Il trust: strumento di tutela del patrimonio e dei propri familiari


Il trust consente una pianificazione del passaggio generazionale tutelando il patrimoni
Il trust: strumento di tutela del patrimonio e dei propri familiari

Il trust è uno degli strumenti di protezione del patrimonio familiare e di pianificazione successoria più utilizzati, accanto al testamento, le donazioni e polizze vita.
Il Trust, però, si presenta come strumento efficace anche e soprattutto nel caso di passaggio generazionale nelle aziende, dove potrebbe capitare che i conflitti tra eredi generino situazioni di crisi di imprese fino a quel momento floride e redditizie.

 

Cos’è il Trust?

Il Trust è un istituto giuridico che consente a una persona (definita disponente o settlor), di creare un patrimonio separato (il Trust, appunto) e gestito da un altro soggetto (definito trustee) nell’interesse specifico dei beneficiari designati dal disponente o per un determinato scopo che sia lecito e non contrario all’ordine pubblico.

Il Trust è un istituto di origine anglosassone, poi diffuso su scala mondiale, diventato operativo anche in Italia a partire dal 1992, ovvero da quando anche il nostro Paese ha ratificato la Convenzione dell’Aja del 1985 con la Legge 16 ottobre 1989, n. 364 (“Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla legge applicabile ai trusts e sul loro riconoscimento, adottata da L'Aja il 1° luglio 1985”, pubblicata nel Suppl. Ord. alla G.U. n. 261 del 8 novembre 1989).

In altre parole, il Trust è un rapporto di fiducia (Trust, in inglese significa appunto fiducia) tra un soggetto, il settlor o disponente, che attribuisce parte del suo patrimonio a un altro soggetto, il trustee, affinché quest’ultimo ne disponga e lo gestisca nell’interesse dei beneficiari del settlor. Il Trustee, proprio per le se funzioni, ha la capacità di agire in giudizio ed essere, di contro, citato in giudizio.

Affinché si istituisca il Trust, è necessario predisporre un negozio giuridico, in forma necessariamente scritta, attraverso il quale il settlor attribuisce parte del suo patrimonio al trustree e, conseguentemente, definisce le linee guida e le regole che il trustee deve seguire nella gestione del patrimonio.

Il trust ha la duplice funzione di proteggere il patrimonio da eventuali creditori che potrebbero aggredirlo a scapito dei propri cari e di gestire oculatamente il patrimonio ai fini della successione, in modo da esorcizzare liti future tra gli eredi superstiti.

 

Le caratteristiche del trust

Le caratteristiche dei Trust sono chiaramente definite nell’art. 2 della Convenzione dell’Aja che, al primo comma, li definisce come “i rapporti giuridici istituiti da una persona, il costituente - con atto tra vivi o mortis causa - qualora dei beni siano stati posti sotto il controllo di un trustee nell'interesse di un beneficiario o per un fine specifico”.

Nel secondo comma, invece, sono delineate le caratteristiche del trust, ovvero:
a) i beni del trust costituiscono una massa distinta e non fanno parte del patrimonio del trustee;
b) i beni del trust sono intestati a nome del trustee o di un'altra persona per conto del trustee;
c) il trustee è investito del potere e onerato dell'obbligo, di cui deve rendere conto, di amministrare, gestire o disporre beni secondo i termini del trust e le norme particolari impostegli dalla legge
.

Al terzo comma, infine, è specificato il fatto che non inficia il Trust il fatto che il disponente possa conservare “alcune prerogative” nella gestione dei beni del trust o che il trustee stesso possieda alcuni diritti in qualità di beneficiario e non solo come gestore del patrimonio.

 

La protezione del patrimonio grazie al trust

Il Trust, come detto, è uno strumento giuridico che consente la segregazione patrimoniale.

Ma cosa significa la segregazione patrimoniale?

Significa che i beni facenti parte del Trust e attribuiti dal settlor al Trustee fuoriescono dalla quota di patrimonio del settlor “aggedibile” dai terzi creditori. In altre parole, chi vanta un credito nei confronti del disponente di un Trust non può rifarsi sui beni facenti parte il Trust. In tale modo, il settlor può tutelare i beneficiari da eventuali pretese di creditori terzi.

Ugualmente, però, il patrimonio facente parte il Trust, è protetto anche da eventuali pretese da parte dei creditori del Trustee.

Infatti, i beni del trust sono separati anche dal patrimonio personale del trustee e ciò comporta, in base all’art. 11 della Convenzione dell’Aja:
a) che i creditori personali del trustee non possano sequestrare i beni del trust;
b) che i beni del trust siano separati dal patrimonio del trustee in caso di insolvenza di quest'ultimo o di sua bancarotta;
c) che i beni del trust non facciano parte del regime matrimoniale o della successione dei beni del trustee.

Unica eccezione si ha solo se la rivendicazione dei beni del trust sia dovuta al fatto che “il trustee, in violazione degli obblighi derivanti dal trust, abbia confuso i beni del trust con i suoi e gli obblighi di un terzo possessore dei beni del trust rimangono soggetti alla legge fissata dalle regole di conflitto del foro”.

 

Il trust nel passaggio generazionale

La funzione principale del Trust è quella di tutelare il patrimonio ad appannaggio dei propri cari contro eventuali pretese di creditori terzi.
Ma un altro ambito in cui il Trust fornisce un apporto considerevole è il passaggio generazionale di aziende.

Grazie al Trust è possibile affidare i propri beni, e in questo caso la gestione della propria impresa, a un trustee, ovvero una persona terza e garante della continuazione delle volontà del disponente, finché il settlor non lo ritenga opportuno. E’ il caso, ad esempio, quando i legittimi eredi non siano ancora in grado, secondo il settlor, di gestire l’impresa (per motivi di età, di esperienza, ecc…) oppure, proprio per evitare che eventuali debiti personali del disponente possano avere ripercussioni con l’azienda.

Non solo, il trust potrebbe essere una soluzione ideale per organizzare il passaggio generazionale esorcizzando eventuali conflitti tra gli eredi, soprattutto se di giovane età, che potrebbero avere ripercussioni negative sia aziendali che familiari. Con il Trust, il disponente avrebbe la certezza di veder organizzata e gestita la sua azienda in base al suo stile dirigenziale fino alla sua morte o finché non abbia individuato lo scacchiere migliore dell’asse ereditario in nome della continuità aziendale.

Il mio studio si offre disponibile ad offrire ulteriori informazioni e consulenza legale in merito.

 

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di Dott.ssa Monica Puglisi Venneri

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