Il Dente Avvelenato. Carie e Psicosomatica (pt. I)
La Psicosomatica del processo carioso. Aspetti simbolici di una delle più comuni malattie a carico dell'apparato dentale. Un caso clinico esemplare

"Denti sani sono un sintomo di gioventù, energia, là dove una mascella povera di denti è sintomo di senilità, di scarsa potenzialità difensiva e offensiva (A.U.Caddeo RIZA Psicosomatica n°80, Ott 1987 <<I Denti; quando la carie annuncia il disagio psichico>> pag 30))".
Quante volte, guardandoci allo specchio per scrutare l’andamento delle cure odontoiatriche personali, abbiamo vissuto un senso di decadenza, di ineluttabile perdita di forza legata all’avanzare dell’età, oltreché di rabbia per non aver dato ascolto ai numerosi e ripetuti avvertimenti di coltivare l’igiene orale oggi provenienti da ogni parte, amici, tv, il nostro Dentista? E quante volte, scrutando il sorriso "sdentato" dei figli ne abbiamo ricavato il senso di un tempo che inesorabilmente passa sottoponendoci, tutti, alle successive prove della vita? Non è certo un caso, allora, che gli ultimi denti a spuntare vengano significativamente detti "del giudizio". Come le ossa che una volta saldatesi le cartilagini segnano l’arresto della crescita ed il consolidamento della nostra forma corporea definitiva, imponendoci una misura, un limite, quindi un confine oltre il quale non potremo più andare, così ogni dente che spunta segna un passo in più lungo il sentiero della crescita e della maturazione. Da queste brevi considerazioni, peraltro, non cercheremo di trarre considerazioni per lo "stress da poltrona" e la sua corretta gestione, oggetto di un prossimo articolo; piuttosto ricorderemo alcuni aspetti generali legati alla dentatura, al suo senso, alla sua funzione, alla sua "malattia" più diffusa, il processo di cariogenesi comunemente detta carie dentale. Lo faremo ponendoci alcune semplici domande cui dare risposte comprensibili.
Cos’è il dente? Chiedigli cosa fa!
Alcuni colleghi ritengono che, oltre alla definizione che ne può dare uno studioso di Anatomia o di Biologia, un Dentista od un Odontotecnico, un organo, una parte del nostro corpo od un suo apparato possano essere meglio compresi se si guarda cosa facciano realmente. Bene; allora che cosa fa un dente? Perché il dentista fa risuonare ancora l’adagio secondo cui la prima digestione avviene in bocca? E perché nasciamo senza denti quando nel regno animale questa non è certamente la regola? Che significato ha, nell’arco della nostra vita, passare dal latte e dalla pappine ai cibi solidi e da questi ancora alle "pappine" una volta divenuti nonni? Quale "giudizio" cova nella natura che predispone questi percorsi? E noi siamo in grado di comprendere il senso di una cariogenesi improvvisa, di una gengivite dolorosa? Perché in un certo momento della vita e non in un altro? E perché a me e non ad un altro?
Per costruire una buona barca bisogna avere nostalgia del mare; ovvero se cerchi di conoscere il dente osserva meglio il cibo
Vediamo allora cos’è il dente partendo da ciò cui è destinato, la complessa trasformazione e, in seguito, assimilazione del cibo. Questo compie un lungo tragitto, prima di divenire materiale combustibile utile a sostentarci; lo dobbiamo reperire, trasformare quasi sempre per poterlo rendere un vero e proprio alimento, introdurlo nel corpo, digerirlo, assimilarlo e poi espellerlo, in una parte, mentre l’altra viene destinata ad entrare nel circolo ematico che nutre tutto il corpo, soprattutto il cervello. Qui, infine, avviene il miracolo ultimo con il quale una mela, un bel filetto, un pezzo di pane, ciò che abbiamo preso dalla natura diviene ciò che alimenta la nostra consapevolezza. Senza cibo e soprattutto senza cibo adeguato non avremmo né la forza né la lucidità per accorgerci di ciò che ci capita, per renderci conto della vita che viviamo. Qualcosa di materiale, solido, tangibile è stato trasformato in qualcosa di molto sottile, intangibile; la nostra Coscienza. Ma dove inizia questo percorso, all’interno del nostro corpo? Già, proprio nella bocca e, da un certo momento in poi, grazie al nostro amico dente. Un organo che spezza, sminuzza, tritura, afferra, rilascia, rumina per primo quella materia grezza che dovrà servire questo alto compito di aiutarci nel renderci conto dell’essere vivi, in questo mondo, in questo tempo, in queste o quelle condizioni esistenziali.. Ma allora, visto che è così importante, perché non compare subito, alla nascita? G.I.Gurdjieff ci aiuterà a spiegarlo meglio con una storiella breve: (I Racconti di Belzebù a suo nipote-Neri Pozza)
(CONTINUA)
Quante volte, guardandoci allo specchio per scrutare l’andamento delle cure odontoiatriche personali, abbiamo vissuto un senso di decadenza, di ineluttabile perdita di forza legata all’avanzare dell’età, oltreché di rabbia per non aver dato ascolto ai numerosi e ripetuti avvertimenti di coltivare l’igiene orale oggi provenienti da ogni parte, amici, tv, il nostro Dentista? E quante volte, scrutando il sorriso "sdentato" dei figli ne abbiamo ricavato il senso di un tempo che inesorabilmente passa sottoponendoci, tutti, alle successive prove della vita? Non è certo un caso, allora, che gli ultimi denti a spuntare vengano significativamente detti "del giudizio". Come le ossa che una volta saldatesi le cartilagini segnano l’arresto della crescita ed il consolidamento della nostra forma corporea definitiva, imponendoci una misura, un limite, quindi un confine oltre il quale non potremo più andare, così ogni dente che spunta segna un passo in più lungo il sentiero della crescita e della maturazione. Da queste brevi considerazioni, peraltro, non cercheremo di trarre considerazioni per lo "stress da poltrona" e la sua corretta gestione, oggetto di un prossimo articolo; piuttosto ricorderemo alcuni aspetti generali legati alla dentatura, al suo senso, alla sua funzione, alla sua "malattia" più diffusa, il processo di cariogenesi comunemente detta carie dentale. Lo faremo ponendoci alcune semplici domande cui dare risposte comprensibili.
Cos’è il dente? Chiedigli cosa fa!
Alcuni colleghi ritengono che, oltre alla definizione che ne può dare uno studioso di Anatomia o di Biologia, un Dentista od un Odontotecnico, un organo, una parte del nostro corpo od un suo apparato possano essere meglio compresi se si guarda cosa facciano realmente. Bene; allora che cosa fa un dente? Perché il dentista fa risuonare ancora l’adagio secondo cui la prima digestione avviene in bocca? E perché nasciamo senza denti quando nel regno animale questa non è certamente la regola? Che significato ha, nell’arco della nostra vita, passare dal latte e dalla pappine ai cibi solidi e da questi ancora alle "pappine" una volta divenuti nonni? Quale "giudizio" cova nella natura che predispone questi percorsi? E noi siamo in grado di comprendere il senso di una cariogenesi improvvisa, di una gengivite dolorosa? Perché in un certo momento della vita e non in un altro? E perché a me e non ad un altro?
Per costruire una buona barca bisogna avere nostalgia del mare; ovvero se cerchi di conoscere il dente osserva meglio il cibo
Vediamo allora cos’è il dente partendo da ciò cui è destinato, la complessa trasformazione e, in seguito, assimilazione del cibo. Questo compie un lungo tragitto, prima di divenire materiale combustibile utile a sostentarci; lo dobbiamo reperire, trasformare quasi sempre per poterlo rendere un vero e proprio alimento, introdurlo nel corpo, digerirlo, assimilarlo e poi espellerlo, in una parte, mentre l’altra viene destinata ad entrare nel circolo ematico che nutre tutto il corpo, soprattutto il cervello. Qui, infine, avviene il miracolo ultimo con il quale una mela, un bel filetto, un pezzo di pane, ciò che abbiamo preso dalla natura diviene ciò che alimenta la nostra consapevolezza. Senza cibo e soprattutto senza cibo adeguato non avremmo né la forza né la lucidità per accorgerci di ciò che ci capita, per renderci conto della vita che viviamo. Qualcosa di materiale, solido, tangibile è stato trasformato in qualcosa di molto sottile, intangibile; la nostra Coscienza. Ma dove inizia questo percorso, all’interno del nostro corpo? Già, proprio nella bocca e, da un certo momento in poi, grazie al nostro amico dente. Un organo che spezza, sminuzza, tritura, afferra, rilascia, rumina per primo quella materia grezza che dovrà servire questo alto compito di aiutarci nel renderci conto dell’essere vivi, in questo mondo, in questo tempo, in queste o quelle condizioni esistenziali.. Ma allora, visto che è così importante, perché non compare subito, alla nascita? G.I.Gurdjieff ci aiuterà a spiegarlo meglio con una storiella breve: (I Racconti di Belzebù a suo nipote-Neri Pozza)
(CONTINUA)
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