Il Burnout - 2° parte


Come si previene
Il Burnout - 2° parte
Per un primo approccio alla questione della prevenzione del burnout, è importante considerare tale fenomeno come reale ed attuale, soprattutto in riferimento a quelle professioni che per definizione sono dedite alle esigenze e domande di aiuto da parte dell'utenza, come succede per quanti operano nel contesto dei servizi sociali o sanitari. Una prima indicazione è che, sebbene i fattori che contribuiscono al burnout possano essere individuati a livello individuale, o nel più vasto contesto storico-sociale, il più utile punto d'intervento è la situazione lavorativa, essendo più semplice ristrutturare un ruolo piuttosto che l'individuo o la società.

Una linea d'intervento riguarda l'importanza della prevenzione: prevenire il burnout ha un preciso significato sia da un punto di vista economico, sia da un punto di vista del costo umano, in quanto una tendenza del burnout è quella di essere altamente contagioso tra le persone di un'equipe, andando a disturbare di conseguenza le condizioni di benessere lavorativo. Per delle strategie di intervento che siano in grado di migliorare la situazione problematica dell'operatore di aiuto, innanzitutto occorre che l'operatore stesso sia consapevole che il problema è un fatto reale a cui è necessario trovare risposta. Sviluppare un'accurata percezione di quello che sta accadendo, può determinare inizialmente un aumento del disagio, ma solo acquisendo consapevolezza del problema, è possibile passare all'azione. Perchè il cambiamento sia effettivo, l'operatore deve esser disposto ad assumersi la responsabilità di fare qualcosa. A questo punto, l'ulteriore passo da fare è quello di raggiungere un certo grado di chiarezza cognitiva: comprendere che alcune cose nella situazione lavorativa sono difficili da cambiare, mentre altre non richiedono un grande sforzo. Questo può permettere agli operatori di indirizzare i loro sforzi laddove potrebbe esserci una maggior probabilità di successo. Non bisogna inoltre dimenticare che l'essere capaci di effettuare un cambiamento reale, anche minimo, può contribuire da solo a ridurre il sentimento di debolezza e disperazione.

Perchè tutto ciò avvenga, occorre riorganizzare i servizi, umanizzando l'ambiente di lavoro; in secondo luogo occorre elaborare progetti di prevenzione del fenomeno di burnout attraverso una strategia che tenga conto del momento della "formazione", da intendersi come momento in cui si cerca di migliorare la professionalità dell'operatore, affinando le sue capacità relazionali e le sue competenze professionali. Un altro momento è quello dell'"insegnamento", in cui l'operatore deve acquisire nuove tecniche e nuove strategie per la soluzione dei problemi, specie se riferiti a condizioni di lavoro altamente stressanti, e apprende modalità per migliorare la comunicazione all'interno dell'equipe di lavoro. Fondamentale è anche il recupero di spazi propri di tempo libero e cultura, estranei al lavoro, anche mediante relazioni sociali con persone al di fuori dell'ambiente lavorativo. Una strategia di intervento molto efficace è rappresentata dall'utilizzo di semplici tecniche di rilassamento, sia di tipo fisico che mentale. Per ottenere dei buoni risultati, è indispensabile che si adoperino tali tecniche quotidianamente, dopo averle acquisite attraverso uno specifico training.

Si deve anche agire a livello organizzativo, attivando tutti quei tipi di intervento intesi a modificare sia l'ambiente in cui lavora l'operatore, sia il suo stile di lavoro con gli altri, affrontando così il divario che può crearsi tra operatore e contesto lavorativo. Questo va fatto attraverso approcci organizzativi diretti a trovare nuovi rapporti tra persone e lavoro, cioè volti a contenere l'insorgenza dello stress attraverso un'azione di tipo preventivo, sia ad aumentare le occasioni di soddisfazione lavorativa del singolo operatore. Attraverso il livello d'intervento di tipo organizzativo, si vuole ottenere un riscontro positivo, garantendo il rispetto dell'operatore e della sua professionalità con strutture adeguate e con il rispetto delle norme contrattuali. Questo può voleri dire, per esempio, rivedere il numero degli utenti con cui gli operatori devono interagire, diminuire o distribuire meglio le ore di lavoro, ma soprattutto insegnare a lavorare meglio attraverso una formazione professionale adeguata, compiendo cambiamenti nel modo di gestire il lavoro, in modo da creare meno stress e più efficacia.

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di dott. Lorenzo Zancolich

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