Il Dente Avvelenato. Carie e Psicosomatica (pt. III)


La Psicosomatica del processo carioso. Aspetti simbolici di una delle più comuni malattie a carico dell'apparato dentale. Un caso clinico esemplare
Il Dente Avvelenato. Carie e Psicosomatica (pt. III)
Il Caso Clinico; Carlo e l'Ombra del Lupo
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P Si, per me! Perché con questa bocca quando sorrido faccio paura alla gente...guarda non sembro un lupo che digrigna i denti? -stira le labbra in un ghigno veramente animalesco->>
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E’ un uomo di mezza età a parlare; sposato con figli, da diverso tempo incapace di provvedere alla famiglia, tutta sulle spalle della moglie ormai alla soglie della disperazione. Una lunga storia matrimoniale fatta di difficoltà crescenti, iniziate con la nascita della figlia; poi l’abbandono del lavoro come Tecnico Elettronico e l’iscrizione ad una Facoltà Universitaria che però rimane un’intenzione pia e si trascina anch’essa tra problemi via via insormontabili e disturbi del comportamento sempre più evidenti, al limite del disturbo psicotico. Solo la decisione, finalmente, di curare una carie improvvisa e destruente sembra tamponare questa rovinosa discesa verso la malattia, la dissoluzione della famiglia ed un probabile ricovero. L’emergere del ghigno da lupo, grazie alla carie ed alla sua cura parziale, sembra per quest’uomo una possibile soluzione; ahimé sembra, perché intanto la sua condizione generale rimane grave e la famiglia in enorme difficoltà.
L’ombra del lupo (Canis Lupus)
Scrive Dominique Zahan (in "Societes d'initiation Bambara: Le N'Domo, Le Kore / - Paris ; Le Haye : Mouton, 1960) che i Bambara distinguono fra i denti tre gruppi con funzioni simboliche diverse: gli incisivi, i canini e i molari. <>. I canini sono segno di lavoro, ma anche di accanimento e di odio. I molari, simbolo di protezione, sono segno di sopportazione e di perseveranza; si ritiene che le persone con molari forti siano tenaci e ostinate nelle parole. Certo il nostro uomo, che chiameremo Carlo per comodità, mai aveva letto nulla del significato dei denti presso questa popolazione africana tradizionale tra le più arcaiche esistenti; eppure è come se i suoi denti sapessero esattamente qualcosa di simile. La sua difficoltà inizia proprio con l’impressione che la vita non gli dia abbastanza per quel che ritiene di meritare e l’iscrizione all’Università ha proprio il senso di soddisfare un grande desiderio di successo, di potenza. In tutta la sua storia si legge questo senso di una ingiustizia che lo perseguita, impedendogli di raccogliere quanto merita a causa di qualcuno o qualcosa sempre all’opera nell’ombra, contro di lui. Sembra di poter sentir suonare l’antico adagio che recita "Chi ha pane non ha denti!", ad ammonire sull’ingiustizia della vita. E ora, con quella dentatura da lupo, Carlo sembra dire al mondo che dove non è riuscito con la tenacia, il lavoro (forse anche a causa di una vicenda infantile molto difficile e angosciosa) riuscirà con la paura ed il timore che ogni lupo sa incutere ad ognuno di noi mostrando dei canini lunghi e affilati.E’ come se il lavoro dei denti di afferrare, spezzettare, triturare il mondo per meglio digerirlo e poi più facilmente assimilarlo e trasformarlo in ciò di cui abbiamo bisogno, nella storia di Carlo, fosse stato improvvisamente "limitato" al lavoro degli incisivi e dei canini. Attraverso il sogno di una Laurea prestigiosa e autorevole, Carlo immagina giorni di gloria, di potere, di riscatto. La carie sembra quindi voler segnalare questo disponibilità e intenzione di Carlo di rifiutare quel lento lavorìo che la bocca compie quotidianamente, da millenni per permetterci di entrare in rapporto col mondo in maniera lenta, paziente, tenace.
(CONTINUA)

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di Mario Bianchini Psicologo Psicoterapeuta

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