Il Burnout - 1° parte


Cos'è il burnout e come si sviluppa
Il Burnout - 1° parte
Con il termine "burnout" si intende la sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e di ridotta realizzazione professionale che può insorgere in operatori che lavorano a contatto con le persone. E' un processo che si divide in più fasi, provocando il disimpegno del professionista in risposta allo stress e alla tensione assorbita nell'ambito lavorativo.

La sintomatologia è varia e dimostra la molteplicità degli aspetti problematici del burnout. Nelle cosiddette "helping professions" è di notevole importanza la competenza e l'efficienza, intese come la consapevolezza di essere in grado di prestare un valido aiuto agli utenti. Al contrario, nel momento in cui l'operatore sente che la richiesta non può essere soddisfatta, prova un senso di tensione crescente che lo può portare in una situazione di stress tale da influire anche l'integrità fisica, rendendo i soggetti vulnerabili nei confronti di malattie che non sembrerebbero collegabili a questa sindrome, come ad esempio: fatica, debolezza, depressione, influenze frequenti, disturbi gastrointestinali, mali di testa e di schiena persistenti e insonnia. Questi stati possono essere connessi all'incapacità dell'operatore di vivere la situazione lavorativa in modo adeguato con un buon livello di fiducia in se stesso. Tuttavia non è la presenza del sintomo ad indicare lo stato patologico: sarà pertanto utile individuare quei segnali atti a valutare l'intensità e la frequenza con le quali essi si manifestano, per poter avviare le procedure per fronteggiarli. Ottenere una sensazione di efficienza e di utilità è uno dei principali stimoli che guida e orienta gli operatori delle "helping professions". Ogni fattore che porta ad una frustrazione nei confronti di questa meta, contribuirà allo stress e all'esaurimento. La qualità della prestazione dell'operatore in difficoltà non può che essere molto bassa e pertanto riflettersi in termini di ulteriore malessere del soggetto da curare.

All'origine del burnout si possono individuare 3 elementi fondamentali: la struttura organizzativa, i fattori individuali e gli aspetti culturali. La struttura organizzativa influisce sulla motivazione e di conseguenza sulla prestazione degli operatori; la tensione può esser generata dai conflitti tra i vari ruoli della struttura organizzativa, dal sovraccarico di utenti da seguire, che può comportare un'eccessiva responsabilità attribuita all'operatore, dalle ambiguità di ruolo che possono derivare dall'insufficienza di informazioni interne all'organizzazione o al comportamento da mettere in atto in casi di emergenza, dalla mancanza di stimolazione che può riguardare la monotonia dell'attività lavorativa e dall'impossibilità di incrementare le proprie competenze. La gestione degli incarichi e delle responsabilità all'interno di un'equipe può influire quando l'operatore percepisce la sua incapacità decisionale o l'inesistente potere di controllo sulla situazione lavorativa e può portare al manifestarsi di stati di tensione emotiva ed alienazione. Infine, la chiarezza degli obiettivi da raggiungere è molto importante per la prevenzione del burnout, in quanto obiettivi chiari forniscono una costante guida per l'operatore nel percorso di aiuto all'utente. Continuando nell'analisi dei 3 elementi fondamentali per individuare il burnout, troviamo i fattori individuali, tra cui: i tratti di personalità che condizionano la risposta alle situazioni stressanti a cui è sottoposto l'individuo e che influiscono sul grado di tensione e di emotività dei soggetti, rendendoli più vulnerabili allo stress e indebolendo i meccanismi di difesa. L'ultima componente dei fattori individuali è l'esperienza precedente: i tratti della personalità e gli obiettivi che le persone si pongono, sono strettamente correlati a ciò che hanno vissuto in precedenza. Infine, il contesto culturare e il clima socio-politico, sono ritenuti rilevanti per lo sviluppo della sindrome del buronout. Nel corso del tempo, sopratutto nelle società occidentali, il bisogno di autorealizzazione professionale è diventato uno degli obiettivi primari da soddisfare, con la conseguente mitizzazione del lavoro che tende a portare ad una sempre maggior sensazione di insoddisfazione quando non si riescono a raggiungere gli obiettivi professionali prestabiliti.

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di dott. Lorenzo Zancolich

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