Internet delle cose: a disposizione 100 milioni
Può contare su un budget di 100 milioni di euro il nuovo invito a presentare progetti su larga scala, nell’ambito di Horizon 2020

Internet delle cose si annuncia come una vera e propria rivoluzione.
Tra pochi anni, decine di milioni di oggetti saranno connessi: dai trasporti alla sanità; dall’agricoltura alle abitazioni. Anche le città saranno sempre più «smart». Infrastrutture, sistemi di controllo del traffico, illuminazione pubblica sono solo alcuni degli ambiti in cui IoT la farà da padrone.
Si tratta di un approccio che contribuirà a cambiare le vite di tutti e sotto molti aspetti le renderà migliori. È quindi fondamentale che le imprese siano in grado di stare al passo con questa rivoluzione e di sfruttarla al meglio.
Può contare su un budget di 100 milioni di euro il nuovo invito a presentare progetti su larga scala, nell’ambito di Horizon 2020, riguardanti l’«Internet delle cose», il cui termine scadrà il prossimo 12 aprile. Con la definizione Internet delle cose (Iot) si intende l’insieme delle tecnologie che permettono di collegare a Internet qualunque tipo di apparato.
L’invito lanciato dalla Ue prevede un finanziamento per azioni innovative (Ai), all’interno delle quali le Pmi giocano un ruolo fondamentale nell’ambito dei partenariati che è necessario creare in funzione della presentazione di un progetto. Le azioni innovative godono di un contributo europeo che copre quindi il 70% dei costi elegibili.
Sono cinque le tematiche che potranno essere sviluppate grazie al finanziamento Horizon:
- in primo luogo progetti pilota innovativi in grado di supportare e migliorare la vita indipendente delle persone anziane nelle loro abitazioni, ma anche all’esterno. Rientrano tra i progetti finanziabili da Internet delle cose, ad esempio, robot in grado guidare gli spostamenti e indicare i percorsi più sicuri da seguire per spostarsi da un luogo all’altro.
- La seconda tematica riguarda sempre progetti pilota per l’agricoltura intelligente e la sicurezza alimentare. Una agricoltura «smart», grazie allo sviluppo di sofisticati sensori, robot e reti di sensori è in grado, ad esempio, di ottimizzare l’uso dell’acqua e dare informazioni utili per la semina. Per quanto riguarda la conservazione degli alimenti Internet delle cose introduce la possibilità di gestire da remoto la catena del freddo con lo scopo di ottimizzare la sicurezza delle derrate alimentari.
- La terza tematica riguarda le tecnologie «indossabili» per ecosistemi intelligenti: e quindi abiti, tessuti, orologi, calzature. Si pensi a sensori integrati nelle scarpe che misurano l’agilità della persona che le indossa.
- Le zone di riferimento nelle città dell’Ue sono la quarta tematica. In alcune città europee si possono già sperimentare e testare nuovi servizi, come ad esempio il monitoraggio della gestione delle acque o piattaforme che gestiscono in tempo reale situazioni di criticità del traffico. In un futuro prossimo si potranno sviluppare sensori da applicare ai cavi o alle tubature per segnalare eventuali guasti o soluzioni per il monitoraggio della salute strutturale degli edifici. Un minimo di quattro siti pilota in quattro Paesi dovrebbe essere sufficiente a garantire la significatività statistica nell’analisi di impatto.
- Ultima tematica dell’invito riguarda i veicoli autonomi in ambienti connessi. Tecnologie in grado di contribuire ad una gestione e manutenzione intelligente dei veicoli con vantaggi che interessano gli utenti su base giornaliera, per esempio, sulle strade o in ambiente urbano congestionato.
Tra pochi anni, decine di milioni di oggetti saranno connessi: dai trasporti alla sanità; dall’agricoltura alle abitazioni. Anche le città saranno sempre più «smart». Infrastrutture, sistemi di controllo del traffico, illuminazione pubblica sono solo alcuni degli ambiti in cui IoT la farà da padrone.
Si tratta di un approccio che contribuirà a cambiare le vite di tutti e sotto molti aspetti le renderà migliori. È quindi fondamentale che le imprese siano in grado di stare al passo con questa rivoluzione e di sfruttarla al meglio.
Può contare su un budget di 100 milioni di euro il nuovo invito a presentare progetti su larga scala, nell’ambito di Horizon 2020, riguardanti l’«Internet delle cose», il cui termine scadrà il prossimo 12 aprile. Con la definizione Internet delle cose (Iot) si intende l’insieme delle tecnologie che permettono di collegare a Internet qualunque tipo di apparato.
L’invito lanciato dalla Ue prevede un finanziamento per azioni innovative (Ai), all’interno delle quali le Pmi giocano un ruolo fondamentale nell’ambito dei partenariati che è necessario creare in funzione della presentazione di un progetto. Le azioni innovative godono di un contributo europeo che copre quindi il 70% dei costi elegibili.
Sono cinque le tematiche che potranno essere sviluppate grazie al finanziamento Horizon:
- in primo luogo progetti pilota innovativi in grado di supportare e migliorare la vita indipendente delle persone anziane nelle loro abitazioni, ma anche all’esterno. Rientrano tra i progetti finanziabili da Internet delle cose, ad esempio, robot in grado guidare gli spostamenti e indicare i percorsi più sicuri da seguire per spostarsi da un luogo all’altro.
- La seconda tematica riguarda sempre progetti pilota per l’agricoltura intelligente e la sicurezza alimentare. Una agricoltura «smart», grazie allo sviluppo di sofisticati sensori, robot e reti di sensori è in grado, ad esempio, di ottimizzare l’uso dell’acqua e dare informazioni utili per la semina. Per quanto riguarda la conservazione degli alimenti Internet delle cose introduce la possibilità di gestire da remoto la catena del freddo con lo scopo di ottimizzare la sicurezza delle derrate alimentari.
- La terza tematica riguarda le tecnologie «indossabili» per ecosistemi intelligenti: e quindi abiti, tessuti, orologi, calzature. Si pensi a sensori integrati nelle scarpe che misurano l’agilità della persona che le indossa.
- Le zone di riferimento nelle città dell’Ue sono la quarta tematica. In alcune città europee si possono già sperimentare e testare nuovi servizi, come ad esempio il monitoraggio della gestione delle acque o piattaforme che gestiscono in tempo reale situazioni di criticità del traffico. In un futuro prossimo si potranno sviluppare sensori da applicare ai cavi o alle tubature per segnalare eventuali guasti o soluzioni per il monitoraggio della salute strutturale degli edifici. Un minimo di quattro siti pilota in quattro Paesi dovrebbe essere sufficiente a garantire la significatività statistica nell’analisi di impatto.
- Ultima tematica dell’invito riguarda i veicoli autonomi in ambienti connessi. Tecnologie in grado di contribuire ad una gestione e manutenzione intelligente dei veicoli con vantaggi che interessano gli utenti su base giornaliera, per esempio, sulle strade o in ambiente urbano congestionato.
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