Investire o essere già Investiti ai tempi del Coronavirus?


Il mio punto di vista su chi ha un portafoglio investimenti e sull'emotività del momento e chi invece, essendo liquido sul conto, potrebbe investire
Investire o essere già Investiti ai tempi del Coronavirus?

 

Premettendo che ogni individuo o azienda che investa ha un suo profilo di rischio, un suo orizzonte temporale e la sua emotività, cerchiamo di ragionare insieme.

Essere Investiti (dal punto di vista finanziario) oggi, significa aver fatto, se seguiti con professionalità, un 2019 con numeri difficilmente replicabili, azioni ed obbligazioni sono salite sempre e comunque ed i portafogli hanno segnato spesso e volentieri ben oltre 10 punti percentuali di rendimento.

Se sono già investito non devo dimenticarmi per quale motivo ho investito ed il mio orizzonte temporale; è dannoso e inutile farsi prendere dall’emotività con i pesanti rossi delle borse mondiali di questi giorni, perché le situazioni di crisi sono sempre diverse una dall’altra, ma insegnano qualcosa; questi insegnamenti dobbiamo farli nostri e sapere siano preziosi senza dimenticare.

Posso essere sfortunato se il mio orizzonte temporale era di tre anni ed il mio investimento è nato nel 2017; corro il rischio, se non ben allocato di uscire pari e patta e di utilizzare il denaro per lo scopo che mi ero prefissato senza guadagni.

Ma se il mio orizzonte temporale è per esempio tra due anni, che senso ha disinvestire con cinque o anche dieci punti percentuali di perdita? E’ assai più facile che il mercato risalga come accaduto con la caduta delle borse nel 1929 o la caduta delle torri gemelle o ancora con l'ultima crisi del 2008...che non continui all’infinito la sua discesa nelle quotazioni.

Per rimanere in tema con una delle ultime pesanti crisi, si pensi che nel 2008 il Dow Jones perse il 13% e l'economia Americana subì una contrazione dello 0,3%.

Ricordatevi che se avete scelto un professionista, sicuramente già alla fine del 2019 vi aveva parlato dell'utilizzo di una nuova strategia e che l'approccio al rischio sarebbe cambiato con l’utilizzo dei piani di accumulo.

Se avete seguito i consigli va da se che comprerete sui mercati finanziari scelti con il vostro consulente a prezzi sempre più bassi un numero di quote sempre maggiore e questo vi permetterà di mediare i prezzi per trarne profitto.

Ovviamente in Banche tradizionali questo cambia e bisogna stare attenti al tranello delle commissioni di ingresso che incidono spesso per anche tre punti percentuali rendendo meno efficace l’investimento in piani di accumulo.

In questi tempi di coronavirus perderemo tutti i nostri risparmi? La risposta è NO.

I portafogli creati e condivisi con professionisti sono sempre ben diversificati, è probabile che vi abbiano consigliato di comprare oro o aziende che investono nell’immobiliare che solitamente sono ben decorrelate con gli altri investimenti finanziari, occorre sempre avere pazienza e verificare che la strada presa sia quella corretta nel rispetto dei vostri progetti futuri, perché sono quelli che contano davvero.

Questione ben diversa è per chi si può permettere, perché liquido sul conto, di acquistare oggi a prezzi di saldo di dieci o quindici punti percentuali.
La macchina degli Investimenti sostenibili non si fermerà con o senza coronavirus, le aziende innovative non smetteranno di creare soluzioni nuove per l’informatica, la telefonia, l’auto emotive etc.

L’approccio può essere caratterizzato dall’investire tutto il patrimonio liquido disponibile su attività obbligazionarie di corta durata e basso rendimento in favore periodico di attività a tema, sicurezza, sostenibilità, robotica…investire anche in un paese come la China, oppure con i piani di accumulo attingere dalla liquidità di volta in volta per entrare sui mercati ma senza subire grande volatilità (sbalzo in alto o in basso dei prezzi).

Cosa posso suggerirvi?

Accertatevi con il vostro consulente che l’orizzonte temporale, la base rischi ed i temi su cui avete investito corrispondano ancora alla vostra persona e…non siate emotivi.

 

Articolo del:


di Giacomo Marciacane

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