Il finanziamento dei privati: la cessione del quinto


In questa forma di contratto, a differenza di quanto accade con il prestito personale, il rimborso delle rate viene effettuato da un terzo
Il finanziamento dei privati: la cessione del quinto

La cessione del quinto, in maniera analoga al prestito personale, è un finanziamento a tasso fisso con rimborso a rate costanti.

In questa forma di contratto, a differenza di quanto accade con il prestito personale - riguardo al quale preannunciamo uno specifico approfondimento - il rimborso delle rate non viene effettuato dal richiedente bensì dal suo datore di lavoro (o dall’istituto previdenziale nel caso di pensionati) e il relativo importo è trattenuto direttamente dal netto in busta paga (o dalla pensione).

Il datore di lavoro è pertanto il soggetto deputato a versare le rate a favore dell’Istituto che ha erogato il prestito.

Si parla di cessione del quinto in quanto l’importo della rata di rimborso non può normalmente eccedere la quinta parte dello stipendio netto mensile.

In talune situazioni, allo scopo di aumentare la somma erogata, è tuttavia possibile arrivare ad una rata massima pari a due quinti dello stipendio; per far ciò è necessario sottoscrivere oltre che al contratto di cessione del quinto, anche un contratto di delega del pagamento, che impegna l’altro quinto dello stipendio.

Le modalità di concessione sono regolate dalla Legge 14 maggio 2005 n.80, che ha aggiornato il DPR  5 gennaio 1950 n.180.

Possono accedere a questa categoria di credito i dipendenti statali, parastatali e di aziende private, nonché i pensionati.

Il predetto finanziamento comprende una pluralità di costi, spesso piuttosto elevati.
Infatti, il costo complessivo sostenuto dal consumatore per accedere al finanziamento è molto gravoso, in quanto quest’ultimo deve farsi carico, oltre che degli interessi, degli oneri di assicurazione e di istruttoria, nonché, il più delle volte, della provvigione dell’intermediario con la società finanziaria.

Tutti questi costi, sono immediatamente posti a carico del consumatore, essendo decurtati dall’importo erogato, così che quest’ultimo riceve in prestito una somma di molto inferiore a quella che dovrà restituire attraverso la rateizzazione.


Elementi essenziali della cessione

La legge stabilisce che un contratto di cessione del quinto deve contenere i seguenti elementi:
* il tasso di interesse praticato;
* ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi i maggiori oneri in caso di mora;
* l’ammontare e le modalità del finanziamento;
* il numero, gli importi e la scadenza delle singole rate;
* il tasso annuo effettivo globale (TAEG);
* il dettaglio delle condizioni analitiche secondo cui il TAEG può essere eventualmente modificato;
* l’importo e la causale degli oneri che sono esclusi dal calcolo del TAEG;
* le eventuali garanzie richieste;
* le coperture assicurative.

Lo studio scrivente si occupa, fin dall'introduzione della normativa anti usura di problematiche bancarie.
Per questo la prima riflessione che prende corpo, dopo aver descritto le caratteristiche del finanziamento è la seguente.


La cessione del quinto soggiace alla normativa anti usura?

Riteniamo che la risposta sia da intendersi in senso positivo ed ora vediamo il perchè.
La cessione del quinto è certamente una delle forme di finanziamento più sicure per gli istituti di credito.

Ciò avviene per la presenza (obbligata) di una polizza assicurativa che garantisce l’istituto erogante in caso di morte ed ai vincoli sul TFR in caso di interruzione del rapporto di lavoro.

Al riguardo un inciso importante: il lettore non deve farsi ingannare dalla presenza della definizione “polizza”. Infatti, salvo il caso morte, la compagnia di assicurazione che la emette, ha sempre diritto di rivalsa sull’assicurato.

La presenza della sopra citata polizza va, a sua volta, ad incidere sul costo complessivo del finanziamento.
Pertanto la presenza della polizza assicurativa, rappresenta una delle concause (unitamente al costo delle commissioni e di tutti gli altri oneri connessi all’erogazione del credito, spesso non inseriti nel calcolo del TAEG) che possono determinare l'applicazione di tassi di interesse superiori a quelli previsti dalla normativa anti-usura.

Le interpretazioni portate avanti dallo Studio che redige il presente contributo,  hanno trovato conferma nelle parole della Corte di Cassazione
Nella Sentenza del 24-09-2018, n. 22458, La Suprema Corte ha rilevato che, ad esempio,  le Istruzioni del 2006 per la rilevazione del tasso effettivo globale medio, ai sensi della legge sull'usura, nella prima parte del medesimo paragrafo C4, prevedono  che “Ai sensi della legge il calcolo del tasso deve tenere conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate all’erogazione del credito”.

Queste parole, a loro volta non sono nuove perché riecheggiano il contenuto del comma 4 dell’art. 644 c.p. che considera rilevanti ai fini della verifica ogni costo, le sopracitate spese, con la conseguenza  che tale deroga (relativa alle spese di assicurazione obbligatoria) contenuta nella seconda parte del paragrafo C4 delle istruzioni sopra richiamate “non può consentire la pretermissione della regola generale dettata nella prima parte del paragrafo, atteso che questa non è altro che la riproduzione della norma penale”.

Questo significa, in soldoni, che è stata disconosciuta l’opposta teoria sostenuta dalle finanziarie che non consideravano, nel costo del contratto, alcune voci tra cui, appunto, il costo della polizza di  assicurazione per  il caso di morte, invalidità, infermità o disoccupazione del debitore.

In conclusione, pare ormai acclarato che per la Cassazione il carattere obbligatorio ex lege della spesa assicurativa, ai sensi del D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180, art. 54, non esclude detta spesa da quelle da computare per il calcolo del tasso usura.


Quali sono le conseguenze del superamento del Tasso soglia nella cessione del quinto?

In linea di principio una corretta applicazione delle norme comporta la cd gratuità del rapporto in applicazione dell’art. 1815 c.c.

Questo significa che il debitore deve restituire il capitale ottenuto con il finanziamento, ma dovrà ottenere, a sua volta, la restituzione degli interessi, eventualmente, corrisposti se il loro ammontare supera l'importo del finanziamento.

Dobbiamo, però, chiedere al lettore di rivolgere l'attenzione sul fatto che non tutti i Tribunali hanno la prontezza di adeguarsi al sopradescritto insegnamento, per cui raccomandiamo una certa prudenza, ossia una attenzione particolare ai contenuti delle perizie econometriche necessarie per intraprendere i predetti giudizi restitutori e di rivolgersi sempre a studi legali competenti e di esperienza.

Un approfondimento sul tema dell’usura bancaria sul nostro sito.

 

Articolo del:


di Avv. Tiziano Tatti

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