Il Coaching non è per tutti
Il Coaching può funzionare e le cose grandi possono accadere a una condizione: che tu lo voglia!
Ogni persona ha così tanto potere dentro di sé che deve essere tirato fuori. A volte c’è solo bisogno di una piccola spinta, un po’ di direzione, un po’ di sostegno, un po’ di coaching, e possono accadere le cose più grandi.
Pete Carroll
È quello in cui credo fermamente ed è quello che mi fa amare profondamente il mio lavoro. A questo punto potrebbe sorgerti una domanda lecita del tipo... "se è vero che ogni persona ha così tanto potere dentro di sé che deve essere solo tirato fuori, perché affermi che il Coaching non è per tutti?
La mia risposta a questa domanda è semplice: perché il coaching può funzionare e le cose grandi possono accadere a una condizione: che tu, il cliente, l’azienda.... voglia veramente cambiare/migliorare qualcosa.
Come dice il mio amico e collega Sebastiano Zanolli La vita su questo pianeta è solo per chi riesce a immaginare che si possa fare ancora un prossimo passo. E poi lo fa.
Quindi il coaching, nelle sue varie tipologie e ambiti, si sintetizza in questo: in un percorso, un allenamento per avere maggiore chiarezza su dove vuoi arrivare, cosa vuoi ottenere, perché vuoi quello che vuoi, quali sono I tuoi punti di forza, le risorse che hai a disposizione e quelle di cui hai bisogno, per pianificare i tuoi prossimi passi. E poi farli.
In questo percorso il Coach diventa il tuo compagno di viaggio, tuo, del tuo team e/o della tua azienda; un compagno di viaggio che ti dà feedback strada facendo per aiutarti a correggere il tiro, mantenere la direzione e il focus, che fa domande piuttosto che darti risposte proprio perché si tratta di un processo generativo che tu scegli di intraprendere perché le tue risposte e le tue consapevolezze emergano da te. Poni attenzione alla mia linguistica: un processo generativo che tu scegli di intraprendere... Ecco perché il Coaching non è per tutti!
A me piace sintetizzare con 3 concetti quello che succede e che quello che io voglio che succeda con ogni cliente in un percorso di coaching:
- CONSAPEVOLEZZA
maggiore consapevolezza delle potenzialità e qualità, dei punti di forza, tuoi e/o del tuo team e/o della tua azienda, di chi sei e vuoi essere veramente o dell’identità, valori, convinzioni e scopo del tuo team/della tua azienda e se le azioni sono allineate a questi
maggiore consapevolezza sulle convinzioni e comportamenti potenzianti per te e quali vanno sostituiti con convinzioni e comportamenti più funzionali
- CHIAREZZA
maggiore chiarezza su quali sono i tuoi obiettivi, come definirli in modo efficace e come raggiungerli
- AZIONE
maggiore capacità di trasformare le idee in azioni con una nuova energia
Per quanto possa sembrare un’invenzione americana dell’ultim’ora che risale agli anni ’70, in realtà il coaching ha le sue radici nella filosofia antica, in particolare, in alcune riflessioni di Aristotele, Platone, Epicuro e Socrate dei quali si ritrovano influenze evidenti nella psicologia moderna.
Per quanto riguarda il coaching aziendale, una ricerca dell’International Management Association, pubblicata dal Financial Times, si trova che "Se i programmi di formazione in media migliorano la produttività del 22%, con il coaching si arriva all’88%".
Nell’articolo pubblicato il 30 settembre 2016 sull’Harvard Business Review "Every Manager needs to practice two type of Coaching" (https://hbr.org/2016/09/every-manager-needs-to-practice-two-types-of-coaching) l’autore, Dick Grote, consulente e autore del libro How to be good at performance appraisals, scrive:
"La conferma che le aziende sono sulla strada giusta nel chiedere sessioni di coaching frequenti viene dal Progetto Ossigeno di Google, una rigorosa analisi dei dati su ciò che rende grandi I manager. La competenza tecnica ha fatto solo una piccola differenza. Il più importante elemento di differenziazione tra manager buoni e grandi? "Essere un buon coach".
E/o, aggiungo io, scegliere un buon coach che possa aiutarli ad acquisire competenze di coaching, sponsorship e mentoring.
Ora che forse hai qualche informazione in più per decidere se il Coaching fa per te, ti ricordo i 3 ingredienti principali (secondo me!) affinché tu possa rendere il tuo percorso di Coaching più efficace:
1) che tu creda in me o nel Coach che vorrai scegliere. Un altro ingrediente fondamentale (che riguarda me) è che io, in qualità di coach, creda in te, vedendo in te quello che tu stesso ancora non vedi, quel potenziale che ti aiuterò a far emergere e sviluppare
2) che tu abbia davvero voglia di crescere, cambiare o migliorare qualcosa nella tua vita o nel tuo team o nella tua azienda.
3) che tu sia disposto a fare la tua parte. Io ti garantisco di fare la mia!
Se vuoi scoprire di più sul Coaching e sperimentare di persona quanto può fare bene anche a te puoi fare il prossimo passo chiedendo una sessione gratuita. Ora tocca a te!
Grazie
Emanuela Mazza
Pete Carroll
È quello in cui credo fermamente ed è quello che mi fa amare profondamente il mio lavoro. A questo punto potrebbe sorgerti una domanda lecita del tipo... "se è vero che ogni persona ha così tanto potere dentro di sé che deve essere solo tirato fuori, perché affermi che il Coaching non è per tutti?
La mia risposta a questa domanda è semplice: perché il coaching può funzionare e le cose grandi possono accadere a una condizione: che tu, il cliente, l’azienda.... voglia veramente cambiare/migliorare qualcosa.
Come dice il mio amico e collega Sebastiano Zanolli La vita su questo pianeta è solo per chi riesce a immaginare che si possa fare ancora un prossimo passo. E poi lo fa.
Quindi il coaching, nelle sue varie tipologie e ambiti, si sintetizza in questo: in un percorso, un allenamento per avere maggiore chiarezza su dove vuoi arrivare, cosa vuoi ottenere, perché vuoi quello che vuoi, quali sono I tuoi punti di forza, le risorse che hai a disposizione e quelle di cui hai bisogno, per pianificare i tuoi prossimi passi. E poi farli.
In questo percorso il Coach diventa il tuo compagno di viaggio, tuo, del tuo team e/o della tua azienda; un compagno di viaggio che ti dà feedback strada facendo per aiutarti a correggere il tiro, mantenere la direzione e il focus, che fa domande piuttosto che darti risposte proprio perché si tratta di un processo generativo che tu scegli di intraprendere perché le tue risposte e le tue consapevolezze emergano da te. Poni attenzione alla mia linguistica: un processo generativo che tu scegli di intraprendere... Ecco perché il Coaching non è per tutti!
A me piace sintetizzare con 3 concetti quello che succede e che quello che io voglio che succeda con ogni cliente in un percorso di coaching:
- CONSAPEVOLEZZA
maggiore consapevolezza delle potenzialità e qualità, dei punti di forza, tuoi e/o del tuo team e/o della tua azienda, di chi sei e vuoi essere veramente o dell’identità, valori, convinzioni e scopo del tuo team/della tua azienda e se le azioni sono allineate a questi
maggiore consapevolezza sulle convinzioni e comportamenti potenzianti per te e quali vanno sostituiti con convinzioni e comportamenti più funzionali
- CHIAREZZA
maggiore chiarezza su quali sono i tuoi obiettivi, come definirli in modo efficace e come raggiungerli
- AZIONE
maggiore capacità di trasformare le idee in azioni con una nuova energia
Per quanto possa sembrare un’invenzione americana dell’ultim’ora che risale agli anni ’70, in realtà il coaching ha le sue radici nella filosofia antica, in particolare, in alcune riflessioni di Aristotele, Platone, Epicuro e Socrate dei quali si ritrovano influenze evidenti nella psicologia moderna.
Per quanto riguarda il coaching aziendale, una ricerca dell’International Management Association, pubblicata dal Financial Times, si trova che "Se i programmi di formazione in media migliorano la produttività del 22%, con il coaching si arriva all’88%".
Nell’articolo pubblicato il 30 settembre 2016 sull’Harvard Business Review "Every Manager needs to practice two type of Coaching" (https://hbr.org/2016/09/every-manager-needs-to-practice-two-types-of-coaching) l’autore, Dick Grote, consulente e autore del libro How to be good at performance appraisals, scrive:
"La conferma che le aziende sono sulla strada giusta nel chiedere sessioni di coaching frequenti viene dal Progetto Ossigeno di Google, una rigorosa analisi dei dati su ciò che rende grandi I manager. La competenza tecnica ha fatto solo una piccola differenza. Il più importante elemento di differenziazione tra manager buoni e grandi? "Essere un buon coach".
E/o, aggiungo io, scegliere un buon coach che possa aiutarli ad acquisire competenze di coaching, sponsorship e mentoring.
Ora che forse hai qualche informazione in più per decidere se il Coaching fa per te, ti ricordo i 3 ingredienti principali (secondo me!) affinché tu possa rendere il tuo percorso di Coaching più efficace:
1) che tu creda in me o nel Coach che vorrai scegliere. Un altro ingrediente fondamentale (che riguarda me) è che io, in qualità di coach, creda in te, vedendo in te quello che tu stesso ancora non vedi, quel potenziale che ti aiuterò a far emergere e sviluppare
2) che tu abbia davvero voglia di crescere, cambiare o migliorare qualcosa nella tua vita o nel tuo team o nella tua azienda.
3) che tu sia disposto a fare la tua parte. Io ti garantisco di fare la mia!
Se vuoi scoprire di più sul Coaching e sperimentare di persona quanto può fare bene anche a te puoi fare il prossimo passo chiedendo una sessione gratuita. Ora tocca a te!
Grazie
Emanuela Mazza
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