tempo a questa rivoluzione, implementare una filiera BIM significa stravolgere la struttura dello studio tecnico e non é un passaggio agevole se fatto in fretta tra una consegna e l’altra.
Dopo anni di utilizzo del CAD, sopratutto in 2D, per creare la documentazione di progetto e la gestione dei computi matrici in excel o software dedicati ma senza modelli BIM di riferimento, abbandonare strumenti e procedure consolidate genera un comprensibile senso di inquietudine anche perché nella documentazione per le gare in cui il BIM é richiesto si richiede, oltre ai modelli IFC, la stessa documentazione di progetto in formati conosciuti (DWG, PDF, STR, Primus, ecc...).
Queste richieste spesso generano delle incomprensioni e, in particolare modo durante l’ultimo anno, le richieste di supporto in questo senso alla nostra azienda su queste tematiche sono aumentate considerevolmente.
Spesso la domanda che ci viene posta é: "se mi viene richiesto un elaborato in DWG perché non posso farlo in autocad?"
La risposta a questa domanda procedurale contiene un aspetto sostanziale del BIM, cioè che il BIM non é un software ma un processo collaborativo. Se devo presentare della documentazione vettoriale (dwg, dxf, pdf...) nell’ottica di un processo BIM non conta tanto il formato il cui la salvo ma la provenienza di tale documentazione.
La documentazione come piante, sezioni, prospetti ecc. non deve essere "disegnata", ma "estratta" da un modello di riferimento. Nel momento in cui consegno un modello e relativa documentazione, quindi, risulta ovvia la relazione tra modello e tavole.
Da questo concetto deriva la "morte" del CAD 2D come strumento di rappresentazione delle geometrie nel settore delle costruzioni escluso il caso in cui si abbia la necessità di sviluppare un particolare costruttivo in scala 1:20 o ancora inferiore dove, per esigenze di progetto, non ha senso sviluppare un Modello BIM con un LOD (Livello di Sviluppo) così alto.
Il nostro consiglio rimane quello di informarsi e prepararsi per tempo a questa rivoluzione, implementare una filiera BIM significa stravolgere la struttura dello studio tecnico e non é un passaggio agevole se fatto in fretta tra una consegna e l’altra.
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