Il passaggio generazionale: come potrebbe cambiare


Ecco alcuni spunti di riflessione sulle possibili modifiche della tassazione dell'asse successorio in Italia.
Il passaggio generazionale: come potrebbe cambiare
Leggere che l'Italia è un paradiso fiscale fa sorridere. Eppure per quanto riguarda il passaggio generazionale questa è la pura realtà. Rispetto ad altre parti del mondo le aliquote e franchigie ereditarie sono da noi piuttosto basse. In Italia un erede può vedersi prelevare dal fisco al massimo l'8% del patrimonio ricevuto. In Germania il 60%; negli Stati Uniti il 35%, ecc... La situazione potrebbe però cambiare presto anche da noi. Da anni se ne parla, ma recentemente è stata depositata una proposta di legge agli atti del Parlamento, la numero 2830 del 20 gennaio 2015, che innalza significativamente le aliquote ereditarie ed abbassa le relative franchigie. Senza entrare in tutti i dettagli basti pensare che al coniuge e ai discendenti si applica oggi una franchigia di 1 milione di euro, con una tassazione del 4% del valore dei beni ereditandi superiore a tale cifra, mentre domani la soglia di esenzione potrebbe essere di 400.000 euro con una tassazione del 7% dell'eccedente. Ancora, ai soggetti terzi all'asse ereditario beneficiari di disposizioni testamentarie, quali il convivente di fatto o i parenti ed affini oltre il quarto grado, ai quali già oggi non si applica alcuna franchigia, potrebbe vedersi innalzata la quota di contribuzione fiscale dall'attuale 6-8% ad un 10-15%. Un vero e proprio salasso. I motivi di questa modifica, che per gli addetti ai lavori del mondo fiscale e finanziario è data ormai per scontata, risiederebbero principalmente nel limitare l'effetto perverso dell'immobilizzazione dei capitali in patrimoni e in rendite, invece del loro utilizzo per gli investimenti economici e produttivi, e nell'aumento della capacità di spesa pubblica per i servizi sociali a favore dei cittadini. Oltre ad invitarvi a rimanere aggiornati sull'argomento, vi suggerisco di riflettere su quali strumenti utilizzare per gestire al meglio questa fase della pianificazione finanziaria che riguarda la vita di ciascuno di noi. Vi sono innanzitutto disposizioni giuridiche di ogni tipo (dal più comune testamento, ai più esotici contratti di rendita vitalizia o al più moderno trust). Ad essi si affiancano valutazioni di tipo finanziario, che attengono alla composizione del patrimonio stesso, volte a ridurre la tassazione complessiva. Ad esempio, la presenza di numerosi immobili nel patrimonio ereditario aggiungerebbe molteplici imposte ipotecarie e catastali sul valore dei lasciti, mentre la stipula di polizze sulla vita abbasserebbe sensibilmente l'imposizione fiscale, considerato che tali strumenti sono esclusi dalle imposte di successione. Una pianificazione successoria accorta potrebbe essere l'unica salvaguardia di un patrimonio personale raccolto magari con molto lavoro e fatica, tutelando allo stesso tempo il futuro di chi ci è caro.

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di Andrea Panizzon

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