Il calcio di rigore… una metafora della vita!
“... Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall'altruismo e dalla fantasia…” [nota: La leva calcistica del '68 - Francesco De Gregori]
Quante volte abbiamo sentito e cantato questa canzone?
Quante volte, nell’ascoltarla o nel canticchiarla è emerso in noi un senso di tristezza, di disagio, di rimpianto, per non aver avuto il coraggio di tirare quel “rigore” che la vita, in un determinato momento ci aveva servito su un piatto d’argento, oppure per aver “sbagliato” quel rigore che avrebbe potuto, a nostro pensare, modificare la nostra vita?
Spesso di fronte ad una buona opportunità ci facciamo prendere dal “panico” e, inevitabilmente, commettiamo l’errore.
Questo accade, quando non siamo in Sincronia.
Che cos’è la Sincronia?
La Sincronia è la capacità di essere completamente presenti e concentrati su ciò che si sta facendo nel momento della prestazione [nota: G. Vercelli, S.F.E.R.A. Training, Manuale di Allenamento, Libreria dello Sport].
La Sincronia è il primo dei cinque Fattori del Modello S.F.E.R.A.© (Sincronia, Punti di Forza, Energia, Ritmo e Attivazione) [nota Il modello S.F.E.R.A.©, da cui origina la procedura di SFERACoaching, è un metodo unico di intervento sviluppato all'interno dell'Unità Operativa di Psicologia dello sport del Centro Ricerche in Scienze Motorie, SUISM Università degli Studi di Torino, ad opera del prof. G. Vercelli e dei suoi collaboratori].
Il segreto della Sincronia consiste nell’immaginare e fare allo stesso tempo.
Quando siamo in Sincronia, pensiamo all’azione che stiamo compiendo, riusciamo a fare esattamente quello che vogliamo fare, la nostra mente è concentrata su ciò che il nostro corpo vuole fare, percepiamo le migliori sensazioni dell’azione che stiamo svolgendo e manteniamo costante la nostra attenzione. Siamo nel presente (qui ed ora), siamo concentrati, consapevoli di ciò che stiamo per fare, mente corpo e ambiente sono un tutt’uno [nota: G. Vercelli, “Vincere con la Ment”e Ed. Ponte alle Grazie, Milano, 2005].
Quando non siamo in Sincronia, pensiamo ad altro, avvertiamo la paura, l’ansia di commettere un errore, pensiamo ad eventi accaduti prima della prestazione (ho sbagliato) o a cosa succederà dopo la prestazione (non devo sbagliare… se sbaglio…).
Non siamo nel presente, siamo proiettati al risultato, piuttosto che alla qualità della prestazione.
A volte, è il nostro inconscio a giocare per noi, e non sempre il nostro inconscio gioca pulito!
Infatti, può accadere che una vocina interiore, quella del nostro inconscio, appunto, ci sussurri che non siamo “degni” di “sfruttare” quell’occasione che ci viene data dalla vita per una serie di motivi che, spesso, razionalmente non vediamo e non comprendiamo.
Possiamo comprendere quei motivi attraverso un percorso di Coaching e grazie alle così dette “domande potenti” (uno dei tanti strumenti del Coach), a far riemergere quella vocina e a capire quali sono le ragioni che ci hanno portato a sbagliare quel rigore.
Buon qui ed ora a tutti!
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