Investo o non investo?.....Che dilemma
La domanda che tutti gli investitori prima o poi si fanno, perché saper predire il futuro piacerebbe a tutti

In questi ultimi giorni, ma possiamo tranquillamente dire in questi ultimi tempi, i mercati stanno vivendo giornate da cardiopalma.
La volatilità, misura del rischio intesa come variazione dei prezzi in un determinato periodo di tempo, è alle stelle ed ha delle oscillazioni molto importanti, che si riflettono sulle performance dei mercati finanziari con rialzi e ribassi molto violenti. Il +3% o il - 3% giornalieri degli indici delle borse mondiali sembra ormai la normalità, e ci pensano i tg o i giornali a renderci euforici o sconfortati a seconda della giornata borsistica.
La domanda che tutti gli investitori si pongono è se sia possibile sfruttare queste altalene per fare "l’affare".
Quando un indice, un titolo od un settore perdono molto terreno, la tentazione di gettarsi a capofitto può essere forte. Ma il market timing e lo stock picking, espressioni usate per indicare la capacità di anticipare i trend di mercato e di selezione dei titoli migliori, facendo soldi facili sui mercati finanziari, può portare a cocenti delusioni. Non sono molti quelli che si ricordano che durante la bolla borsistica del 2000, le news di acquisto e vendita dei titoli arrivavano da tutte le parti, improvvisamente tutti, dal barbiere al macellaio al benzinaio erano diventati guru e traders di borsa. I rischi maggiori si nascondono nella sottovalutazione del fatto che tutto ciò che un piccolo investitore può conoscere o anche solo percepire è da tempo nel bagaglio di conoscenze degli operatori professionali. Che, in aggiunta, hanno a disposizione strumenti per governare i rischi e intervenire tempestivamente in cambio di rotta sui mercati. Così il pericolo di farsi male inseguendo l’affare è molto elevato.
Ma allora come e quando si può entrare nel mondo degli investimenti?
Per investire non è richiesto essere degli esperti in prima persona (altrimenti dovremmo anche essere tutti meccanici, elettricisti ecc) ma è bene con il proprio consulente, imparare a conoscere ed analizzare le proprie necessità, i propri obiettivi ed orizzonti temporali e la capacità di sopportare eventuali perdite. Definite con chiarezza queste esigenze si potrà pensare di iniziare a fare delle scelte che le possano soddisfare.
Il compito fondamentale del consulente è affiancare l’investitore nel prendere delle decisioni di investimento consapevoli, in linea con le esigenze da lui delineate, e di aiutarlo a mantenerle tali senza farsi prendere da panico o euforia dettate dal momento dei mercati.
Anche negli investimenti ci sono le stagioni, bisogna dare tempo ai capitali di maturare e fare i frutti. L’investimento non è speculazione, come disse Fred Schwed jr, trader di Wall Street che abbandonò le scene dopo la grande crisi del ’29, "la speculazione è il tentativo di trasformare una piccola somma in una fortuna, l’investimento è impedire ad una fortuna di diventare una piccola somma".
Quindi evitare assolutamente di seguire l’emotività, magari prendendo decisioni di impulso dettate da momentum dei mercati. Quasi sempre seguire le emozioni porta a cattivi risultati, acquisti e vendite fatti sotto l’effetto di euforia o panico sono solitamente le più disastrose perché coincidono con momenti di massimo o minimo dei prezzi. In pratica sono le scelte peggiori ed il contrario di quello che un investitore dovrebbe fare.
I consigli sono sempre gli stessi: restare coerenti con gli obiettivi che erano stati definiti in partenza, mantenere la rotta che si era scelta ed il tempo che si era stabilito per raggiungere la meta. Se le prospettive non sono cambiate, se ciò che ci si era proposto di raggiungere (pensione integrativa, nuova casa, futuro scolastico dei figli) non è cambiato, perché cambiare le scelte di investimento?
Nei mercati la volatilità, le crisi finanziarie, i Cigni Neri ci sono sempre state e, ahimè, sono ormai all’ordine del giorno e non sono facilmente preventivabili. Predire il futuro non è una disciplina certa ed esatta. Ci troveremmo a cercare di inseguire gli avvenimenti col fiatone e comunque sempre in ritardo rispetto al loro accadimento.
La chiave per poter gestire meglio queste trappole comportamentali sta nel fare un check periodico del proprio portafoglio per valutare insieme al proprio consulente eventuali aggiustamenti. Un controllo continuo e disciplinato degli investimenti scelti, può aiutare a mantenere il livello di rischio del portafoglio in linea con il proprio profilo, aiutandolo a raggiungere i propri obiettivi. In tale contesto, i professionisti della consulenza rivestono un ruolo cruciale nel guidare gli investitori attraverso le complessità dei mercati e nell’aiutarli verso una chiara pianificazione finanziaria. Devono accompagnare i clienti ad affrontare e gestire le loro emozioni, cercando di educarli alle fluttuazioni dei mercati e aiutandoli ad evitare le trappole comportamentali.
La volatilità, misura del rischio intesa come variazione dei prezzi in un determinato periodo di tempo, è alle stelle ed ha delle oscillazioni molto importanti, che si riflettono sulle performance dei mercati finanziari con rialzi e ribassi molto violenti. Il +3% o il - 3% giornalieri degli indici delle borse mondiali sembra ormai la normalità, e ci pensano i tg o i giornali a renderci euforici o sconfortati a seconda della giornata borsistica.
La domanda che tutti gli investitori si pongono è se sia possibile sfruttare queste altalene per fare "l’affare".
Quando un indice, un titolo od un settore perdono molto terreno, la tentazione di gettarsi a capofitto può essere forte. Ma il market timing e lo stock picking, espressioni usate per indicare la capacità di anticipare i trend di mercato e di selezione dei titoli migliori, facendo soldi facili sui mercati finanziari, può portare a cocenti delusioni. Non sono molti quelli che si ricordano che durante la bolla borsistica del 2000, le news di acquisto e vendita dei titoli arrivavano da tutte le parti, improvvisamente tutti, dal barbiere al macellaio al benzinaio erano diventati guru e traders di borsa. I rischi maggiori si nascondono nella sottovalutazione del fatto che tutto ciò che un piccolo investitore può conoscere o anche solo percepire è da tempo nel bagaglio di conoscenze degli operatori professionali. Che, in aggiunta, hanno a disposizione strumenti per governare i rischi e intervenire tempestivamente in cambio di rotta sui mercati. Così il pericolo di farsi male inseguendo l’affare è molto elevato.
Ma allora come e quando si può entrare nel mondo degli investimenti?
Per investire non è richiesto essere degli esperti in prima persona (altrimenti dovremmo anche essere tutti meccanici, elettricisti ecc) ma è bene con il proprio consulente, imparare a conoscere ed analizzare le proprie necessità, i propri obiettivi ed orizzonti temporali e la capacità di sopportare eventuali perdite. Definite con chiarezza queste esigenze si potrà pensare di iniziare a fare delle scelte che le possano soddisfare.
Il compito fondamentale del consulente è affiancare l’investitore nel prendere delle decisioni di investimento consapevoli, in linea con le esigenze da lui delineate, e di aiutarlo a mantenerle tali senza farsi prendere da panico o euforia dettate dal momento dei mercati.
Anche negli investimenti ci sono le stagioni, bisogna dare tempo ai capitali di maturare e fare i frutti. L’investimento non è speculazione, come disse Fred Schwed jr, trader di Wall Street che abbandonò le scene dopo la grande crisi del ’29, "la speculazione è il tentativo di trasformare una piccola somma in una fortuna, l’investimento è impedire ad una fortuna di diventare una piccola somma".
Quindi evitare assolutamente di seguire l’emotività, magari prendendo decisioni di impulso dettate da momentum dei mercati. Quasi sempre seguire le emozioni porta a cattivi risultati, acquisti e vendite fatti sotto l’effetto di euforia o panico sono solitamente le più disastrose perché coincidono con momenti di massimo o minimo dei prezzi. In pratica sono le scelte peggiori ed il contrario di quello che un investitore dovrebbe fare.
I consigli sono sempre gli stessi: restare coerenti con gli obiettivi che erano stati definiti in partenza, mantenere la rotta che si era scelta ed il tempo che si era stabilito per raggiungere la meta. Se le prospettive non sono cambiate, se ciò che ci si era proposto di raggiungere (pensione integrativa, nuova casa, futuro scolastico dei figli) non è cambiato, perché cambiare le scelte di investimento?
Nei mercati la volatilità, le crisi finanziarie, i Cigni Neri ci sono sempre state e, ahimè, sono ormai all’ordine del giorno e non sono facilmente preventivabili. Predire il futuro non è una disciplina certa ed esatta. Ci troveremmo a cercare di inseguire gli avvenimenti col fiatone e comunque sempre in ritardo rispetto al loro accadimento.
La chiave per poter gestire meglio queste trappole comportamentali sta nel fare un check periodico del proprio portafoglio per valutare insieme al proprio consulente eventuali aggiustamenti. Un controllo continuo e disciplinato degli investimenti scelti, può aiutare a mantenere il livello di rischio del portafoglio in linea con il proprio profilo, aiutandolo a raggiungere i propri obiettivi. In tale contesto, i professionisti della consulenza rivestono un ruolo cruciale nel guidare gli investitori attraverso le complessità dei mercati e nell’aiutarli verso una chiara pianificazione finanziaria. Devono accompagnare i clienti ad affrontare e gestire le loro emozioni, cercando di educarli alle fluttuazioni dei mercati e aiutandoli ad evitare le trappole comportamentali.
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