Il controllo di gestione nell’impresa (PMI)
E` uno strumento particolarmente efficace che permette di tenere sotto controllo l'andamento economico-finanziario dell'impresa
Oggi gestire un’impresa non è più così agevole come in passato. L’imprenditore necessita di strumenti e di informazioni aggiornate che consentano il controllo dell’azienda e che siano di supporto ad ogni futura decisione.
In questo contesto, il ruolo del Dottore Commercialista diventa strategico e di vitale importanza.
Questi deve coadiuvare l’Imprenditore nell’implementare un adeguato sistema di controllo: Il Controllo di Gestione, appunto. Si tratta di uno strumento particolarmente efficace che permette di tenere sotto controllo l'andamento economico-finanziario dell'impresa attraverso una sintetica ma completa rappresentazione dei dati.
Vediamo quali sono i passi che solitamente si devono compiere per attivare questo progetto e le eventuali difficoltà connesse. In primis, occorre individuare i bisogni effettivi dell’imprenditore e sebbene ogni impresa abbia una propria specificità, l’esperienza di questi anni mi porta a concludere che i problemi più sentiti si possano ricondurre a due tipologie:
· Conoscenza del Margine di contribuzione;
· Pianificazione e controllo dei flussi finanziari.
L’implementazione di un sistema analitico di rilevazione dei dati, deve consentire di valutare il proprio business in modo più efficace ed esauriente. Tuttavia, sebbene questo sistema, pur fondamentale, non può considerarsi sufficiente. A mio giudizio, infatti, non vi può essere controllo economico se prima non si è pervenuti ad una corretta pianificazione e controllo dei flussi finanziari. L’impresa, dovendo affrontare quotidianamente mille problemi, non riesce da sola a collegare l’andamento finanziario a quello economico e viceversa.
Quante volte ad un imprenditore sorge il dubbio che gli esborsi siano sproporzionati rispetto ai risultati conseguiti?
La mancanza di dati periodici effettivi non permette di capire se si tratti di un fenomeno passeggero o se, al contrario, si debba intervenire prontamente con azioni correttive per non soccombere.
In questa prospettiva, i risultati più soddisfacenti si conseguono quando si riesce a rovesciare l’ottica attuale di breve periodo e passare ad una pianificazione iniziale dei costi e dei ricavi, da cui ne consegue la programmazione delle entrate e delle uscite, con il controllo della tesoreria e l’analisi a consuntivo degli scostamenti fra entrate ed uscite previste e quelle realizzate.
L’impresa che si autofinanzia, riuscirà a gestire meglio i propri impegni, avendo consapevolezza delle entrare e delle uscite pianificate. Se poi deve ricorrere al finanziamento di terzi, la conoscenza preventiva del proprio fabbisogno, le consentirà di orientarsi verso lo strumento di finanziamento più idoneo.
Incontro spesso situazioni in cui, in assenza di pianificazione e controllo, la mancanza di liquidità viene considerata esclusivamente un evento contingente e come tale colmata regolarmente con strumenti a breve termine, indubbiamente più costosi rispetto a soluzioni a medio-lungo periodo nonché fonte di veri e propri squilibri finanziari.
Spesso sento dire che la responsabilità è imputabile alle banche che non supportano adeguatamente l’imprenditore, ma non sempre è così e i risultati lo dimostrano.
Visti gli indubbi vantaggi legati al Controllo di Gestione, l’unico vero problema scaturisce dall’aggiornamento contabile. I dati ufficiali dell’azienda infatti, sono quelli del bilancio e come tali vengono messi a disposizione dell’Imprenditore seguendo i termini di legge, quindi, con molto ritardo rispetto alle esigenze del controllo.
E’ necessario dunque che nel corso dell’anno, con un cadenza almeno trimestrale, venga compilato un conto economico comprensivo di tutti i costi e i ricavi inerenti a quel periodo, in modo da individuare i risultati economici di quel lasso di tempo. Sarebbe opportuno, in base a quanto detto sinora, far seguire all’analisi economica anche quella finanziaria, perché l’una è imprescindibile dall’altra. Subito dopo, occorrerà confrontare tali valori con quelli del medesimo periodo dell’anno precedente e con quelli del budget, per poter poi procedere ad analisi comparative.
L’Azienda resta un sistema che va controllato in tutte le sue parti secondo un’ottica sistematica, che investa almeno un orizzonte quantomeno annuale.
Per tutti i motivi sopra esposti, il Controllo di Gestione costituisce un passaggio fondamentale e quasi obbligato per l’azienda che voglia "crescere".
In questo contesto, il ruolo del Dottore Commercialista diventa strategico e di vitale importanza.
Questi deve coadiuvare l’Imprenditore nell’implementare un adeguato sistema di controllo: Il Controllo di Gestione, appunto. Si tratta di uno strumento particolarmente efficace che permette di tenere sotto controllo l'andamento economico-finanziario dell'impresa attraverso una sintetica ma completa rappresentazione dei dati.
Vediamo quali sono i passi che solitamente si devono compiere per attivare questo progetto e le eventuali difficoltà connesse. In primis, occorre individuare i bisogni effettivi dell’imprenditore e sebbene ogni impresa abbia una propria specificità, l’esperienza di questi anni mi porta a concludere che i problemi più sentiti si possano ricondurre a due tipologie:
· Conoscenza del Margine di contribuzione;
· Pianificazione e controllo dei flussi finanziari.
L’implementazione di un sistema analitico di rilevazione dei dati, deve consentire di valutare il proprio business in modo più efficace ed esauriente. Tuttavia, sebbene questo sistema, pur fondamentale, non può considerarsi sufficiente. A mio giudizio, infatti, non vi può essere controllo economico se prima non si è pervenuti ad una corretta pianificazione e controllo dei flussi finanziari. L’impresa, dovendo affrontare quotidianamente mille problemi, non riesce da sola a collegare l’andamento finanziario a quello economico e viceversa.
Quante volte ad un imprenditore sorge il dubbio che gli esborsi siano sproporzionati rispetto ai risultati conseguiti?
La mancanza di dati periodici effettivi non permette di capire se si tratti di un fenomeno passeggero o se, al contrario, si debba intervenire prontamente con azioni correttive per non soccombere.
In questa prospettiva, i risultati più soddisfacenti si conseguono quando si riesce a rovesciare l’ottica attuale di breve periodo e passare ad una pianificazione iniziale dei costi e dei ricavi, da cui ne consegue la programmazione delle entrate e delle uscite, con il controllo della tesoreria e l’analisi a consuntivo degli scostamenti fra entrate ed uscite previste e quelle realizzate.
L’impresa che si autofinanzia, riuscirà a gestire meglio i propri impegni, avendo consapevolezza delle entrare e delle uscite pianificate. Se poi deve ricorrere al finanziamento di terzi, la conoscenza preventiva del proprio fabbisogno, le consentirà di orientarsi verso lo strumento di finanziamento più idoneo.
Incontro spesso situazioni in cui, in assenza di pianificazione e controllo, la mancanza di liquidità viene considerata esclusivamente un evento contingente e come tale colmata regolarmente con strumenti a breve termine, indubbiamente più costosi rispetto a soluzioni a medio-lungo periodo nonché fonte di veri e propri squilibri finanziari.
Spesso sento dire che la responsabilità è imputabile alle banche che non supportano adeguatamente l’imprenditore, ma non sempre è così e i risultati lo dimostrano.
Visti gli indubbi vantaggi legati al Controllo di Gestione, l’unico vero problema scaturisce dall’aggiornamento contabile. I dati ufficiali dell’azienda infatti, sono quelli del bilancio e come tali vengono messi a disposizione dell’Imprenditore seguendo i termini di legge, quindi, con molto ritardo rispetto alle esigenze del controllo.
E’ necessario dunque che nel corso dell’anno, con un cadenza almeno trimestrale, venga compilato un conto economico comprensivo di tutti i costi e i ricavi inerenti a quel periodo, in modo da individuare i risultati economici di quel lasso di tempo. Sarebbe opportuno, in base a quanto detto sinora, far seguire all’analisi economica anche quella finanziaria, perché l’una è imprescindibile dall’altra. Subito dopo, occorrerà confrontare tali valori con quelli del medesimo periodo dell’anno precedente e con quelli del budget, per poter poi procedere ad analisi comparative.
L’Azienda resta un sistema che va controllato in tutte le sue parti secondo un’ottica sistematica, che investa almeno un orizzonte quantomeno annuale.
Per tutti i motivi sopra esposti, il Controllo di Gestione costituisce un passaggio fondamentale e quasi obbligato per l’azienda che voglia "crescere".
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