Il vissuto psicologico di un delicato "qui et ora" al tempo del COVID1


Il tempo del "qui et ora" è un tempo prezioso in cui ogni persona può mettersi in discussione per ricercare il vero senso della propria vita e degli altri
Il vissuto psicologico di un delicato "qui et ora" al tempo del COVID1

 

Carissimi lettori, oramai è trascorso un mese dalla conoscenza di questo virus chiamato COVID-19 che si è diffuso a macchia d'olio, con eccessiva rapidità e con una conseguente incapacità nel poter affrontare un'emergenza così catastrofica a livello collettivo, comunitario e sociale.

Il tempo di diffusione di questa malattia sembra incontrollabile...tutto risulta essere troppo veloce per chi è coinvolto ad aiutare le vittime del COVID-19, ma diversamente viene percepito il tempo da parte di "tutti coloro che restano a casa" sapendo che è l'unica soluzione da intraprendere per ridurre i contagi attraverso il contatto fisico, la salivazione o tutto ciò che riguarda l'apparato respiratorio, compromesso maggiormente nelle vittime di COVID-19.

Inizialmente tutti abbiamo sottovalutato ciò che stava realmente accadendo, abbiamo sottovalutato la possibilità di un arrivo di un’epidemia, tanto meno ci aspettavamo l’arrivo di una pandemia che coinvolgesse tante nazionalità differenti a partire dalla Cina, Germania, Francia, Italia, Africa, America, Spagna. Un mondo intero coinvolto in un virus che somiglia ad una guerra batteriologica e virale, o come alcuni bambini con un’infinità ingenuità raccontano, in alcuni video pubblicati su facebook, che il COVID-19 è un mostro, protagonista di una favola, gira per il mondo per uccidere le persone.

I bambini hanno uno sguardo più che ottimista, si sentono forti nel sapere che come supereroi possono trovare le armi giuste per distruggere il mostro cattivo, soprattutto da casa. I genitori hanno cercato di spiegare ai bambini cosa sta accadendo in questo tempo attuale.

Questo aspetto psicologico è molto bello ove le relazioni familiari stanno riacquisendo un certo valore, volto al dialogo, all'unità, alla capacità di stare insieme per superare ogni cosa, i bambini hanno tante paure, ma il modo di come la famiglia fronteggia la situazione di emergenza permette ai piccoli di avere uno "sguardo" più limpido e meno terrorizzato.

Alcune coppie, che si amano, stanno ritrovando un “Qui et ora" dettato dal condividere uno spazio comune che si chiama "casa", tante volte non pienamente abitata durante il giorno per via dei ritmi frenetici del lavoro "quotidiano" o della frenesia del fare tante attività fuori casa in modo da riempire i vuoti e far sentire loro "donne o uomini di successo".

Le coppie stanno ritrovando il tempo della comunicazione, del guardarsi negli occhi e nel ricordare il valore dello stare "insieme", anche un insieme vicino-distante in cui non avviene un contatto fisico diretto, ma vicinanza affettiva e di dialogo. Altre coppie, invece, sperimentano "la crisi" della convivenza dove non riescono pienamente ad abitare una casa "insieme" e vivono un "qui et ora" dove mettono in discussione il loro rapporto e non riescono ad accettare di dover trascorrere giornate insieme senza spazi del tutto individuali.

Lo spazio comune ed il tempo condiviso per lunghi giorni diventa un pretesto di conflitto e di non sopportazione vicendevole in cui è possibile che alcune coppie arrivano a domandarsi "perché ci siamo sposati?".

Mai prendere decisioni affrettate dinanzi ad una condizione di "Coronavirus" in cui siamo tutti esposti ad un “qui et ora" condizionato da stress ed alti livelli di panico in cui ciascuno può aver paura di "morire" o di perdere tutto. Siamo in un contesto dove ogni giorno sentiamo parlare di vita/morte; dove sentiamo parlare di deceduti, o di sopravvissuti grazie alle cure dei medici che hanno saputo prendersi cura delle vittime, di persone invece che con superficialità non comprendono il valore del "qui et ora" che stiamo vivendo, ribellandosi alle regole o sminuendo ciò che sta accadendo, o di altre invece che si concentrano solo su un aspetto eccessivamente negativo, catastrofico e sfortunato.

Altro aspetto psicologico che acutizza la condizione di stress e di panico è relativo al “come" vengono ascoltate le informazioni attraverso mass-media: alcune persone tendono a trascorrere molto tempo davanti la tv per aggiornarsi continuamente dell'aumento dei morti senza pensare a come vivere pienamente il "qui et ora" con le persone che si amano. Piuttosto proviamo a concentrarci sulla vita che abbiamo a disposizione, non sulla paura di morire, proviamo a pensare che ogni attimo è importante e che dobbiamo saperlo vivere adesso.

Come possiamo viverlo questo tempo così insicuro ed indeciso che ci obbliga a confrontarci con noi stessi, con ciò che siamo, con l'impotenza di dover aspettare la fine di questo periodo di "quarantena obbligata" senza sapere "Quando", e con ciò che sono gli altri per noi? Come possiamo arrenderci di fronte ad un evento di emergenza collettiva, accogliendo e donando un sostegno e aiuto per coloro che lo richiedono?

Domande di riflessione. Anche piccoli gesti possono cambiare la giornata di una persona vicina o lontana, ma tante volte ci soffermiamo solo su quello che non possiamo fare o non possiamo dare per regolamenti o restrizioni del governo per COVID-19.

Un'altra osservazione la rivolgo alle famiglie separate dove i coniugi non abitano più insieme, ma dove hanno ripreso la comunicazione per il bene dei figli, cercando di comprendere il loro stato di salute psicologico e fisico, o per altre coppie separate dove possono riscoprire il valore della loro relazione, non prevedendo un pentimento di una separazione avvenuta anni precedenti dove hanno riscoperto che il tempo passato insieme era migliore del "qui et ora". In un tempo così incerto, i figli di famiglie separate, soprattutto i giovani o adolescenti, provano ancora più rabbia per la lontananza di uno dei genitori e mostrano degli atteggiamenti di ribellione sia verso il microcosmo (la famiglia) sia verso il macrocosmo (il mondo). Osserviamo che alcuni giovani non riescono ad accettare il regolamento "tutti in casa", non riescono ad accettare nessun provvedimento preso o di dover restare chiusi in casa per un tempo indefinito, ovvero non si sa ancora per quanto tempo occorre restare in casa senza poter andare a scuola, frequentare i compagni o poter andare in discoteca.

Ed, infine, di questo articolo mi sento di soffermarmi sull'aspetto del valore dei medici e degli operatori sanitari, infermieri, psicologi in prima linea che ogni giorno donano il loro tempo per la cura di ammalati corona virus, quante donne o uomini lasciano la propria casa per questi ammalati, rischiando la loro stessa vita, non sapendo se anche loro possono contrarre il virus ed essere obbligati a non tornare in famiglia per evitare di infettare bambini o anziani, quanti medici sono già morti immolandosi per la vita altrui.

Perdendo la loro vita hanno potuto salvare altre vite...! Questi esempi di figure sanitarie vanno sostenute psicologicamente per poter continuare a vivere la loro vita serenamente, soprattutto quando questa pandemia sarà conclusa. Necessitano di un loro tempo personale in cui dovranno occuparsi sia di riposare sia di intervenire chiedendo un aiuto di psicoterapia per poter evitare condizioni di "bournout" (stress da lavoro) o disturbo post-traumatico da stress per aver visto tante vittime morire di una morte tragica ed imprevedibile. Il tempo del "qui et ora" è un tempo prezioso in cui ogni persona può mettersi in discussione per ricercare il vero senso della propria vita e degli altri, il vero "bene-essere". Bene-essere inteso come star bene; ed essere bene per....

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di Dr.ssa Iolanda Lo Bue

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