Investimenti tematici: lo sprint dell’Intelligenza Artificiale

Ad Election Day americano concluso, con lo spoglio dei voti ormai giunto al termine e vicino dal proclamare il vincitore, e tra i bollettini Covid che ormai da mesi ci accompagnano ogni giorno, i mercati non dormono e continuano, tra incertezze e scenari possibili, a percorrere la loro strada che non si ferma davanti a nuovi “lockdown” e nuove restrizioni. Così anche il mio lavoro va avanti, cosi come il mio impegno a informare e orientare i clienti in questo mare di insidie ma anche di opportunità.
Il nostro viaggio negli investimenti tematici, oggi verte sul mondo della robotica e dell’Intelligenza Artificiale (di seguito, per brevità, IA).
L’ IA è quella parte dell’informatica che si occupa di progettare e programmare sistemi capaci di mettere in condizione le macchine di riprodurre comportamenti e qualità tipicamente umane come la capacità decisionale, la percezione spazio-temporale e quella visiva.
Uno dei fondi tematici su questo argomento, da me proposti, ha performato negli ultimi tre anni, una plusvalenza che ha sfiorato l’88% e da inizio anno di quasi il 60%.
Questo successo, specie in un anno incerto e difficile come questo, e non solo nei mercati, mi ha dato lo spunto per approfondire questo tema in questo mio spazio finanziario dedicato a chi si affida a me per la consulenza finanziaria.
Dai tempi della prima rivoluzione industriale, mai come in questi ultimi anni, lo sviluppo tecnologico cresce a ritmi esponenziali e modifica le attività produttive e i processi a ritmi sempre più veloci: nell’industria automobilistica, nella cantieristica navale, nella logistica, solo per individuarne possibili impieghi in alcuni settori, i macchinari prendono sempre di più il controllo totale delle varie fasi della produzione, svolgendo i lavori più ripetitivi o pericolosi e cooperando con gli esseri umani che, invece, potranno dedicarsi alle attività di maggior valore aggiunto o a quelle più stimolanti.
Alcuni tipi di robot industriali, che per funzionare hanno bisogno di essere programmati, saranno infatti sostituiti dai Cobot, cioè robot collaborativi (in inglese COllaborative RoBOT), in grado di apprendere le funzioni mentre lavorano sul campo, memorizzando e replicando le manovre che sono state mostrate pochi istanti prima dal “collega umano”.
Il Cobot quindi affianca l’operaio e interagisce con lui nello stesso ambiente, senza sostituirlo. Questa realtà prende il nome di “robotica collaborativa” ed è possibile grazie all’Intelligenza Artificiale. In un recente studio, Barclays Equity Research stima che entro il 2025 le vendite di Cobot dovrebbero superare le 750.000 unità per un valore di 11,5 miliardi di dollari all’anno in un mercato che, nel 2017, si attestava su appena 800 milioni.
L’Intelligenza Robotica e Intelligenza Artificiale sono, quindi, ormai parte di evoluzione tecnologica che non riguarda più un futuro lontano, ma sempre più radicata in un presente attuale e concreto.
Molti di noi, magari senza rendersene conto, già utilizzano, attraverso i propri dispostivi, algoritmi tipici della IA come, ad esempio, gli strumenti di riconoscimento vocale, i dispositivi domestici intelligenti, gli smartphone, gli assistenti digitali, numerosi videogiochi e i sistemi di sicurezza.
L’apprendimento automatico rappresenta la prossima tappa nel settore automobilistico: dal semplice sensore di pioggia, fino ai dispositivi di parcheggio automatico o i sistemi di guida semi - autonoma e autonoma.
Questa rivoluzione è in piena espansione anche nel settore sanitario: secondo un rapporto di Markets and Markets, il mercato della robotica chirurgica raggiungerà i 16,74 miliardi di dollari entro il 2023, da un valore stimato di 6,46 attuali. Gli altri campi di applicazione dell’IA in campo medicale riguardano l’uso di reti neurali per risolvere problematiche clinico-diagnostiche soprattutto in cardiologia e oncologia, oltre alla realizzazione di robot di accompagnamento per anziani.
A livello etico, però, una domanda nasce spontanea: IA e Robotica possono essere una minaccia per i lavoratori?
Dipende sempre da come si approcciano i cambiamenti e le opportunità che lo sviluppo offre. Secondo uno studio del 2013 di Carl Benedikt Frey e Michael Osborne (due ricercatori dell’Università di Oxford) l’automazione delle professioni in USA potrebbe arrivare al 47%, mentre secondo le stime OCSE la perdita dei posti di lavoro potrebbe attestarsi tra l’8% e il 10% con 7 lavoratori su10 che dovranno cambiare il modo di lavorare: saranno premiati quelli maggiormente specializzati mentre quelli a bassa qualifica potrebbero incontrare difficoltà. Occorre, quindi, mettere la formazione professionale in cima alle priorità cercando di sviluppare anche la capacità di adattamento e lo spirito creativo, perché ci saranno nuove professioni legate alla Smart Manufacturing, quali ad esempio la raccolta e analisi dei dati, la produzione di sistemi automatizzati e la progettazione di ambienti digitali o gestione degli stessi.
Secondo uno studio di McKinsey, è automatizzabile almeno il 30% delle funzioni del 60% di tutti i tipi di lavoro, ma oggi i lavori totalmente automatizzabili non superano il 5%.
L’intero mercato dell’IA avrà un valore di 13 mila miliardi di dollari nei prossimi 12 anni e sarà un importante acceleratore del prodotto interno lordo mondiale. Secondo Gartner, nel 2020 l’IA creerà 2,3 milioni di posti di lavoro eliminandone al contempo 1,8 milioni, con una crescita netta di mezzo milione di nuove posizioni. Inoltre le organizzazioni avranno un ulteriore vantaggio, poiché nel 2021 l’aumento dell’IA genererà un incremento di valore aziendale di quasi 3 mila miliardi di dollari con un risparmio complessivo di 6,2 miliardi di ore di produttività dei lavoratori.
Ma, quindi, questa corsa a portare i propri soldi verso strumenti che investono su IA e Robotica rischia di non portare più frutto perchè il tema è da considerarsi esaurito, visto le enormi performance che si sono avute pure quest’anno?
Assolutamente non è cosi: queste tematiche rappresentano anche un’opportunità di investimento a lungo termine perché le aziende in grado di cavalcare questi trend sono destinate a prosperare nel tempo.
Questi temi possono essere inseriti nei propri portafogli, non solo come ottica di diversificazione, ma anche come strategia finalizzata a dare valore al proprio investimento cercando quei temi che rappresentano i Trends che promettono crescita nel valore nel tempo.
E per essere orientati in quelli che possono essere gli strumenti che permettono questa possibilità, basta fissare un appuntamento con me.
(Questo articolo è stato da redatto a solo scopo informativo: esso non costituisce parte e non può in alcun modo essere considerato come offerta di vendita o di sottoscrizione).
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