Come investire nell'era dei tassi zero


Ecco 5 consigli per investire nell'era del "New Normal", con tassi a zero o negativi
Come investire nell'era dei tassi zero

La situazione attuale dei tassi di interesse pone l’investitore davanti a un bivio: accettare un rendimento nullo o addirittura negativo mantenendo un basso profilo di rischio o affrontare maggiori rischi per raggiungere rendimenti che fino a qualche anno fa erano garantiti da un semplice portafoglio obbligazionario.

È possibile riuscire a coniugare bassa volatilità ad un rendimento positivo del proprio investimento in modo da conservarne il potere d’acquisto negli anni?

Sì, a patto però di uscire dalla logica del “quanto mi rende?” per approdare alla pianificazione strategica di un portafoglio di investimento.

Negli ultimi 10 anni, un investitore europeo che avesse acquistato un portafoglio bilanciato 50/50 ben diversificato a livello globale, avrebbe riportato una performance pari al 99% (in pratica raddoppiato il capitale) con una volatilità annua inferiore al 7% (vedi Tab.1 - 2 e grafico 1).

Tab.1

 

 Peso

Perf. 9a

 Perf. 10a

 Vol. 9a

 Vol.  10a

 Az. Europa - Large & Mid Cap

 20,00%

 97,39%

124,09%

 15,53%

 15,99%

 Obbl. Area Euro - Governativi (5-10 Anni)

 20,00%

 50,85%

 57,89%

 4,24%

 4,16%

 Az. Usa - Large & Mid Cap

 17,00%

 280,34%

 365,14%

 15,16%

 15,23%

 Obbl. Globali - Corporate e Governativi IG

 15,00%

 48,02%

 70,45%

 6,47%

 6,61%

 Az. Asia Pacifico

 8,00%

 99,74%

 136,35%

 15,26%

 15,20%

 Monetari Euro

 5,00%

 0,67%

 1,17%

 0,08%

 0,07%

 Obbl. Euro – Corporate

 5,00%

 40,82%

 52,71%

 2,60%

 2,54%

 Obbl. Emergenti - Corporate e Governativi

 5,00%

 106,63%

 163,32%

 9,73%

 9,71%

 Az. Mercati Emergenti - Large & Mid  Cap

 5,00%

 52,10%

 97,23%

 16,69%

 16,86%

 Totale

 100,00%

 77,86%

 99,67%

 6,91%

 6,81%

 

Tab.2

Grafico 1

Allo stato attuale, ipotizzando di partire ora con un portafoglio così impostato, lo scenario sopra descritto appare tuttavia non replicabile: il contributo alla performance dato dai mercati obbligazionari è stato importante, mentre ora i rendimenti prospettici a 10 anni sono sicuramente meno generosi, addirittura negativi se mantenuti fino a scadenza.

Cosa fare dunque?

La premessa fondamentale è che ogni risparmiatore ha le proprie caratteristiche, conoscenze ed esperienze che vanno approfondite in via preliminare. Va fatta, inoltre, una seria analisi delle esigenze del risparmiatore stesso, in modo da poterne individuare in maniera più chiara possibile gli obiettivi da raggiungere tramite il progetto di investimento.

Una corretta profilatura ed una profonda analisi delle esperienze passate e delle aspettative future sono fondamentali per una corretta pianificazione.

Fatto ciò, possiamo individuare delle linee guida che ci permettano di ricavare soddisfazione dai nostri investimenti senza correre rischi superiori a quelli che possiamo sopportare.

1.    Darsi un budget di rischio: si tratta della prima regola che andrebbe concordata con il proprio consulente. Darsi un budget di rischio e tenerlo costantemente monitorato nel tempo consente, infatti, di avere la “temperatura del paziente” sempre sotto controllo. Si tratta di decidere quanto siamo in grado di sopportare in termini di calo percentuale del nostro portafoglio in un determinato periodo: una volta approntato il budget, sarà compito del consulente distribuire la quantità di rischio tra le varie asset class.

2.    Aumentare il proprio orizzonte temporale: l’investimento finanziario in termini sportivi è paragonabile al correre una maratona. Se facciamo i primi 100 metri al massimo, rimarremo senza fiato per i restanti 42,1 km; allo stesso modo, dobbiamo concedere all’investimento il tempo di “rompere il fiato” e appianare la volatilità di breve periodo.

3.    Allargare l’universo investibile: esistono tuttora spazi di mercato con prospettive di rendimento interessanti, meno noti e non adatti all’investimento diretto. Utilizzando strumenti globali, ben diversificati, con l’aiuto del consulente è possibile aumentare le classi di investimento utilizzate senza accollarsi rischi specifici evitabili (emittente, bail-in ecc.).

4.    Aumentare la componente tattica del portafoglio: in un mondo in cui le prospettive di rendimento sono inferiori alle medie storiche, è importante riuscire ad approfittare dei movimenti di mercato più marcati, come potrebbe essere il leggero aumento della quota azionaria dopo uno storno significativo, o l’aumento della durata della componente obbligazionaria dopo un periodo di tassi in rialzo. Utilizzando strumenti flessibili e fiscalmente efficienti, senza stravolgere il proprio profilo di rischio (investire non c’entra niente con il fare trading), è possibile ottenere risultati migliori rispetto alla strategia statica.

5.    Ascoltare il cervello, non la pancia: a meno che non siamo affamati, prendere decisioni impulsive porta molto spesso a conseguenze negative. Impostare un portafoglio finanziario efficiente e diversificato e curarlo nel tempo non ci protegge dagli inevitabili andamenti negativi di mercato: occorre sempre ricordare che il rendimento non lo porta il prodotto o il consulente, ma il mercato. È fondamentale, quindi, approntare una strategia e tenere bene la barra dritta nei momenti di maggiore tensione.

 

Articolo del:


di Michele Tenenti

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