Indennità disoccupazione, Naspi: posso lavorare?


Naspi e lavoro nero; naspi e lavoro autonomo o parasubordinato; naspi e lavoro occasionale; naspi e professionisti
Indennità disoccupazione, Naspi: posso lavorare?
Indennità di disoccupazione, cd Naspi: posso lavorare?

La Naspi dura al massimo due anni, dato che la durata dell’indennità di disoccupazione dipende da quanti contributi sono stati versati dal lavoratore, e si perde se: a) si trova un nuovo lavoro; b) se viene proposto un nuovo lavoro e lo si rifiuta. Il nuovo lavoro però deve essere congruo, cioè deve garantire uno stipendio che superi almeno il 20% del sussidio che si sta percependo; c) se si inizia un nuovo lavoro e non viene fatta alcuna comunicazione all’Inps, entro un mese, del presunto reddito che si percepirà; d) se non si partecipa alle iniziative di ricollocamento professionale organizzate dai Centri per l’impiego.

Lavoro in nero
Non è possibile percepire la Naspi e contemporaneamente lavorare in nero.
Si configurano diverse conseguenze sia per il datore che per il lavoratore. Il datore di lavoro rischia, a seguito del d.lgs. n. 151/2015, una maxi sanzione pecuniaria mentre il lavoratore occupato in nero che abbia reso all'Inps o al Centro per l'impiego la dichiarazione circa il proprio status di disoccupato, rischia:
a) una condanna per il reato di "Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico" ex art. 483 del codice penale;
b) una condanna per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ex art. 316-ter del codice penale;
c) decade dai benefici e resta salvo il diritto dell'Inps alla restituzione degli indebiti e al risarcimento del danno.
Per questo motivo è intervenuto lo Stato che con apposite leggi, dà la possibilità al cittadino di godere della Naspi e contemporaneamente lavorare, ma a determinate condizioni di reddito.

Per il lavoratore subordinato
Il disoccupato che prende la Naspi, e viene assunto, ha diritto a conservare l’assegno di disoccupazione se il reddito non supera € 8.145 annui.
L’indennità Naspi sarà ridotta di un importo pari all’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio del contratto di lavoro subordinato e la data in cui termina il periodo di godimento dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno.

Per il lavoro parasubordinato, autonomo, per chi vuole aprire un’azienda, una società o è in possesso di una partita Iva, per tutti questi casi, il lavoratore ha diritto a conservare la Naspi se:
a) il reddito percepito non supera 4.800 euro annui;
b) presenta all’Inps un’autocertificazione che attesta il reddito ricavato dall’attività lavorativa entro 30 giorni dall’inizio della nuova attività.
La comunicazione dell’autocertificazione, va presentata obbligatoriamente, salvo che non si effettua la dichiarazione dei redditi, e va trasmessa all’INPS.
Se il lavoratore non adempie all’obbligo di informare l’INPS del nuovo rapporto di lavoro, se questo ha una durata pari o inferiore a sei mesi, saranno gli stessi uffici INPS a sospendere la prestazione di disoccupazione; nel caso, invece, di durata superiore a sei mesi o a tempo indeterminato, il lavoratore decadrà dal diritto di ricevere la prestazione Naspi.
Se poi nel corso della NASPI il lavoratore per qualsiasi motivo, intende modificare il reddito dichiarato, deve presentare una nuova dichiarazione nella quale indicare sia il reddito dichiarato in precedenza che la maggiore o minore variazione.
La cumulabilità delle due situazioni produce la riduzione dell’importo mensile della Naspi nella misura dell’80% dei proventi derivanti dal lavoro autonomo, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data di fine dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno.
La Corte di Giustizia UE, con la sentenza n. C 442/16/2017 ha stabilito che anche i lavoratori autonomi possono godere dell’indennità prevista per le persone in cerca di occupazione. La motivazione si fonda sul fatto che una persona che cessa l’attività di lavoro autonomo a causa della mancanza di lavoro dovuta a ragioni indipendenti dalla sua volontà, avendo esercitato tale attività per oltre un anno, mantiene lo status di lavoratore autonomo e, analogamente a quanto avviene per i lavoratori dipendenti che perdono l’occupazione involontariamente dopo aver svolto il proprio lavoro per un anno, possono beneficiare della tutela offerta dall’articolo 7, paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2004/38/CE relativa alla corresponsione dell’indennità per le persone in cerca di occupazione. "L’articolo 7, paragrafo 3, lettera a), della direttiva 2004/38 deve essere interpretato nel senso che mantiene lo status di lavoratore autonomo ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1, lettera a), di detta direttiva un cittadino di uno Stato membro che, dopo aver soggiornato regolarmente e aver esercitato un’attività in qualità di lavoratore autonomo in un altro Stato membro per circa quattro anni, abbia cessato l’attività lavorativa per mancanza di lavoro debitamente comprovatacausata da ragioni indipendenti dalla sua volontà e si sia registrato presso l’ufficio di collocamento competente di tale Stato membro come persona in cerca di occupazione".

Prestazioni occasionali
Il beneficiario di Naspi può svolgere prestazioni di lavoro occasionale nei limiti di compensi non superiore a euro 5.000 annui. Entro tale limite, si può cumulare la Naspi con i voucher e il beneficiario non deve fare la comunicazione.
I compensi percepiti per il lavoro occasionale sono esenti da imposizione fiscale. L’Inps, però, sottrae dai contributi figurativi accreditati sull’indennità di disoccupazione i contributi derivanti dalle prestazioni di lavoro occasionali (diversamente il lavoratore occasionale disoccupato avrebbe un accredito di contributi doppio).
Al di sotto di 4.800 euro di reddito da lavoro autonomo occasionale, la Naspi è ridotta in misura pari all’80% del reddito.

Professionisti iscritti alle casse
Il reddito professionale è da ritenere compatibile con l’indennità di disoccupazione nel limite annuo di 4.800 euro. Il beneficiario, a pena di decadenza, deve fare la comunicazione all’Inps entro 30 giorni dichiarando il reddito che prevede di trarre nell’anno, anche se pari a zero.
Inoltre, l’iscrizione ad Albi professionali del beneficiario di Naspi non è da sola sufficiente a far supporre lo svolgimento di attività di lavoro autonomo, così come l’apertura di una partita Iva cd. silente: sarà la stessa INPS a verificare se l’attività sia effettivamente svolta contattando l’interessato.

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di Studio Guardascione

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