Il counseling come relazione di aiuto


Aiutare significa assistere qualcuno in modo che possa gestire al meglio la propria vita
Il counseling come relazione di aiuto

Stephen Murgatroyd, psicologo trainer in Counseling professionale per la scuola, la comunità e le aziende, considerava sei rilevanti ed efficaci forme di aiuto sperimentabili anche nella vita di tutti i giorni:
- Dare informazione;
- Azione diretta di aiuto;
- Insegnamento;
- Aiuto nel cambiamento di sistemi organizzativi;
- Difesa;
- Fornire verifiche di ritorno e agevolazioni (= Facilitare).


Queste modalità di aiuto lavorano in un campo estremamente vasto. Per il Counseling aiutare significa assistere qualcuno in modo che possa gestire al meglio la propria vita.
Secondo lo psicologo Jhon Heron esistono due tra i principali stili di aiuto:
1 - Lo stile prescrittivo o direttivo, dove il facilitatore dirige, istruisce e guida la persona in bisogno verso un'azione adeguata;
2 - Lo stile facilitativo o sviluppante, dove il facilitatore è meno direttivo e cerca di incoraggiare la persona in bisogno a liberare le emozioni e a raggiungere la realizzazione di personali azioni.


Affinché una facilitazione porti i suoi frutti è necessario considerare la motivazione della persona in bisogno e in quanti e quali contesti abbia già chiesto aiuto; successivamente eseguire una valutazione accurata per vedere se l'aiuto offerto dal Counselor possa essere adeguato o se invece sia necessario un invio ad una persona di maggiore competenza nel settore richiesto.


In una relazione di Counseling di successo sono necessarie, da parte dell’agevolatore, tre fondamentali capacità:
- Empatia come capacità di sperimentare il mondo di un'altra persona come se fosse il proprio senza mai perdere di vista il Come Se.
- Calore, come sguardo positivo senza condizioni, apprezzando e rispettando la persona per quello che è, nella sua individualità ed unicità;
- Genuinità, come autenticità in una comunicazione aperta, senza finzioni, negazioni o dissimulazioni.


La persona in bisogno molto spesso adotta dei comportamenti più o meno consci, aspettandosi da parte del Counselor l'assunzione e la responsabilità totale del lavoro da svolgere.
Tuttavia, compito del Counselor è porre le emozioni al centro della relazione di aiuto, aiutando il cliente a discriminare le proprie sensazioni o ad agire tenendone sempre conto, a riconoscerle e a non trascurarle magari per paura di critiche ambientali o ripercussioni personali. Un concetto molto importante nella relazione di counseling è IL QUI E ORA; non vi è attenzione al passato, bensì la consapevolezza delle proprie emozioni; deve agire nel presente, nel momento attuale, frutto dell'esperienza diretta all'interno della relazione di aiuto. Il cliente, unico vero artefice del cambiamento, va condotto verso l'autoesplorazione e la consapevolezza, ponendo attenzione al piano fenomenologico.

Verbalizzare le emozioni, dare a queste un nome, permette di riconoscerle e consapevolizzarle: " io sento…, io voglio..."
Ed essere consapevoli di quello che sentiamo o di quello che vogliamo è il primo passo per migliorare "il nostro meglio" in una relazione di aiuto con noi stessi.

 

Articolo del:


di Dott.ssa Stefania Mazzanti

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