In tempi di ritorno dell'inflazione, strategia di portafoglio valido

Storicamente, le materie prime hanno generato rendimenti reali positivi e hanno dimostrato un’elevata correlazione con l’inflazione e una correlazione relativamente bassa con le azioni, generando in tal modo notevoli benefici per un portafoglio ampiamente diversificato. Gli investitori dovrebbero valutare se un’allocazione a questa asset class sia in grado attutire l’impatto dei picchi inflazionistici che possono interessare di tanto in tanto l’economia.
Negli ultimi 30 anni, il mondo ha attraversato una lunga fase caratterizzata da un’inflazione bassa e stabile e accompagnata da - tassi d’interesse in discesa e dividendi e margini di profitto in salita – condizioni che hanno creato un contesto favorevole per chi investe in azioni e obbligazioni. Questo contesto di bassa inflazione è stato messo in crisi nel post-pandemia, in quanto il Consumer Price Index (CPI), che misura la variazione media dei prezzi nel corso del tempo, si è mosso al rialzo per effetto delle strozzature lungo le filiere produttive e dell’impennata della domanda, portandosi sui massimi dal 1990. Dinanzi alla fiammata dell’inflazione, è importante capire quali sono gli effetti di una maggiore inflazione sui tradizionali portafogli d’investimento.
I picchi inflazionistici preoccupano gli investitori, sia nei mercati azionari e ancor più in quelli obbligazionari. Riguardo alle obbligazioni, il motivo è dovuto al fatto che l’inflazione riduce il potere d’acquisto della liquidità e, tipicamente, è accompagnata da un aumento dei rendimenti e un calo delle quotazioni (o prezzi delle stesse). Dal lato dell’azionario, l’inflazione tende a causare una flessione dei dividendi poiché associata a una compressione dei margini di profitto, due aspetti problematici per chi investe in azioni.
Tuttavia, mentre azioni e obbligazioni hanno sofferto durante le fasi inflazionistiche, le materie prime e altri asset reali hanno conseguito buoni risultati in questi periodi e potrebbero svolgere un’importante funzione di diversificazione all’interno dei portafogli.
Durante i periodi ad alta inflazione, come quelli degli anni ’70, in cui il tasso d’inflazione medio ha raggiunto il 12,31% [https://www.rivaluta.it/datifileinflazionemediaitalia.asp], le materie prime hanno generato rendimenti positivi tendenzialmente elevati. Pur non anticipando il ritorno di una fase protratta di inflazione come quella degli anni ’70, è possibile che le attuali fiammate inflazionistiche possano avere un impatto significativo sui portafogli, specie per quegli investitori con orizzonti temporali più brevi, che non possono pertanto ammortizzare le perdite più marcate.
Tuttavia, è bene ripetere che durante i periodi inflazionistici, le materie prime hanno mostrato una forte correlazione con l’inflazione e, gli investimenti in materie prime hanno beneficiato del contesto inflazionistico archiviando solidi rendimenti.
Ricordare che, nel breve termine, i picchi d’inflazione inattesi tendono a pesare sulla fiducia dei consumatori e ad agire come fonte di volatilità nei mercati mentre nel lungo termine, l’inflazione elevata riduce il potere d’acquisto della ricchezza accumulata.
Gli investitori tendono a trascurare la fondamentale importanza di avere un elemento di copertura dell’inflazione nel proprio portafoglio d’investimento.
Certo, prevedere i picchi d’inflazione è pressoché impossibile. Ma con alcune accortezze professionali e costante monitoraggio nonché attraverso la consulenza è possibile provvedere una buona copertura dagli effetti inflazionistici sui propri soldi.
Infatti, in passato le materie prime hanno fornito una parziale protezione contro l’aumento dell’inflazione in virtù della loro correlazione positiva.
La correlazione dei rendimenti delle materie prime, delle azioni e delle obbligazioni statunitensi con l’inflazione considerando periodi mensili, trimestrali e annuali a partire dal 1972 con l’inflazione è stata positiva, soprattutto lungo i periodi annuali.
Di contro, la correlazione dei rendimenti azionari e obbligazionari con l’inflazione è negativa in tutti i periodi di tempo considerati mentre l’aumento della correlazione positiva tra materie prime e inflazione all’aumentare dell’orizzonte temporale di rendimento indica che la protezione dall’inflazione ottenibile dalle materie prime è maggiore lungo orizzonti temporali più brevi. L’aumento della correlazione negativa tra azioni e obbligazioni e inflazione all’aumentare dell’orizzonte temporale di rendimento indica che l’impatto negativo dell’inflazione sugli investimenti azionari e obbligazionari è maggiore lungo orizzonti temporali più estesi.
Oltre a fornire una buona copertura dell’inflazione, le materie prime possono fungere da efficace elemento di diversificazione mediante un’allocazione strategica. Storicamente, gli investimenti in materie prime hanno esibito una scarsa correlazione con i rendimenti azionari e obbligazionari, e hanno generato elevati rendimenti positivi quando l’aumento dell’inflazione erodeva le performance di azioni e obbligazioni.
Un’analisi di lungo termine serve, quindi, a evidenziare il comportamento delle materie prime nelle fasi di alta e bassa inflazione e nei periodi in cui l’inflazione si muove al rialzo o al ribasso. Storicamente, la performance relativa delle varie asset class è stata guidata dal livello e dalla direzione dell’inflazione. Dunque, si possono descrivere quattro scenari:
- inflazione elevata e in aumento,
- inflazione elevata e in calo,
- inflazione bassa e in aumento,
- inflazione bassa e in calo.
Si consideri qui, per definizione di inflazione elevata, un indice CPI (Consumer Price Index) sopra il 3,0%
Nei periodi di maggiore inflazione a partire da gennaio 1973 le materie prime hanno significativamente sovraperformato azioni e obbligazioni.
Nei periodi di inflazione alta e in aumento, le materie prime hanno generato un rendimento medio del 29,2%, sovraperformando azioni e obbligazioni del 18,8% e del 23,5% rispettivamente.
La sovra performance delle materie prime è stata meno pronunciata nelle fasi di inflazione elevata e in calo.
Di contro, quando l’inflazione si è attestata sotto il 3%, le materie prime hanno sottoperformato sia azioni che obbligazioni di un ampio margine.
Gli investitori possono investire in materie prime in diversi modi.
Uno di questi è l’acquisto di materie prime fisiche, come i metalli preziosi. Gli investitori possono inoltre valutare l’importanza del corretto impiego degli strumenti derivati o anche di prodotti negoziati in borsa che replicano direttamente un indice delle materie prime. Si tratta di veicoli molto volatili e complessi, solitamente destinati a investitori esperti.
Un altro modo per ottenere un’esposizione alle materie prime è investire in fondi comuni incentrati sulle materie prime o attraverso ETC dedicati per i quali la gestione passiva caratteristica di questi ultimi permette:
1) un notevole risparmio delle commissioni,
2) una più celere procedura di acquisto e/o vendita in quanto la negoziazione avviene, come per le azioni, attraverso lo scambio sul mercato tra acquirente e venditore e, lo strumento pertanto conosce in tempo reale il prezzo ciò non può capitare per i fondi comuni la cui quota non è immediatamente valorizzabile in tempo reale (l’ordine di acquisto o vendita con i fondi comuni viene sottoscritto prima della conoscenza del valore delle quote),
3) non esiste dover scegliere tra fondo comune ad accumulo o a distribuzione perché con gli ETC, se esiste dividendo, questo viene pagato all’investitore senza necessità di scelta al momento della sottoscrizione dello strumento.
È necessario specificare che le materie prime possono essere estremamente volatili e non necessariamente adatte a tutti gli investitori e, possono causare perdite, soprattutto durante le fasi in cui l’inflazione è bassa e in calo: richiedono continuo monitoraggio con l’affiancamento del Professionista Consulente Finanziario.
Vi ringrazio di aver letto fino a qui. Spero, dunque, l’articolo sia stato di vostro interesse. Articolo da me scritto studiando varie fonti e articoli e mettendo in atto la mia preparazione che è sempre continuamente e costantemente in rivoluzione nonché grazie al prezioso contributo dell’Ufficio Studi dell’Azienda con cui collaboro nell’esercizio della mia Professione di Consulente Finanziario.
Concludo con l’invito a Richiedere Una Consulenza Gratuita cliccando sul Pulsante Arancione presente nella pagina.
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