Investiamo più soldi per avere più soldi, ma è davvero così?

Investiamo più soldi per avere più soldi: su questa affermazione siamo sicuramente tutti d’accordo. L’unica cosa che ci differenzia l’uno dall’altro è quanto siamo disposti a rischiare, che comunque, dovrebbe dipendere sempre da quando avremo bisogno dei nostri soldi.
“Un operazione di investimento è quella che, dopo approfondita analisi, promette rimborso del capitale ed un soddisfacente rendimento, tutte le operazioni che non rispettano questi requisiti ex ante, sono da considerarsi speculative”.
Questo è una regola che il Prof. Graham, uno dei più importanti economisti del secolo scorso, insegnava ai suoi studenti all’Università. E questa regola permane ancor oggi, anzi, come ogni regola che si rispetti, è sempre valida, in qualsiasi contesto.
Ma perché allora succede che capita di perdere soldi? Escludendo truffe e investimenti non adeguatamente diversificati, perdiamo soldi perché usiamo la pancia e non il cervello e la pancia ci fa prendere decisioni dettate dalle emozioni e dai sentimenti e mai, e ribadisco mai, quando parliamo di denaro, riusciamo ad avere il giusto distacco per compiere scelte completamente razionali.
A chi non è mai capitato di comprare un titolo, magari su consiglio di amici e parenti, o dopo aver letto un post su Facebook, che poi ha iniziato a salire velocemente? Ma anche il contrario: avete mai comprato titoli che poco dopo hanno iniziato a scendere? E cosa avete fatto?
Se ne avete comprati ancora nel primo caso, oppure venduti nel secondo, ho una notizia da darvi: siete cascati anche voi nella finanza comportamentale.
Cosa significa? Significa che, quando un investimento è correttamente diversificato, ciò che determina perdite o guadagno è il nostro comportamento, non il mercato; quest’ultimo va sempre per la sua strada.
Se, però, almeno quando ti succede, te ne rendi conto, ma non riesci a fermarti, almeno sei consapevole!
Quanto contano le emozioni per i tuoi risparmi?
Tantissimo! Non è la prima volta che il premio Nobel per l’economia viene assegnato proprio ad economisti che studiano la finanza comportamentale, perché ormai numerose teorie e studi dimostrano che le perdite sugli investimenti (e rileggetevi cosa si intende per investimenti) sono strettamente correlate alle nostre emozioni.
Quello che è successo ormai 10 anni fa, conseguentemente al crollo delle borse avvenuto in conseguenza al fallimento della Lehman Brother è un esempio classico: il mondo sembrava sull’orlo del baratro e fenomeni di panico collettivo hanno fatto registrare importanti perdite a chi, per paura è uscito dai mercati. Chi, in quei giorni difficili è riuscito a gestire la paura, invece oggi si ritrova con il 250% dei soldi che aveva il giorno del crollo.
La finanza comportamentale, oltre quindi a dimostrare che commettiamo errori, dice anche che questi errori non sono sporadici o casuali, ma persistenti e sistemateci. Se sbaglio una volta, ma non capisco perché, sbaglierò anche la prossima perché la paura fa 90!
Ma tanto a me non capita!
Bene, se pensi di non essere in balia delle emozioni e sei convinto che a te non succeda, sappi che questo è un tipico errore codificato dalla finanza comportamentale che si chiama eccessiva sicurezza e porta a sopravalutare le proprie capacità e a sottovalutare i rischi. In questo caso il rischio è quello di non ammettere di non essere razionale.
Facciamo altri esempi di errori comportamentali come l’eccessivo ottimismo, quando per esempio pensiamo di arricchirci con i bitcoin o con qualche azione. Questo bias cognitivo porta a sopravalutare gli elementi positivi e a non considerare i possibili pericoli.
Ma ce n’è per tutti! Altro errore classico è l’errore di attribuzione: avete presente quando incolpiamo qualcun altro dei nostri investimenti sbagliati? E’ stata sfortuna, l’ho comprato proprio prima che i mercati scendessero, oppure se Trump non avesse detto quella tal cosa e così via…
Non vi bastano? Bene allora sappiate che c’è anche l’errore dell’home bias, cioè l’errore di preferire gli investimenti in società vicine, quando invece la diversificazione insegna che il mondo è più grande del nostro Paese e dà tante opportunità diverse.
Finisco con quello più diffuso in questo momento: l’errore dello status quo, o meglio la preferenza a non far nulla, a causa dell’incertezza o a continuare a scegliere strumenti che al giorno d’oggi non danno più i risultati dati decenni fa. Chi di voi è convinto che l’unico immobile che non ha perso valore è il proprio?
Ma per fortuna una soluzione c’è: avere un metodo per scegliere e attenersi a questo in qualsiasi condizione e contesto. E se da soli non ci riuscite, fatevi aiutare da un consulente finanziario, il suo ruolo principale è proprio quello di aiutarti a non fare errori irrazionali!
Articolo del: