Il Dolore Pelvico Cronico
Il Dolore Pelvico Cronico richiede un approccio multispecialistico. La Terapia del Dolore prevede l’impiego di più farmaci, tra i quali i Cannabinoidi
La comunità scientifica internazionale definisce il Dolore Pelvico Cronico (DPC), un dolore localizzato nella pelvi, che perdura da più di sei mesi, associato a disturbi intestinali, urologici o ginecologici, in assenza di un processo neoplastico e infettivo documentabile.
Il dolore ha una distribuzione locale variabile, può interessare tutta la pelvi, alcuni quadranti addominali o prevalentemente il perineo, ed irradiarsi all’inguine, alla schiena e agli arti inferiori. E’ un dolore profondo, talvolta urente o crampiforme, pressoché continuo, con dei periodi più o meno lunghi di remissione. E’ spesso associato a cefalea, soprattutto di tipo emicranico e a dolori muscolari diffusi, spesso riconducibili ad una Sindrome Fibromialgica. La contrattura dolorosa del muscolo elevatore dell’ano è quasi sempre presente.
Il DPC interessa prevalentemente il sesso femminile, soprattutto in età fertile. La causa non è nota, ma è frequentemente sostenuto da patologie che interessano l’apparato riproduttivo, urologico e intestinale. Le patologie più frequentemente riscontrate sono l’Endometriosi, la Vestibulite bulbare, la Prostate Cronica Abatterica, la Sindrome della Vescica Dolorosa e la Sindrome del Colon Irritabile. Un ruolo chiave viene svolto dal Mastocita, una cellula infiammatoria che infiltra i tessuti viscerali e che scatena una reazione infiammatoria cronica. Le sostanze rilasciate nel processo infiammatorio causano una sensibilizzazione e una prolificazione delle fibre nervose, responsabile della cronicizzazione del dolore. Il dolore dunque è prima di natura infiammatoria, e come tale risponde all’impiego dei comuni farmaci anti-infiammatori, poi però cambia, in quanto viene sostenuto dalle modificazioni strutturali del sistema nervoso periferico e centrale e diviene di tipo neuropatico, molto più difficile da trattare.
L’approccio diagnostico-terapeutico nel paziente con DPC, soprattutto di origine viscerale, è sempre multidisciplinare e chiama in causa, secondo i casi, l’urologo, il ginecologo, il gastroenterologo e l’algologo, vale a dire il Medico specialista in Terapia del Dolore.
I farmaci anti-infiammatori hanno un’efficacia variabile, soprattutto quando il dolore presenta una spiccata componente neuropatica, e in ogni caso non possono essere assunti per lunghi periodi a causa dei loro effetti collaterali non trascurabili. Per questo vengono sostituiti con il Paracetamolo. Questo però da solo non è in grado d’indurre una sensibile riduzione del dolore e per questo viene associato a farmaci attivi sulla componente neuropatica del dolore, quali gli antiepilettici, gli antidepressivi e le benzodiazepine. Nei dolori più severi è necessario ricorrere inoltre all’impiego dei farmaci oppioidi. La prescrizione di una terapia che prevede numerose assunzioni di farmaci diversi determina spesso una scarsa aderenza del paziente al piano terapeutico, anche per i non trascurabili effetti collaterali, ed è dunque responsabile del fallimento della terapia stessa.
Un’alternativa valida è costituita dai farmaci Cannabinoidi. Tali farmaci hanno dimostrato una rilevante efficacia sia sul dolore infiammatorio, che sul dolore neuropatico. Inoltre hanno un’azione rilassante sulla muscolatura, riducono i sintomi della Fibromialgia e le crisi di cefalea. E’ possibile dunque ottenere con un unico farmaco i risultati desiderati dall’impiego di molti farmaci diversi, semplificando notevolmente il piano terapeutico. Tuttavia anche questi farmaci presentano controindicazioni ed effetti collaterali, per questo è necessaria la presenza di un medico esperto in grado di stabilire se esiste realmente un’indicazione e di valutare il dosaggio più corretto.
Il dolore ha una distribuzione locale variabile, può interessare tutta la pelvi, alcuni quadranti addominali o prevalentemente il perineo, ed irradiarsi all’inguine, alla schiena e agli arti inferiori. E’ un dolore profondo, talvolta urente o crampiforme, pressoché continuo, con dei periodi più o meno lunghi di remissione. E’ spesso associato a cefalea, soprattutto di tipo emicranico e a dolori muscolari diffusi, spesso riconducibili ad una Sindrome Fibromialgica. La contrattura dolorosa del muscolo elevatore dell’ano è quasi sempre presente.
Il DPC interessa prevalentemente il sesso femminile, soprattutto in età fertile. La causa non è nota, ma è frequentemente sostenuto da patologie che interessano l’apparato riproduttivo, urologico e intestinale. Le patologie più frequentemente riscontrate sono l’Endometriosi, la Vestibulite bulbare, la Prostate Cronica Abatterica, la Sindrome della Vescica Dolorosa e la Sindrome del Colon Irritabile. Un ruolo chiave viene svolto dal Mastocita, una cellula infiammatoria che infiltra i tessuti viscerali e che scatena una reazione infiammatoria cronica. Le sostanze rilasciate nel processo infiammatorio causano una sensibilizzazione e una prolificazione delle fibre nervose, responsabile della cronicizzazione del dolore. Il dolore dunque è prima di natura infiammatoria, e come tale risponde all’impiego dei comuni farmaci anti-infiammatori, poi però cambia, in quanto viene sostenuto dalle modificazioni strutturali del sistema nervoso periferico e centrale e diviene di tipo neuropatico, molto più difficile da trattare.
L’approccio diagnostico-terapeutico nel paziente con DPC, soprattutto di origine viscerale, è sempre multidisciplinare e chiama in causa, secondo i casi, l’urologo, il ginecologo, il gastroenterologo e l’algologo, vale a dire il Medico specialista in Terapia del Dolore.
I farmaci anti-infiammatori hanno un’efficacia variabile, soprattutto quando il dolore presenta una spiccata componente neuropatica, e in ogni caso non possono essere assunti per lunghi periodi a causa dei loro effetti collaterali non trascurabili. Per questo vengono sostituiti con il Paracetamolo. Questo però da solo non è in grado d’indurre una sensibile riduzione del dolore e per questo viene associato a farmaci attivi sulla componente neuropatica del dolore, quali gli antiepilettici, gli antidepressivi e le benzodiazepine. Nei dolori più severi è necessario ricorrere inoltre all’impiego dei farmaci oppioidi. La prescrizione di una terapia che prevede numerose assunzioni di farmaci diversi determina spesso una scarsa aderenza del paziente al piano terapeutico, anche per i non trascurabili effetti collaterali, ed è dunque responsabile del fallimento della terapia stessa.
Un’alternativa valida è costituita dai farmaci Cannabinoidi. Tali farmaci hanno dimostrato una rilevante efficacia sia sul dolore infiammatorio, che sul dolore neuropatico. Inoltre hanno un’azione rilassante sulla muscolatura, riducono i sintomi della Fibromialgia e le crisi di cefalea. E’ possibile dunque ottenere con un unico farmaco i risultati desiderati dall’impiego di molti farmaci diversi, semplificando notevolmente il piano terapeutico. Tuttavia anche questi farmaci presentano controindicazioni ed effetti collaterali, per questo è necessaria la presenza di un medico esperto in grado di stabilire se esiste realmente un’indicazione e di valutare il dosaggio più corretto.
Articolo del: