Il tempo della “Non-Esistenza”

Abbiamo forse perso la capacità di gestire questo tipo di frustrazione o è davvero una nuova frustrazione?
Senza dubbio la comunicazione digitale ha modificato i rapporti sociali e le modalità di gestirli ed effettivamente siamo meno in grado di attendere, di viverci gli eventi. E’ vero però che questa ansia richiama al nostro bisogno di conferme, che è un bisogno antico e fondamentale nell’esistenza umana.
Questo bisogno è implicito nella comunicazione umana in ogni sua forma. Dagli studi sulla Pragmatica della Comunicazione apprendiamo che ogni messaggio implica due livelli: un livello di contenuto (ciò che si vuole comunicare) e un livello di relazione (Meta-comunicazione, che definisce la natura della relazione), ed è proprio questa meta-comunicazione il terreno per l’ansia dell’attesa.
Quando comunichiamo, ci aspettiamo una risposta, anche negativa, perché questa è comunque il segno che l’altro ci ha considerato e che riconosce il valore della nostra relazione. L’assenza di una risposta equivale alla DISCONFERMA, al messaggio "Tu non esisti", che è anche alla base di diverse forme di psicopatologia.
Ecco allora che la comunicazione digitale ci ha esposto a questa frustrazione più velocemente. Ricevere la risposta equivale al messaggio "Tu esisti", mentre i minuti che passano nell’attesa diventano il tempo della "non esistenza".
L’articolo si chiude con un’altra importante riflessione sulla trasformazione dei rapporti umani che sembrano andare verso il disimpegno; disimpegno che è figlio della Disconferma.
Un piccolo suggerimento per gestire meglio l'attesa proviamo a non concentrarci solo sulla risposta, ma consideriamo la cornice più ampia che è la relazione per non arrivare subito a conclusioni drastiche e negative (non mi considera, non mi vuole più), cercando anche di ricordare l’altra persona, i suoi impegni, i suoi atteggiamenti, le sue abitudini.
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