Investimenti finanziari di breve e lungo periodo


I costi dei prodotti finanziari (fondi, polizze, PIR) arricchiscono gli intermediari e impoveriscono i risparmiatori
Investimenti finanziari di breve e lungo periodo
I tempi "breve, medio e lungo" in finanza sono qualcosa di indefinito e molto relativo, tanto che prima dei drammatici eventi del settembre 2001 si parlava di lungo termine per periodi compresi tra 5 e 10 anni. Ora le cose sono molto cambiate e tale termine individua generalmente un periodo superiore ai 20 anni. Se tale distinzione può essere utile per categorizzare le esigenze, mi sembra invece dannosa per individuare i prodotti finanziari che dovrebbero dare una risposta a tali esigenze.

Il lungo periodo degli strumenti finanziari non esiste, è solo un’invenzione di chi tali prodotti deve venderli. Ad esclusione dei fondi pensione per i quali è lo stato ad imporre una lunga permanenza e di quei prodotti per i quali si attivano garanzie o bonus solo a scadenza tutti gli altri strumenti che vengono definiti di lungo periodo lo sono unicamente perché presentano costi d’ingresso o di uscita che possono essere ammortizzati solo in tempi lunghi. Tali strumenti (quali le polizze vita) sono doppiamente dannosi: una prima volta per la loro scarsa o nulla flessibilità, una seconda per la loro inefficienza.

A titolo di esempio consideriamo un investimento in un fondo azionario con costi d’ingresso del 5%. Nella tabella sottostante è confrontato il risultato di tale fondo con quello di uno uguale senza costi d’ingresso nell’ipotesi di un rendimento medio annuo al netto dell’inflazione del 4%:

Anno Fondo con costi Fondo senza costi
0 9.500,00 10.000,00
1 9.880,00 10.400,00
2 10.275,20 10.816,00
3 10.686,21 11.248,64
... ... ...
14 15.818,20 16.650,74
15 16.450,93 17.316,76

E’ evidente che solo dopo due anni il fondo con costi può essere liquidato in utile e, come era facile attendersi, il divario iniziale tra i due fondi, dovuto ai costi, nel tempo si amplifica.

Poiché le esigenze da soddisfare sono quelle del risparmiatore e non quelle di cattivi venditori di prodotti finanziari dobbiamo privilegiare, tanto per obiettivi di breve quanto per quelli di lungo termine, prodotti nel contempo efficienti e flessibili.

Sarà solo la nostra propensione al rischio, o meglio la massima perdita sul nostro capitale che possiamo sopportare - variabile nel tempo - a guidarci nella scelta tra prodotti più o meno rischiosi.

Troppe persone, accusate poi di ignoranza finanziaria per aver liquidato posizioni in perdita, sono state riempite, con la scusa del lungo termine, di prodotti rischiosi oltre la loro sopportabilità.

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di Lucio Sgarabotto

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