Il tempo, un amico per ridurre il rischio degli investimenti azionari


Come la durata temporale di un investimento in azioni incide sulla riduzione del rischio dovuto alla volatilità
Il tempo, un amico per ridurre il rischio degli investimenti azionari

Investire in azioni spesso genera timori nei risparmiatori. Sarà il momento giusto per comprare? E quando sarà invece il momento esatto per vendere? Dubbi legati alla volatilità e, quindi, al rischio che caratterizza l'investimento in azioni.

Ci sono diversi modi per cercare di ridurre questo rischio. Per esempio, diversificare geograficamente e settorialmente i propri acquisti è una scelta sicuramente consigliabile, ma negli ultimi tempi la correlazione fra i diversi mercati azionari tende a essere più alta: in pratica la direzione (in salita o in discesa) tende a essere sempre di più la stessa in tutto il mondo.

Pertanto, oggi analizzeremo in che modo la durata temporale di un investimento azionario incide sulla riduzione del rischio che esso comporta.

Facciamo subito una premessa: nessuno ha la sfera di cristallo capace di indicare o predire il futuro. Quello che possiamo dire analizzando i grafici azionari da 150 anni a questa parte è che nel lunghissimo periodo le azioni sono in crescita e si sono dimostrate come uno degli investimenti più redditizi.

Nel durante di un tempo così lungo, però, se ne sono viste di tutti i colori: crisi e crolli delle borse rosso sangue, periodi grigi di andamento laterale, forti e verdi colline di crescita. Ovviamente quelli che fanno paura sono i momenti rossi, che possono generare notevoli rendimenti negativi nell'investimento azionario.

Per esempio, nel grafico qui sotto, possiamo notare quanto sia importante il momento di ingresso. In blu è indicato l'andamento della borsa americana negli ultimi 150 anni, in rosso il rendimento annuale a 5 anni momento per momento.

Gli investitori più “fortunati” hanno ottenuto ricavi annui anche oltre il 20/30%, chi invece è entrato nel momento sbagliato purtroppo ha subito perdite superiori anche al 10% annuo. Insomma, tra un guadagno del 100% in 5 anni o una perdita del 50% c'è una notevole differenza e, quindi, è ovvio che qualsiasi investitore razionale si ponga la domanda se sia il momento giusto o quello sbagliato per comprare azioni.

Ma proviamo a verificare cosa succede se allunghiamo il periodo temporale.

Nel prossimo grafico, riproponiamo lo stesso indice di borsa americana, ma in rosso stavolta è indicato il rendimento annuo ottenuto su un periodo più lungo di 15 anni.

Gli estremi si appiattiscono (fra -2% e +15% annuo), permangono ancora pochi casi di sfortunata negatività, ma per la maggior parte del tempo l'investitore si troverebbe in territorio di rendimenti positivi.

Se, infine, allarghiamo addirittura a 30 anni l'orizzonte temporale (vedi terzo grafico), notiamo come l'investitore si trovi ad aver avuto rendimenti sempre positivi, a prescindere dal proprio timing di ingresso.

I più fortunati hanno potuto godere di rendimenti annui vicini o anche superiori alla doppia cifra, ma anche i meno baciati dalla sorte hanno avuto, comunque, un segno più davanti ai risultati del proprio investimento.

Certamente 30 anni sono un periodo molto lungo, ma se pensiamo per esempio a progettare un accantonamento previdenziale per la terza età della nostra vita oppure di mettere da parte un capitale per l'acquisto di una casa per nostro figlio o un nipotino appena nati, nemmeno troppo lungo.

In questi casi, l'investimento azionario si dimostra molto efficiente: il tempo lavorerà per noi!

Riducendo le probabilità di avere alla fine rendimenti negativi e aumentando, invece, quelle di ottenere buoni guadagni.

Una delle parole più belle del mondo è giapponese: Nankurunaisa. Significa “con il tempo si sistema tutto”

 

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Articolo del:


di Davide Mella

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