Impero Austro-Ungarico e cittadinanza italiana
La legge 379 del 2000 prevedeva che potessero ottenere la cittadinanza italiana le persone ed i loro discendenti che risultavano emigrate all’estero, ad esclusione della attuale Repubblica austriaca, prima del 16 luglio 1920 ed originarie dei territori già appartenuti all’Impero austro - ungarico attualmente facenti parte dello Stato italiano.
Se l’avo era nato in quei territori ed era emigrato dagli stessi tra il 25.12.1867 (data di costituzione dell’Impero Austroungarico) e il 16.07.1920 (data di efficacia internazionale del Trattato di San Germano), il riconoscimento di cittadinanza doveva essere fatto ai sensi della Legge 379/2000. Se invece l’avo era nato e/o è emigrato dopo il 16.07.1920, il riconoscimento di cittadinanza poteva avvenire ai sensi della Legge 91/92, cioè, la legge con la quale si riconosce la cittadinanza Jure sanguinis.
Questa legge speciale ha avuto un periodo limitato di durata fino al 20.12.2010 data oltre la quale non era più possibile presentare le domande per il riconoscimento della cittadinanza dei discendenti dei "trentini".
Adesso i discendenti dagli avi nati in quei territori possono solo avvalersi della legge 91/92 sulla cittadinanza jure sanguiniis ma solo se l’ascendente italiano è nato dopo il 16.07.1920.
Se però l’avo è nato dopo il 16.07.1920 e nella linea di discendenza c’è una donna, nata prima del 01.01.1948, (emigrata che ha sposato uno straniero) la cittadinanza italiana potrà essere riconosciuta solo tramite un procedimento giudiziale che dichiarerà con sentenza la cittadinanza.
Quindi coloro che hanno ascendenti nati dei territori "trentini" non possono più utilizzare la legge 379/2000 perché fuori tempo, possono solo avvalersi della via giudiziale di riconoscimento della cittadinanza ma solo se nella linea di discendenza hanno una donna nata prima del 01.01.1948.
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