Il patchwork del Servizio Idrico


Il Servizio Idrico in Italia è un'antologia di diversità "nel bene e soprattutto nel male".
C'è spazio per migliorare.
Il patchwork del Servizio Idrico
Il Servizio Idrico nell'industria e nel terziario è normalmente una voce di costo contenuta rispetto ai costi dell'energia e dunque non vi si presta tipicamente la stessa attenzione; mi è capitato però negli ultimi anni di mettere mano al consumo ed al costo del Servizio Idrico per qualche centinaio di casi per utenze della GDO, con esperienze così diverse nel bene e soprattutto nel male, da spingermi a riportare qualche considerazione in merito.
Anzitutto va ricordato che per il Servizio Idrico non c’è un Mercato Libero: l’utente verrà approvvigionato d’acqua dal fornitore accreditato, in base ai dettami della ATO (Ambito Territoriale Ottimale) della zona (circa 100 ATO in Italia). Mi sono quindi trovato a valutare il Servizio Idrico di circa 80 fornitori, buona base per testimoniare come possa essere non solo diverso, ma spesso inefficiente o addirittura frustrante occuparsi di un servizio normale, come quello dell’acqua.
Poter interagire con l’utente per e-mail dovrebbe essere semplicemente prassi nazionale per qualsiasi fornitore di qualsiasi servizio. Per effettuare una voltura di acqua, occorre compilare moduli e produrre allegati: per alcuni fornitori ciò corrisponde a produrre fino ad una decina di allegati e per altri praticamente nessuno: la Hidrogest nel bergamasco ha un modulo monopagina diviso in tre parti, una per ciascuno dei tre soggetti coinvolti (fornitore, proprietario e locatario dell’immobile), e vi è condensato tutto. Vuol dire che se si vuole si può semplificare senza compromettere la qualità dell’operazione.
Il costo del Servizio Idrico prima dell’IVA può andare da circa 1 a 5 o più €/m3, ove intervengono costi fissi e costi variabili legati alla fornitura, allo scarico in fognatura ed alla depurazione. Se ci limitiamo alla fornitura, troviamo nel nostro paese tariffe e loro modalità di applicazione le più diverse (da 0,4 fino a quasi 3 €/m³), alcune davvero incomprensibili. Inoltre a fronte di un paese con inflazione nel 2016 inferiore all’1%, la stragrande maggioranza dei fornitori ha applicato aumenti tariffari su parte o su tutti i fattori di costo, di diversi punti percentuali ("ingiustificato arricchimento"?).
Vi è un’antologia davvero variegata di strutture tariffarie per il Servizio Idrico, ma la struttura tariffaria più diffusa è quella basata su un ‘impegno di consumo’.
Con un impegno di 1000 m3/anno, se il consumo reale è inferiore a 1000 m3/anno, pagherò comunque l’impegno alla tariffa ‘base’. Se invece il consumo reale supera l’impegno, vengono applicate tariffe di esubero che possono raggiungere anche 3 - 5 volte la tariffa base. Viene da sé che è opportuno convenire con il fornitore un ‘impegno’ il più possibile vicino al consumo reale e ciò richiede la dovuta attenzione gestionale, ma vi sono anche molte ATO, e dunque molti fornitori, in cui l’impegno è imposto a valori molto bassi e non è modificabile. Per consumi di qualche centinaio di m3/anno ciò non è poi così grave, ma lo diventa se il consumo è di migliaia o decine di migliaia di m3/anno.
La struttura tariffaria odierna sembra in questi casi pensata per piccoli utenti, ma di certo non è adatta per i grandi.

Le ATO fra l’altro, non sembrano proprio comunicare fra loro.
La fatturazione comporta letture (di teleletture per ora non si parla ancora); ne deriva che tipicamente, il fornitore fattura su stima con conguagli alla successiva lettura. Vorrei sottolineare almeno due anomalie connesse a questo metodo:
- Molti fornitori fatturano consumi stimati in forte eccesso rispetto al consumo reale con conguagli
magari un anno più tardi. L’utente finisce per fare da banca al fornitore
- In alcuni casi, la lettura non viene effettuata per anni. Con un lasso di tempo così ampio si complica tutto compresa la possibilità di ottenere il giusto riaccredito fino a raggiungere situazioni da Ufficio Legale!
Un modo per difendersi è di convenire con il fornitore di fatturare sulla base di autoletture ossia di letture dell’utente stesso; prassi ormai piuttosto diffusa ma naturalmente non applicata da tutti i fornitori.
In un contesto di prevalente inefficienza, vi è per fortuna anche l’eccellenza e dunque vi sono perfino buoni riferimenti cui ispirarsi nell’apportare modifiche alla regolamentazione di questo servizio.

Articolo del:


di Ing. Stefano Manfredi

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