Cosa posso fare se il datore di lavoro non mi paga?


Ecco le diverse soluzioni per recuperare lo stipendio non pagato dal datore di lavoro
Cosa posso fare se il datore di lavoro non mi paga?

Il recupero dello stipendio non pagato.

Capita che i lavoratori ricevano la busta paga ma non ricevano anche il bonifico dello stipendio. In questi casi si pensa subito al peggio: dovrò fare causa e ci rimetto tutto. Non è affatto così.

Le soluzioni per ottenere i propri soldi sono varie e alcune anche gratuite (queste ultime sono anche le meno efficaci e impongono tempi lunghi).

 

Soluzione 1: lettera di messa in mora

La cosa più semplice da fare è quella di diffidare il datore di lavoro al pagamento di quanto dovuto. Si procede con una lettera raccomandata A/R destinata al datore di lavoro, nella quale si deve indicare puntualmente quali crediti non sono stati pagati e si deve diffidare il datore di lavoro a provvedere al pagamento entro un numero adeguato di giorni dal ricevimento della lettera (generalmente si concedono 5/8 giorni).

Vantaggi e Svantaggi

La lettera di diffida e messa in mora ha il solo costo della raccomandata poiché può essere scritta direttamente dal lavoratore; tuttavia, non è particolarmente efficace, poiché non sempre viene percepita da chi la riceve come un rischio effettivo.

 

Soluzione 2: decreto ingiuntivo

Quando la lettera di diffida e messa in mora non porta ad alcun risultato è il caso di rivolgersi a un legale. Solo i legali (avvocati e praticanti abilitati al patrocinio) possono proporre decreto ingiutivo contro il datore di lavoro.

Il decreto ingiuntivo consiste in un ricorso monitorio contro il datore di lavoro che riceve dal tribunale l'ordine di pagare la somma indicata nel decreto stesso.

Il decreto ingiuntivo può essere dichiarato provvisoriamente esecutivo, cioè dal momento in cui è emanato il legale può provvedere alla notifica del decreto unitamente al precetto, che consiste in un avvertimento legale che precede l'esecuzione del credito mediante procedura esecutiva (cd. pignoramento).

Il decreto ingiuntivo è un procedimento semplificato e snello che si attua unicamente in via documentale (basta il semplice deposito dell'atto); il giudice decide se pronunciare il decreto senza sentire il debitore.

Vantaggi e svantaggi

Trattandosi di un procedimento giudiziario sarà necessario e/o opportuno rivolgersi a un legale, quindi pagare le competenze del professionista cui ci si rivolge. Per contro, questi costi sono interamente addebitati al debitore, che dovrà, quindi, pagare le spese del legale. In pratica i soldi vengono recuperati.

Il decreto ingiuntivo, generalmente, permette di essere pagati velocemente (entro 40 giorni) poiché l'unica soluzione alternativa per il debitore è quella di dimostrare di non essere debitore o di avere un credito a sua volta, nei confronti del creditore procedente, ovvero di aver già pagato. Ciò avviene nell'ambito del giudizio di opposizione, che dev'essere instaurato dal debitore ingiunto (cioè dal datore di lavoro).

Va detto che, se il datore di lavoro risulta (formalmente) nullatenente, sarà ben difficile ottenere il proprio credito (ma non impossibile, se si può ricorrere al Fondo di Garanzia INPS).

 

Soluzione 3: "denuncia" all'Ispettorato

L'ultima soluzione che si può avere è quella di rivolgersi all'Ispettorato del lavoro per richiedere l'intervento di un Ispettore al fine di procedere in conciliazione monocratica ovvero con verifica ispettiva.

Vantaggi e Svantaggi

Il vantaggio di questa procedura sta nel recupero a costo 0 delle retribuzioni, poiché l'Ispettorato non può chidere compensi al lavoratore. Per contro, spesso l'Ispettorato è ignorato dai datori di lavoro e comunque i tempi di attivazione dell'Ispettorato sono abbastanza lunghi (possono volerci molti mesi).

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di avv. Federico Pisani, dott. Stefano Iacobucci

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