Il testamento, così importante e così poco utilizzato...

Oggi parliamo di testamento, uno strumento che riserva importanti facoltà a chi lo redige, ma che in Italia viene utilizzato solo dal 5% delle persone.
Nei Paesi anglosassoni, quando si compiono i 40 anni si redige il primo testamento, in Italia è un argomento tabù, un po’ perché siamo ancora molto scaramantici, un po’ perché la religione ci insegna che “sarà ciò che Dio vuole”, un po’ perché non conosciamo il funzionamento delle leggi che regolano la successione.
Altri pregiudizi fanno pensare che solo un patrimonio particolarmente ingente, meriti l’attenzione di un testamento, oppure che sia particolarmente costoso perché bisogna affidarsi ad un notaio.
Conviene fare testamento?
Dopo la morte di una persona il suo patrimonio non può rimanere senza titolare e la legge, quindi, prevede che la trasmissione dell’eredità possa avvenire sia per legge che per testamento.
La successione legittima è una successione “standard” nella quale è la legge a decidere a chi e quanto distribuire il patrimonio del de cuius: gli eredi sono i famigliari del defunto partendo da coniuge e figli, fino ai parenti di sesto grado.
Con la successione testamentaria, ognuno di noi può decidere chi saranno i nostri eredi e per ognuno cosa riteniamo opportuno lasciargli in eredità. Anche in caso di testamento ci sono delle regole che non possono essere tralasciate e che prevedono una particolare tutela per il coniuge e i figli (e in mancanza di questi gli ascendenti).
A questa categoria di eredi, infatti, la legge garantisce comunque una quota riservata di eredità. Ma non tutto il patrimonio deve andare obbligatoriamente agli eredi legittimari, ognuno di noi può devolvere una quota del proprio patrimonio a chiunque. Questa quota di patrimonio si dice “disponibile”.
Articolo del: