Il mal di schiena


Dietro il termine di “mal di schiena” si nascondono differenti tipi di patologie. Solo una corretta diagnosi può portare a individuare il corretto trattamento
Il mal di schiena
Il dolore lombare è comunemente detto "mal di schiena" o "sciatica", se è anche irradiato ad una o ad entrambe le gambe. Nella terminologia anglosassone viene invece indicato con il termine di Low Back Pain (LBP). Indipendentemente da come lo si voglia chiamare è sicuramente un problema rilevante. Basti pensare che in occidente costituisce la prima causa di assenza dal posto di lavoro per motivi di salute.
Le cause del mal di schiena sono molteplici. Tra le principali ricordiamo: le sindromi miofasciali, l’ernia del disco, il dolore discogenico, l’artrosi della colonna vertebrale, i crolli vertebrali su base osteoporotica, la stenosi del canale vertebrale post-chirurgica, l’instabilità dei corpi vertebrali e l’infiammazione delle articolazioni sacroiliache. Il primo passo dunque per curare il mal di schiena è capirne la causa.
Nelle sindromi miofasciali (il classico "colpo della strega" oppure la sindrome del m. piriforme) il dolore è causato dalla contrazione prolungata delle masse muscolari, spesso secondaria ad uno sforzo intenso o ad atteggiamenti posturali cronicamente sbagliati. Il dolore è localizzato ai lombi e può essere irradiato anche alle gambe, sebbene in genere parzialmente, nel senso che non interessa tutta la gamba. La visita medica può evidenziare delle fasce muscolari dure, contratte e dolenti alla palpazione. Nell’ambito di queste si possono individuare dei punti particolarmente dolenti (i Trigger Points), che se sollecitati suscitano un dolore particolarmente intenso. Spesso la semplice infiltrazione con anestetico locale di tali punti risolve il problema.
Nell’ernia discale la parte centrale del disco intervertebrale fuoriesce e causa un’irritazione chimica delle radici spinali e in alcuni casi una compressione meccanica. Il dolore è lombare, più severo nella flessione anteriore del busto, e irradiato ad una gamba spesso nella regione posteriore fino al piede. Il paziente riferisce inoltre formicolii ai piedi, la percezione che i muscoli si contraggano da soli e nei casi più gravi deficit di forza. La RMN può documentare l’ernia. È sempre necessario fare una valutazione neurochirurgica per valutare l’intervento. Nel caso quest’ultimo non fosse indicato il trattamento è conservativo e si basa sul riposo a letto e la prescrizione di analgesici mirati (i comuni farmaci anti-infiammatori spesso non sono efficaci e alla lunga sono anche dannosi). Nel caso il dolore dovesse persistere si può valutare l’esecuzione di un’infiltrazione epidurale selettiva. Quest’ultima ha l’obiettivo di somministrare cortisone e anestetico locale direttamente sui nervi spinali.
L’artrosi della colonna vertebrale configura la sindrome delle "Faccette Articolari". Si tratta di un dolore lombare più severo durante i movimenti di estensione, rotazione e flessione laterale del busto. Viene diagnosticato somministrando dell’anestetico locale direttamente sulle fibre che innervano le faccette articolari (branca mediale). Nel caso il dolore passi, si procede a trattamento con radiofrequenza.
Lo stesso approccio (infiltrazione e successivamente radiofrequenza) può essere adottato nell’infiammazione delle articolazioni sacroiliache. Queste sono delle articolazioni del bacino, che se infiammate possono dare dolore lombare irradiato nella regione posteriore di una o di entrambe le gambe fino al ginocchio.
Nel crollo vertebrale si deve valutare tempestivamente l’esecuzione di una vertebro-plastica o cifoplastica, che consiste nell’iniettare una sostanza cementante nei corpi vertebrali crollati. È sempre indicato l’impiego di farmaci analgesici, il riposo e l’uso di un busto ortopedico specifico.
In sintesi dietro il termine di "mal di schiena" si nascondono differenti tipi di patologie. Solo una corretta diagnosi può portare ad individuare il corretto trattamento.

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di Dr. Michele Naclerio

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