Il valore dell’amicizia e la conoscenza in ogni tappa della vita

Vuoi essere mio amico?
Tanti sono i tipi di relazione d’amicizia: condivisione di interessi e di informazioni, i compagni di scuola, i compagni di viaggio, gli amici del bar, la conoscenza temporanea, gli amici dell’estate, i compagni del pallone, del bridge… Quante, tuttavia, sono effettivamente le persone che sentiamo amiche, amiche con la A maiuscola?
Tutti i tipi di relazione sono ok nella misura in cui ci portano benessere, soddisfazione, conoscenza … abbiamo frequentazioni che ci permettono di riempire il tempo, o che scegliamo per convenienza (questo contatto mi può permettere di realizzare quella cosa..), questo amico mi fa ridere (relazioni di personalità) … tutte vanno bene, hanno il loro significato e utilità, tuttavia quando si incontra una persona affine, per cui si percepisce una certa connessione come un feeling inspiegabile, un sentimento sottile, allora avviene qualcosa di diverso. Si fa una scelta, più o meno consapevole, e quella persona può diventare un riferimento per uno scambio intimo della nostra vita esterna ed interiore (relazione d’anima).
Da bambino si dice “sei il mio amico del cuore”
Nei primi anni di vita i bambini considerano gli amici dei compagni di gioco ed è molto facile per loro stringere nuove amicizie.
Guardando come un bambino si inserisce in un gruppo si possono raccogliere informazioni interessanti sui diversi approcci e temperamenti.
Un bambino riconosce la persona a lui affine e l’avvicinamento è diretto: “posso giocare con te?” Un altro fiuta il capobranco e trova la strategia per richiamare la sua attenzione al fine di essere ricercato piuttosto che chiedere.
Un altro bambino accoglie quello che sente più in difficoltà e lo introduce.
Uno più timido e in difficoltà viene accolto da chi più sensibile lo riceve e introduce nel gruppo.
L'amicizia nell'adolescenza
Fino a quando il paragone con l’altro, il bisogno di identificazione e le sovrastrutture sociali sono relativamente basse l’apertura verso l’altro è più spontanea e le relazioni si attivano con maggiore naturalezza.
I cambiamenti interni dell’adolescenza inducono a cercare proprie nuove modalità; a seconda del temperamento e vissuto personale si sarà più propensi o meno all’estroversione a e al gruppo. E’ certo, però, che in questa fase della crescita quasi sempre gli amici diventano più importanti dei genitori e quando si ha bisogno di qualcuno per sfogarsi, parlare di un problema, fare i compiti o divertirsi, il primo pensiero va proprio all'amico del cuore, al quale si può dire qualsiasi cosa.
Crescendo aumenta il discernimento e si comincia distinguere tra chi è bene seguire e chi è meglio evitare come amico.
L'amicizia nella fase adulta
Nella fase adulta della vita l'amicizia diventa importante su più livelli a partire dalla possibilità di uno scambio di leggerezza sul posto di lavoro, per avere qualcuno con cui condividere un caffè o fare quattro chiacchiere, alla relazione consolidata che sostiene nel tempo e che spesso si differenzia tra i generi: le donne tra amiche creano solidarietà e sorellanza condividendo in modo personale emozioni, problemi sentimenti; gli amici tra uomini si avvicinano con più facilità condividendo fatti interessi e passioni comuni e semplicemente passando del tempo insieme hanno il loro sostegno reciproco.
L'amicizia in età matura
Infine, da anziani, quando nella vita si è mantenuta la capacità di essere aperti, si torna all’amico come un compagno di giochi, proprio come nell’infanzia.
Chi trova un amico trova un tesoro,
Ma come è naturale per ogni relazione, la magia della sintonizzazione “perfetta” non è una certezza e nemmeno una costanza, è da ricercare e da perseguire. Si vivono momenti di gioia condivisa ed altri in cui l’incontro è più scomodo o porta delle difficoltà.
Come nelle relazioni d’amore, all’inizio, l’attrazione verso l’altro avviene in modo inconscio; c’è qualcosa che ci piace, che ci viene voglia di andare a scoprire.
Le motivazioni per cui creiamo una relazione segna i contorni della relazione stessa.
La relazione d’anima per sua natura, non può occupare molto tempo nel nostro quotidiano fatto di attività, che sia il gioco del bambino o il lavoro dell’adulto così come il tempo libero e lo svago di ogni età anche dell’anziano.
La qualità percepita nelle relazione con l’amico del cuore rimane un riferimento, da cui prendere ispirazione per aggiustare il nostro comportamento e indirizzare il nostro stato d’animo là dove, invece, viviamo una relazione meno fluida o proprio difficile.
Non voglio dire di forzare se stessi, ma portare attenzione alle differenti caratteristiche che mettiamo in gioco nelle differenti relazioni ci può aiutare a cambiare noi stessi la dove la relazione non è facilmente sostituibile o a scegliere come indirizzarci verso nuovi incontri.
Nell’Amicizia si può sbagliare, si ha il coraggio di riconoscerlo e il piacere di perdonare.
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