Ottobre dedicato all’educazione finanziaria, ma dopo?
Numerose indagini e studi vengono svolti ogni anno sulle conoscenze finanziarie degli italiani (cito per brevità i dati rilevati dalla Consob nel suo Rapporto annuale sulle scelte di investimento delle famiglie italiane oppure un'indagine sull'alfabetizzazione e le competenze finanziarie degli adulti in Italia svolta dalla Banca D’Italia nel 2017 che pone a confronto i Paesi del G20 sul livello di alfabetizzazione finanziaria della popolazione.
Gli indicatori complessivamente pongono gli italiani al penultimo posto tra i Paesi del G20.
Da qui l’urgenza di porre in atto una strategia volta a promuovere iniziative per innalzare le conoscenze e le competenze in ambito finanziario, assicurativo e previdenziale in modo che ciascuno abbia gli strumenti per effettuare scelte coerenti con i propri obiettivi e le proprie condizioni economiche.
Anche quest’anno sono stati organizzati molti eventi sul territorio nazionale, a livello istituzionale oppure organizzati da associazioni di categoria, oppure da Intermediari finanziari. Altri incontri sono stati indirizzati agli operatori del settore consulenti finanziari con la partecipazione di rappresentanti di Consob e Banca d’Italia e docenti universitari come il convegno organizzato da Ascofind “Il contributo della consulenza all’educazione finanziaria degli investitori”.
Questi eventi sono molto importanti perché innanzitutto viene rappresentata scientificamente la realtà del nostro Paese con un posizionamento in fondo alle classifiche dei Paesi europei in quanto a conoscenze finanziarie, a disponibilità a investire, a comprensione dei concetti che sono alla base delle regole di comportamento del risparmiatore.
Ma il risparmiatore che non fa parte di particolari categorie rimane da solo ad affrontare le decisioni che riguardano il futuro dei suoi risparmi, la realizzazione dei suoi sogni.
Dal 2007 a oggi molte normative sono state prodotte con l’obiettivo di tutelare il risparmiatore come le due edizioni di Mifid (Market in financial instruments directive) senza che il risparmiatore abbia percepito lo scopo del legislatore e siano state interpretate come turbativa della privacy, impedimento alla libertà di scelta o incombenza burocratica.
Spesso, anche la partecipazione a questi seminari, con una full immersion su concetti economici e finanziari rischia di far sentire il risparmiatore ancora più inadeguato.
Risultato: il risparmiatore prende una sola decisione, quella di non investire i suoi risparmi e unirli ai 1.400 mld di euro che giacciono inoperosi, infruttiferi sui conti correnti e inesorabilmente erosi dalla pur bassa inflazione.
L’educazione finanziaria deve essere considerata un processo, anche molto lento non solo di apprendimento dei temi specifici, ma prima di tutto un processo di consapevolezza, di autocoscienza per far emergere dalle proprie riflessioni, un progetto di vita realizzabile, concretamente pianificato e rigorosamente seguito.
Quando si saranno spente le luci dei grandi eventi e il mese di ottobre ancora una volta finirà con la giornata mondiale del risparmio con tante enunciazioni e buoni propositi, comincia il lavoro silenzioso e paziente del consulente pronto ad aiutare il singolo risparmiatore a trasformare i concetti in numeri, gli obiettivi in pianificazione, le paure e i dubbi in scelte consapevoli.
Naturalmente solo un rapporto personale e focalizzato sulla singola individualità potrà consolidare la fiducia e la sicurezza che più di ogni altra cosa manca in questo periodo.
A vostra disposizione per iniziare questo percorso.
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