Il fattore terapeutico


L'impossibile: fonte incompresa di sofferenza. Il possibile: la via per l'uscita dalla sofferenza
Il fattore terapeutico
A lungo ha dominato nella clinica psicoanalitica l’idea che il principale fattore terapeutico fosse l’interpretazione da intendersi come la proposta dell’analista al paziente di un punto di vista capace di dare un senso del tutto nuovo alle vicende di una sofferenza già ripetutamente narrata da uno e ascoltata dall’altro.
Ciò è avvenuto mantenendo una rigorosa attenzione alle richieste del paziente e anche alle sue contraddizioni, considerate la porta di accesso alle antiche angosce non ancora elaborate verbalmente.
L’elaborazione interpretativa perciò diventa ancor più importante quando individua ciò che è utile per dare un senso agli aspetti incomprensibili del disagio dichiarato.
Il paziente allora allargherà i suoi orizzonti mentali e quindi l’area della sua identità con la progressiva riappropriazione di aspetti di sé non riconosciuti e non ancora sufficientemente sviluppati.
Lo sviluppo dell’immagine di sé non riguarderà solo il pensiero ma anche il comportamento e la capacità di orientarsi nel mondo.
Diventeranno allora degne di attenzione domande sui motivi di azioni che provocano il contrario di ciò che si vuole ottenere. Sarà allora del tutto plausibile promuovere una ricerca, ovvero un’analisi, sul senso di operazioni pratiche, ma prima di tutto mentali, dotate di un’apparenza di assurdità.
Apparirà allora che il paziente sarà in grado di accettare ciò che gli viene comunicato al di là della comprensione di sé già raggiunta ma ancora non soddisfacente. Occorre quindi privilegiare ciò che ci mette davanti agli occhi e che lui stesso ha ben presente se vogliamo essere accettati come guida e compagni verso il mondo sconosciuto.
L’analista in questo caso diviene la rappresentazione vivente di una funzione di soccorso che è stata perduta o non si è sviluppata sufficientemente o non si è costituita per far fronte a certe emergenze. Nel primo caso rende presente ciò che è stato smarrito, nel secondo caso integra un equipaggiamento insufficiente, nel terzo esemplifica la possibilità di una struttura di soccorso non ancora conosciuta.

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di dott. Renato de Polo

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