Investire in azioni con il minimo rischio (e il max guadagno) - Parte 2

Gli strumenti finanziari possono dare diverse forme di rendimento.

Obbligazioni e azioni possono remunerare il suo possessore attraverso interessi e dividendi.

Ma esiste un'altra forma di remunerazione: il capital gain, che è dato dalla differenza positiva tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto di un determinato strumento finanziario.

Nel linguaggio comune, spesso, il capital gain viene associato esclusivamente ai titoli azionari; in realtà il capital gain può essere realizzato scambiando anche altri strumenti finanziari ovvero quote societarie, valute, certificati, obbligazioni o titoli di stato.

L'aliquota applicata al capital gain è del 26% o, per alcuni strumenti, come i titoli emessi da uno Stato o da enti sovranazionali, ridotta al 12,50%. Essa viene addebitata al cliente nel momento in cui si realizza la plusvalenza.

Nel caso in cui il risparmiatore realizzi, invece, una minusvalenza, si ha un credito fiscale che potrà essere compensato nei quattro anni successivi con le plusvalenze che si realizzeranno.

Alcuni prodotti (fondi, polizze, ETF, ecc.) non permettono di compensare le minusvalenze, cioè le plusvalenze realizzate in futuro saranno, comunque, tassate.

Le operazioni che imposteremo sull'indice azionario italiano FTSEMIB tramite opzioni ti permettono, invece, di compensare le minusvalenze in portafoglio realizzate con qualsiasi strumento finanziario con grande vantaggio dal punto di vista fiscale e un impatto diretto sui rendimenti.

Ad esempio, se hai realizzato una minusvalenza di 10.000 euro in scadenza quest'anno, se non realizzerai almeno 10.000 euro di capital gain, non potrai più recuperare 2.600 euro di credito di imposta.

Le plusvalenze maturate ti permetteranno, invece, di compensare le minus non pagando imposte sui guadagni ottenuti (fino a 10.000 euro).

I 10.000 euro guadagnati quest'anno in conto capitale saranno 10.00 euro netti, cioè non tassati.

Alla prossima.