Il primo Rinascimento: mobili rustici e casalinghi
Breve storia dell'evoluzione degli stili: il primo Rinascimento e la svolta del '500

Il metodo più immediato per studiare la mobilia di un periodo è analizzarne i dipinti raffiguranti scene casalinghe. Questi quadri sono un vero e proprio tesoro ricco di dettagli e informazioni utili all’appassionato di storia del mobile. Così il "San Girolamo nel suo studio" di Antonello da Messina ci mostra un mobile assai in uso nel ‘400, il mobile composito o mobile a gruppo fisso.
In un secolo di instabilità e di vita nomade, dovuta ai continui assedi, espugnazioni e saccheggi, la mobilia posseduta dai signorotti e dai privati era necessariamente poca e trasportabile.
E’ raro infatti trovare per esempio sedie e tavoli di quest’epoca, anche perché i pochi esemplari che vennero prodotti erano pieghevoli, e perciò molto fragili.
Il mobile più diffuso in questo secolo è il cassone, ed è anche il più antico nella forma primitiva di tronco d’albero svuotato al suo interno. Questi pratici mobili avevano diverse funzioni: casse da viaggio, tavoli da muro, custodie dove riporre oggetti di valore o di uso quotidiano, accoppiati servivano anche da letto. Il lato posteriore delle casse era grezzo, in quanto veniva fissato ai muli per essere trasportato, e veniva posizionato negli ambienti con questo lato appoggiato al muro.
La decorazione dei mobili è risolta con l’intarsio ligneo, realizzato con la composizione di tasselli di legni diversi a formare giochi di colori, con soggetti geometrici ed architettonici che fanno risaltare gli studi prospettici nati in questo periodo e ripropongono in scala ridotta il rapporto armonico che regola le proporzioni in architettura. Le decorazioni più grezze, invece, sono realizzate a "intaglio piatto", scavando il fondo per lasciare in rilievo il motivo di gusto prettamente gotico.
Il ‘500 è il secolo del superamento delle scuole regionali attraverso la volontà di giungere ad un’unificazione del linguaggio artistico, unificazione che a livello politico era ancora lontana a venire.
Il potente crea intorno a se una "corte" ricca di letterati ed artisti che, spostandosi da un territorio all’altro, contribuiscono alla creazione di un modello artistico unico.
La "corte", inoltre, mette in contatto i diversi artisti, permettendone il confronto e la conseguente spinta alla crescita individuale. Così come l’uomo diventa il centro dell’Universo, in architettura si torna alla pianta centrale.
L’interesse per l’archeologia, per lo studio dell’età classica, per la ricerca delle ricchezze culturali delle civiltà italiche tramontate durante il Medioevo per il loro carattere pagano, portano gli ambienti colti ad avvicinarsi ad un senso di "italianità".
Così la mobilia si libera dalle influenze medioevali estranee alla cultura italica per affermare un gusto prettamente nazionalistico.
Firenze è il fulcro creativo del mobile rinascimentale, e rimane in prima linea per tutto il ‘500, anche per la presenza in Firenze del’ "Arte dei Legnaioli", corporazione di artigiani che definivano e imponevano linee, proporzioni e metodi di costruzione. Tanta importanza ebbe questa corporazione che era in uso definire "foggiati" i mobili che seguivano i dettami dell’associazione, e "sfoggiati" quelli fatti diversamente su richiesta del cliente o per capriccio dell’artista.
Mentre i mobili foggiati e quelli "salvatici" (semplici e rustici) sono oggi quasi scomparsi, dato il loro uso quotidiano, quelli "sfoggiati" riempiono i musei, dandoci un’idea fuorviata del gusto del tempo.
La stabilità politica induce a costruire non più fortezze, ma dimore aperte allo spazio, alla luce e all’estetica. Allo stesso modo i mobili si fanno più pesanti, ampi, ricchi nella ricerca delle linee classiche. Così il letto, il camino, i seggioloni, le cassapanche, i tavoli assumono proporzioni monumentali e nasce il concetto moderno di arredamento armonioso in un ambiente.
Anche il mobile più rustico esprime il nuovo gusto, arricchendosi di decorazioni, che riprendono le "grottesche" di Raffaello o simboli e motivi legati a culti italici. L’intaglio sostituisce l’intarsio nella decorazione, i materiali si fanno più ricchi, l’eleganza sostituisce la trasportabilità nelle priorità di costruzione.
In un secolo di instabilità e di vita nomade, dovuta ai continui assedi, espugnazioni e saccheggi, la mobilia posseduta dai signorotti e dai privati era necessariamente poca e trasportabile.
E’ raro infatti trovare per esempio sedie e tavoli di quest’epoca, anche perché i pochi esemplari che vennero prodotti erano pieghevoli, e perciò molto fragili.
Il mobile più diffuso in questo secolo è il cassone, ed è anche il più antico nella forma primitiva di tronco d’albero svuotato al suo interno. Questi pratici mobili avevano diverse funzioni: casse da viaggio, tavoli da muro, custodie dove riporre oggetti di valore o di uso quotidiano, accoppiati servivano anche da letto. Il lato posteriore delle casse era grezzo, in quanto veniva fissato ai muli per essere trasportato, e veniva posizionato negli ambienti con questo lato appoggiato al muro.
La decorazione dei mobili è risolta con l’intarsio ligneo, realizzato con la composizione di tasselli di legni diversi a formare giochi di colori, con soggetti geometrici ed architettonici che fanno risaltare gli studi prospettici nati in questo periodo e ripropongono in scala ridotta il rapporto armonico che regola le proporzioni in architettura. Le decorazioni più grezze, invece, sono realizzate a "intaglio piatto", scavando il fondo per lasciare in rilievo il motivo di gusto prettamente gotico.
Il ‘500 è il secolo del superamento delle scuole regionali attraverso la volontà di giungere ad un’unificazione del linguaggio artistico, unificazione che a livello politico era ancora lontana a venire.
Il potente crea intorno a se una "corte" ricca di letterati ed artisti che, spostandosi da un territorio all’altro, contribuiscono alla creazione di un modello artistico unico.
La "corte", inoltre, mette in contatto i diversi artisti, permettendone il confronto e la conseguente spinta alla crescita individuale. Così come l’uomo diventa il centro dell’Universo, in architettura si torna alla pianta centrale.
L’interesse per l’archeologia, per lo studio dell’età classica, per la ricerca delle ricchezze culturali delle civiltà italiche tramontate durante il Medioevo per il loro carattere pagano, portano gli ambienti colti ad avvicinarsi ad un senso di "italianità".
Così la mobilia si libera dalle influenze medioevali estranee alla cultura italica per affermare un gusto prettamente nazionalistico.
Firenze è il fulcro creativo del mobile rinascimentale, e rimane in prima linea per tutto il ‘500, anche per la presenza in Firenze del’ "Arte dei Legnaioli", corporazione di artigiani che definivano e imponevano linee, proporzioni e metodi di costruzione. Tanta importanza ebbe questa corporazione che era in uso definire "foggiati" i mobili che seguivano i dettami dell’associazione, e "sfoggiati" quelli fatti diversamente su richiesta del cliente o per capriccio dell’artista.
Mentre i mobili foggiati e quelli "salvatici" (semplici e rustici) sono oggi quasi scomparsi, dato il loro uso quotidiano, quelli "sfoggiati" riempiono i musei, dandoci un’idea fuorviata del gusto del tempo.
La stabilità politica induce a costruire non più fortezze, ma dimore aperte allo spazio, alla luce e all’estetica. Allo stesso modo i mobili si fanno più pesanti, ampi, ricchi nella ricerca delle linee classiche. Così il letto, il camino, i seggioloni, le cassapanche, i tavoli assumono proporzioni monumentali e nasce il concetto moderno di arredamento armonioso in un ambiente.
Anche il mobile più rustico esprime il nuovo gusto, arricchendosi di decorazioni, che riprendono le "grottesche" di Raffaello o simboli e motivi legati a culti italici. L’intaglio sostituisce l’intarsio nella decorazione, i materiali si fanno più ricchi, l’eleganza sostituisce la trasportabilità nelle priorità di costruzione.
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